In seguito al mancato recepimento delle direttive comunitarie 93/16/CEE, i medici che hanno frequentato un corso di specializzazione prima del 2006 hanno percepito, ingiustamente, una borsa di studio di appena 11.000 euro annui lordi, senza alcun diritto a maternità e malattie, con il divieto di svolgere ogni altro lavoro. Lo Stato non ha insomma riconosciuto loro la differenza retributiva per tutti gli anni di specializzazione, la rivalutazione monetaria, gli interessi e il versamento degli oneri contributivi.
Dopo un’ininterrotta serie di sentenze favorevoli nei tribunali di tutta Italia, forti anche dei pareri pro veritate di insigni giuristi, siamo così riusciti a far riconoscere a tantissimi ex specializzandi oltre 530 milioni di euro. Una vittoria che sarà davvero piena quando il Parlamento approverà in via definitiva quel disegno di legge per il quale ci siamo sempre battuti, volto a riconoscere, grazie a un accordo transattivo con lo Stato, il giusto rimborso a migliaia di medici.