Quante volte ascoltiamo i tg, leggiamo i giornali e rimaniamo attoniti davanti a titoli che parlano di
aggressioni a medici e personale sanitario? Il fenomeno è stato, purtroppo, incrementato dall’arrivo della pandemia da Covid-19, tanto da portare alla redazione di una legge ad hoc, in vigore da settembre 2020.
Il fenomeno delle aggressioni attraverso i dati
L’ultimo report della Sovraintendenza sanitaria centrale, pubblicato il 12 marzo scorso in occasione della Giornata nazionale di prevenzione, sottolinea che il 40% degli operatori sanitari INAIL ha dichiarato di aver subito un’aggressione. In particolare, dal questionario diffuso al quale hanno risposto in 1144 operatori, emergono dati specifici su chi ha subito violenza e/o aggressioni. Il 45% era costituito dai
medici e il 44% dagli
infermieri; il 40% degli interpellati ha dichiarato di aver subito un’aggressione, con 459 episodi di violenza dichiarati, e il 27% di averne subita più di una. Tra le tipologie di aggressioni,
la molestia è stata quella maggiormente segnalata (42%), seguita dalla
minaccia (35%) e dalle
aggressioni verbali (10%). Inoltre, il 91% delle aggressioni è avvenuto negli ambulatori e/o nei centri medico-legali e nel 61% dei casi sono state perpetrate
violenze da parte di assistiti, mentre nel 21% dei casi da parte di familiari, nell’85% dei casi persone di sesso maschile.
L’aggressione in ambito sanitario, però, resta un fenomeno sottostimato. Dal 2016 al 2020 sono stati più di 12mila i casi di infortunio accertati dall’INAIL e codificati come violenze, aggressioni, minacce e similari, con una media di 2.500 casi l’anno. A essere più colpiti i professionisti della salute, con il 5% dei casi di aggressione in sanità. Anche
l’Osservatorio sulle aggressioni ai medici della Croce Rossa Italiana ha registrato un incremento di violenze con l’avvento del Covid-19. Secondo i dati riportati dal loro sito, gli scenari delle aggressioni sino al dicembre 2021 rilevano: i Pronto Soccorso in testa alla classifica dei luoghi di aggressioni e a seguire i reparti di degenza, gli ambulatori, gli Spdc (Servizio psichiatrico Diagnosi e Cura), le terapie intensive, le ambulanze del 118, le case di riposo e i penitenziari. E le tipologie di violenza riguardano il 60% sono minacce, il 20% percosse, il 10% violenza a mano armata e il restante 10% vandalismo. Chi commette violenza è per il 49% un paziente, per il 30% un familiare, per l’11% un parente e per l’8% un utente in generale. Inoltre, si è registrata una difficoltà a reperire dati reali che rappresentino la situazione attuale perché
spesso l’operatore sanitario rinuncia erroneamente a denunciare, eppure tra il personale sanitario quasi un infortunio su 10 è per aggressione. (Fonti: fp CGIL; INAIL, Istat e Osservatorio CRI). Un dato importante a cui ancora non è stata prestata attenzione, inoltre, riguarda
l’aggressione informatica, quella che subiscono gli operatori sanitari tramite il web: sito, social media, attacchi informatici e anche mediatici. Le attività più conosciute in quest’ambito sono quelle relative al
cybercrime e alle fake news.
Le legge n. 113/2020 per tutelare i professionisti sanitari
Ci si è resi conto di quanto sia importante avere una legge di tutela in materia di sicurezza per gli esercenti la professione sanitaria e socio-sanitaria con l’evolversi della pandemia, quando i professionisti sono stati vittima di aggressioni oltremodo ingiustificate che hanno contribuito, tra l’altro, al
burn out. A soccorrere il sistema, una Legge, entrata in vigore il 24 settembre 2020,
la n. 113/2020, con la quale è stato previsto un
aumento di pena in caso di lesione agli operatori sanitari, è stato richiesto l’istituzione di un
Osservatorio nazionale sul fenomeno ed è stata fissata al
12 marzo di ogni anno la Giornata di sensibilizzazione Nazionale di Educazione e Prevenzione dei fenomeni di Violenza. È necessario lavorare molto sul tessuto sociale e sulla percezione del medico e dell’operatore sanitario come un ancora a cui aggrapparsi e non come un capro espiatorio su cui sfogare l’ira per quanto ci è accaduto.
Consulcesi, da sempre dalla parte dei medici, ha infatti creato un laboratorio legale dedicato al diritto e alla tutela in Sanità. È per questo che
Consulcesi & Partners si dedica quotidianamente ad approfondire le tematiche che necessitano maggiore attenzione per veicolare al meglio tutte le azioni di tutela del caso e rispondere in maniera celere alle esigenze, prima che si trasformino in emergenze.