Chi è il ricercatore scientifico e che ruolo ha all’interno del nostro SSN? Come si diventa ricercatore e cosa si deve studiare? Quali novità interessano questo professionista sanitario e quali altre sfaccettature caratterizzano il mondo del ricercatore scientifico, così importante per l’intero settore della sanità?
C’è ancora molta disinformazione attorno alla figura del ricercatore scientifico. Tuttavia, il percorso per diventarlo richiede attenzione, dedizione e passione. Questa è una delle professioni più sottovalutate nel nostro SSN, ma è stata recentemente rivalutata, regalando gratificazioni e soddisfazioni professionali.
Essere un buon ricercatore richiede curiosità, passione per la scienza, coraggio e perseveranza. Un ricercatore analizza fenomeni, sviluppa teorie, e crea innovazioni in diversi settori. Essenzialmente, è un laureato con ottimi voti e spesso master o specializzazioni, che continua a studiare per scoprire e divulgare nuove conoscenze. In Italia, i ricercatori possono lavorare nel pubblico, come nelle università, o nel privato, presso enti di ricerca, imprese industriali o settori profit e no profit.
Cosa fa il ricercatore scientifico? Ruolo e responsabilità
Il ricercatore svolge attività di ricerca scientifica in modo autonomo o alle dipendenze di enti pubblici o privati. Il suo obiettivo è ottenere risultati innovativi in un determinato settore e produrre pubblicazioni che arricchiscano la comunità scientifica.
Fino al 2022, esistevano due tipi di ricercatore: quello di tipo A e quello di tipo B, introdotti dalla Legge Gelmini nel 2010. Dal 29 giugno 2022, con il decreto del PNRR, queste figure sono state accorpate nel ricercatore unico, che si dedica alla ricerca, didattica e al servizio agli studenti, con un contratto a tempo determinato di 6 anni non rinnovabile.
Il percorso del ricercatore include la raccolta e l'analisi di dati per sviluppare il metodo scientifico. Una volta pubblicati i risultati, il lavoro viene sottoposto alla peer-review, ovvero la revisione paritaria da parte di altri esperti del settore. Questo processo è fondamentale per il riconoscimento della validità della ricerca.
Come diventare ricercatore scientifico in Italia: percorso e requisiti
Diventare ricercatore in Italia richiede il conseguimento della laurea magistrale, il dottorato di ricerca, e l’ottenimento di un contratto di ricerca a tempo determinato. La recente riforma ha eliminato gli assegni di ricerca post-doc, introducendo i ricercatori unici. Questo nuovo ricercatore ha un contratto di sei anni e può avanzare di carriera diventando professore associato. Con la nuova riforma appena citata, diventare ricercatore significa:
- Conseguire la laurea magistrale;
- Diventare dottore di ricerca;
- Ottenere un contratto di ricerca;
- Diventare ricercatore a tempo determinato.
La legge ha, quindi, cancellato gli assegni di ricerca post-doc, sempre più utilizzati dagli atenei anche come avvicinamento al concorso di ricercatore e la distinzione tra le figure dei ricercatori di tipo A e B. A rimanere immutate sono le due fasce di professore associato e ordinario, inoltre i contratti di ricerca che rimpiazzano gli assegni di ricerca sono biennali, rinnovabili una volta ed estendibili al quinto anno solo nel caso in cui poggino su progetti di ricerca esterni, nazionali o europei (tipo Erc).
La nuova figura di ricercatore unico va a sostituire le due figure di ricercatore, il cui tipo B rappresentava i professori associati in pectore, dato che gli atenei di norma preferiscono selezionare persone con l’abilitazione scientifica nazionale e che quindi possono transitare automaticamente all’associazione al termine dei tre anni da ricercatore. I ricercatori unici durano al massimo sei anni: un terzo deve provenire dall’esterno dell’ateneo, proprio per equilibrare il rischio, sempre presente, che vengano privilegiate le carriere interne. Chi ha già l’abilitazione a professore associato può fare domanda di passaggio a partire dalla conclusione del terzo anno. L’obiettivo è di accorciare i percorsi universitari, consentendo ai meritevoli di diventare ordinari a 35 anni. La stessa legge prevede un regime transitorio di sei mesi per attivare ancora vecchi assegni post-doc; di tre anni per i ricercatori di tipo A; di 1 anno o fino all’esaurimento dei piani straordinari in corso per i ricercatori di tipo B.
Spetterà, dunque, agli atenei creare nuove posizioni, sfruttando il PNRR.
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Processo di selezione per ricercatori scientifici: come funziona?
Diventare ricercatore in Italia richiede il conseguimento della laurea magistrale, il dottorato di ricerca, e l’ottenimento di un contratto di ricerca a tempo determinato. La recente riforma ha eliminato gli assegni di ricerca post-doc, introducendo i ricercatori unici. Questo nuovo ricercatore ha un contratto di sei anni e può avanzare di carriera diventando professore associato. I candidati che vogliono diventare ricercatori si devono sottoporre a diverse procedure pubbliche di selezione e concorsi, disciplinate dalle Università con regolamento e nel pineo rispetto della Carta europea dei Ricercatori e dell’art. 24 della Riforma Gelmini. Da ultimo, il PNRR 2 ha:
- Escluso dalla selezione chi, per almeno un triennio, ha già usufruito di contratti di ricerca a tempo determinato;
- Modificato la fase finale della selezione, prevedendo una deliberazione della chiamata del vincitore da parte dell’università al termine dei lavori della Commissione;
- Disciplinato la fase di stipula del contratto, prevedendo che venga sottoscritto dalle parti entro 90 giorni dalla conclusione della procedura di selezione, pena per l’Università bandire per i tre anni successivi nuove procedure di selezione per le stesse figure professionali.
I nuovi contratti non determinano l’accesso ai ruoli, ma costituiscono titolo preferenziale nei concorsi per l’accesso alle Pubbliche Amministrazioni.
Ricercatore scientifico: stipendio e carriera
Lo stipendio di un ricercatore scientifico si aggira attorno ai 1800/1900 euro lordi al mese, come per i precedenti ricercatori di tipo B. Solo una piccola percentuale dei ricercatori riesce ad avanzare a professore ordinario, ma la legge 79 e i nuovi bandi di concorso degli atenei offrono nuove opportunità per proseguire la carriera accademica. La prova consiste in un seminario e in una lezione, oltre che nella discussione dei titoli. Per professori associati e ordinari, l’abilitazione nazionale diventa totalmente automatica. Certamente va sempre consultata la Riforma Gelmini ovvero la Legge 30 dicembre 2010 n. 240 e il decreto legge PNRR2 pubblicato in Gazzetta Ufficiale al n. 150 del 29 giugno 2022.
Per incentivare i giovani a intraprendere la carriera scientifica, sono stati creati numerosi incentivi e borse di studio. Il PNRR ha destinato parte dei fondi proprio alla formazione e allo sviluppo dei futuri ricercatori, con contratti biennali rinnovabili e il potenziamento di strumenti di finanziamento per la ricerca medica e tecnologica. Quanto al ricercatore medico e al suo stipendio, chi inizia la carriera guadagna circa 1800-1900 euro lordi al mese, un compenso simile a quello del precedente ricercatore di tipo B. Tuttavia, le possibilità di avanzamento di carriera, sia nel settore accademico sia in quello privato, possono portare a incrementi salariali, soprattutto se si riesce a ottenere incarichi di professore associato o ordinario. Le borse di studio e i bandi europei rappresentano un'opportunità anche per i giovani ricercatori, poiché consentono di accedere a finanziamenti per progetti di ricerca specifici, migliorando così il proprio curriculum e favorendo una carriera stabile nel campo scientifico.
In questo contesto, dal 2024, la ricerca scientifica italiana può contare su importanti risorse provenienti dal PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) e dai fondi europei, con l'obiettivo di incentivare l'innovazione e la crescita del settore. Tra le sfide principali che i ricercatori dovranno affrontare ci sono il cambiamento climatico, la transizione ecologica e l'innovazione tecnologica. Il PNRR mira a rafforzare la carriera dei ricercatori, fornendo strumenti per promuovere la competitività a livello internazionale e offrendo numerosi incentivi, borse di studio e finanziamenti per i giovani ricercatori e ricercatrici. In particolare, il PNRR prevede nuove posizioni per il ricercatore unico, una figura introdotta per semplificare le precedenti distinzioni tra ricercatore di tipo A e ricercatore di tipo B. Questo nuovo profilo si concentrerà non solo sulla ricerca scientifica, ma anche su attività didattiche e di supporto agli studenti, consolidando il ruolo del ricercatore all'interno delle università italiane e del sistema sanitario nazionale.
Nuove sfide della ricerca scientifica nel 2024: cambiamento climatico e innovazione tecnologica
Il cambiamento climatico è uno dei temi chiave per i ricercatori di tutto il mondo. Le sfide globali legate all'emergenza ambientale richiedono soluzioni innovative e trasversali, che includano la sostenibilità energetica, la riduzione delle emissioni e la tutela della biodiversità. Questo apre nuove opportunità di finanziamento per ricercatori e ricercatrici impegnati nel settore ambientale, ma anche in settori correlati come la ricerca medica e l’ingegneria ambientale. Anche l'innovazione tecnologica sarà cruciale per affrontare le sfide future. I ricercatori sono chiamati a sviluppare tecnologie all'avanguardia, in particolare nell'intelligenza artificiale, nella robotica e nell'analisi dei big data, con un impatto significativo in settori come la medicina, l'energia e l'automazione industriale.
L'innovazione tecnologica è uno dei principali motori della ricerca scientifica. I ricercatori sono al centro dello sviluppo di nuove tecnologie, dall'intelligenza artificiale all'Internet delle cose (IoT), con un impatto significativo su settori come la sanità, la mobilità e l'industria. Le sfide tecnologiche del futuro richiederanno competenze sempre più specializzate, e il ruolo del ricercatore sarà fondamentale per mantenere il passo con l'evoluzione digitale e garantire soluzioni innovative per le problematiche più complesse.
Questo è un anno cruciale per i ricercatori e ricercatrici in Italia e in Europa. Grazie agli strumenti offerti dal PNRR e dai fondi europei, le nuove sfide scientifiche saranno affrontate con rinnovato entusiasmo e nuove opportunità, incentivando i giovani a intraprendere una carriera che può offrire grandi soddisfazioni professionali e personali.
Carriera internazionale: nuove opportunità per ricercatori e ricercatrici
Per i ricercatori che desiderano ampliare i propri orizzonti, la carriera internazionale rappresenta una grande opportunità. Grazie a programmi specifici su iniziativa UE, è possibile accedere a finanziamenti per progetti di ricerca collaborativi tra diverse istituzioni europee. Le ricercatrici universitarie e i ricercatori medici possono sfruttare queste opportunità per collaborare con colleghi di tutto il mondo, rafforzando la propria esperienza e visibilità a livello internazionale. L’Unione Europea continua a promuovere una maggiore mobilità per i ricercatori, incentivando la partecipazione a progetti internazionali e offrendo borse di studio specifiche per chi desidera fare esperienze di ricerca all'estero.
Work-life balance e salute mentale dei ricercatori
Con l’aumento delle richieste e delle pressioni lavorative, il work-life balance e la salute mentale sono diventati temi fondamentali per i ricercatori. La carriera accademica e scientifica può essere molto impegnativa, con orari flessibili ma spesso gravosi, che rendono difficile conciliare vita privata e professionale. Inoltre, la competizione per i finanziamenti e la pubblicazione di articoli scientifici può contribuire a un elevato livello di stress. Negli ultimi anni, molte istituzioni hanno iniziato a introdurre politiche di supporto per il benessere psicologico dei ricercatori, come consulenze psicologiche, programmi di mentorship e l'implementazione di orari più flessibili per migliorare la qualità della vita e la produttività.