L’accesso alla scuola di specializzazione è regolato dal numero chiuso. Una modalità di selezione che è causa di quell’imbuto formativo denunciato da anni, frutto anche del mancato coordinamento a più livelli nella definizione del numero di medici necessari a livello nazionale. Ciò nonostante la pandemia abbia reso ancor più evidente la drammatica carenza di camici bianchi nel nostro Paese. Fatto sta che il disallineamento tra gli studenti di Medicina e i medici ammessi alle scuole di specializzazione rappresenta per tantissimi una vera e propria incognita, che pesa sul loro futuro e li lascia spesso sospesi, impossibilitati a portare a termine il percorso formativo scelto.
Senza contare che il test d’ingresso è spesso viziato da manifeste irregolarità: disposizione non a norma delle postazioni, mancata schermatura delle aule, utilizzo di telefoni cellulari, errori nei quesiti somministrati, domande non inedite.
Per tutti questi motivi – dal numero di posti disponibili non coerenti con il fabbisogno nazionale alle irregolarità durante il test – è possibile contestare la graduatoria e fare ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) chiedendo l’adozione del provvedimento cautelare di sospensione e/o di iscrizione con riserva al corso, l’annullamento della graduatoria e la contestuale ammissione di tutti i ricorrenti, l’annullamento della graduatoria e dell’intera procedura di selezione.