Una dura prova per mente e corpo: gli effetti di un lungo anno di pandemia di Covid-19
14/05/2021
In poco più di un anno il Covid-19 ha cambiato la vita di milioni di persone.
Oltre agli effetti diretti, riscontrabili clinicamente attraverso esami specifici, che questo virus ha avuto su coloro che lo hanno contratto, vi sono delle conseguenze indirette, ma estremamente significative da un punto di vista psicologico, su tutte le persone che – pur non avendo contratto il Covid-19 – lo vivono quotidianamente come minaccia per la propria salute e per quella dei propri cari.
La paura di ammalarsi, che ha rappresentato la più grande motivazione all’isolamento, oggi sembra lasciare posto all’insofferenza, alla depressione, alla stanchezza e alla perdita della progettualità futura.
Alla base di tutto questo vi è sicuramente un senso di incertezza, spesso alimentata anche dall’informazione, per cui ci si sente impigliati in una ragnatela di ambiguità dalla quale è difficile districarsi. Eppure, l’incertezza sembra essere la peculiare caratteristica del Covid-19: si tratta di un virus nuovo, mai intercettato prima, per cui è inevitabile che ci sia un’incertezza scientifica che provoca un continuo e serrato dibattito tra ricercatori e scienziati. Tuttavia, rendere note al grande pubblico le discussioni che attengono al mondo della ricerca, può senza dubbio provocare effetti di smarrimento collettivo con conseguenze emotive sui singoli piuttosto significative.
È per questo che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha parlato di “Infodemia”, ovvero di una produzione eccessiva di informazioni non sufficientemente accurate che, più che produrre consapevolezza, ha contribuito ad amplificare incertezze e reazioni emotive nelle opinioni pubbliche di tutto il mondo.
L’isolamento, le protezioni dal contagio, le nuove modalità di contatto, la necessità di adottare nuovi stili di vita; e ancora lo stress degli operatori sanitari, le nuove relazioni medico-paziente, la costante paura dell’ignoto, le terapie e l’incertezza sui vaccini; portano in superficie il legame tra il Covid-19 e alcune patologie psicologiche. Sulla base di queste tematiche è più che mai urgente promuovere un confronto tra la psichiatria e l’infettivologia al fine di individuare il raggio di azione comune per far fronte alle dirompenti conseguenze del virus.
Il corso di formazione ECM per operatori sanitari “Covid-19: una dura prova per mente e corpo”, grazie alle presenza dello psichiatra, Alberto Siracusano, direttore della scuola di specializzazione in psichiatria e direttore del dipartimento di Medicina dei sistemi dell’Università di Roma Tor Vergata e dell’infettivologo, Massimo Andreoni, professore ordinario di Malattie infettive della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” è incentrato sui cambiamenti nella pratica clinica, sulle principali problematiche emerse a causa del virus e le conseguenze fisiche e psicologiche che la popolazione si troverà ad affrontare nei prossimi anni.