Cancro al seno: dalla prevenzione alla ricostruzione mammaria

In occasione della Giornata internazionale contro il tumore al seno, un approfondimento sui dati italiani della neoplasia più diffusa tra le donne e sulle tecniche più innovative nella diagnosi e nella cura

Sommario

  1. Gli ultimi dati sul tumore al seno
  2. Prevenzione e diagnosi precoce: come va in Italia
  3. Ottobre e la Giornata internazionale contro il tumore al seno
  4. I nuovi corsi per i professionisti della salute

Il cancro al seno rimane la forma di neoplasia più comune nelle donne. Lo conferma anche l’ultimo report “I numeri del cancro in Italia 2022” che stima per lo scorso anno circa 55.700 nuove diagnosi di tumore alla mammella nel nostro Paese. In occasione della Giornata internazionale contro il cancro al seno, celebrata ogni anno il 19 ottobre, un approfondimento sugli ultimi dati emersi in Italia e sui più recenti corsi di formazione dedicati all’aggiornamento dei professionisti della Salute in materia.

Gli ultimi dati sul tumore al seno

Stando a quanto emerge dal rapporto nato dalla collaborazione tra AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica), AIRTUM (Associazione Italiana Registri Tumori), Fondazione AIOM, ONS (Osservatorio Nazionale Screening), PASSI (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia), PASSI d’Argento e SIAPEC-IAP (Società Italiana di Anatomia Patologica e di Citologia Diagnostica), negli ultimi decenni, c’è stato un costante aumento nel numero di casi di tumore al seno, accompagnato però da una riduzione della mortalità, almeno fino all’arrivo del Covid-19.

Secondo le stime basate sui dati puntuali dell’International Agency for Research on Cancer (IARC) di Lione, infatti, in Italia nel 2022 complessivamente ci sono state 390.700 nuove diagnosi di tumore, contro i 376.600 casi registrati nel 2020. Secondo gli esperti, inoltre, tra il 2020 e il 2025 il numero totale di tumori (escludendo i tumori della pelle non melanoma) in Italia aumenterà da 199.500 a 213.800 negli uomini e da 183.200 a 189.500 nelle donne, per un totale di oltre 403mila casi.

Per quanto riguarda il cancro alla mammella in particolare, rispetto al 2020 in Italia i casi sono aumentati dello 0.5%. Tra le cause individuate nel report 2022, sottolineano i ricercatori, si rileva un “peggioramento dei fattori di rischio comportamentali” che, ribadiscono, pesano sul 40% dei casi e sul 50% delle morti oncologiche.

Come scrive anche il Ministro della Salute Orazio Schillaci nella prefazione del rapporto, “a seguito di decenni caratterizzati da notevoli progressi, la pandemia da Covid-19 ha determinato una battuta d’arresto nella lotta al cancro, causando in Italia, nel complesso, un forte rallentamento delle attività diagnostiche in campo oncologico, con conseguente incremento delle forme avanzate della malattia”. “Questi ritardi – conclude quindi Schillaci – sicuramente influiranno sull’incidenza futura delle patologie neoplastiche”. In questo contesto, è fondamentale “puntare sul tempestivo ripristino dei programmi di screening e di tutte quelle iniziative essenziali per fronteggiare una delle sfide principali per la salute globale”.

Prevenzione e diagnosi precoce: come va in Italia

Secondo quanto emerge ancora dal report “I numeri del cancro in Italia 2022“, accanto all’aumento del numero assoluto dei tumori, legato in gran parte all’invecchiamento della popolazione, in Italia nel corso del 2022, dopo aggiustamento per età, si è registrato un andamento decrescente dell’incidenza, a riprova che è fondamentale “rafforzare le azioni per contrastare il ritardo diagnostico e per favorire la prevenzione secondaria e soprattutto primaria”. I dati PASSI contenuti nel report, infatti, confermano infatti “la non ottimale aderenza dei cittadini” a stili di vita salutari. Analizzando l’andamento storico dei fattori di rischio comportamentali, emerge che negli ultimi 15 anni in Italia non ci sono stati miglioramenti significativi. A parte la lenta diminuzione del consumo di sigarette che continua da oltre 30 anni, il consumo di alcol a rischio, la mancanza di attività fisica e l’eccesso ponderale, “complessivamente, peggiorano o restano stabili”, scrivono gli esperti.

Anche in materia di prevenzione secondaria potremmo fare meglio. Sempre dall’indagine emerge infatti che, sebbene il valore medio italiano della proporzione di donne che hanno eseguito la mammografia sia risalito rispetto al 2020 (quando si era attestato a solo il 30% di coloro che ne avevano diritto), tornando in linea con i livelli pre-pandemici, questo si assesta a poco oltre il 45% della popolazione interessata.

Ottobre e la Giornata internazionale contro il tumore al seno

Più prevenzione, più autoesame e autodiagnosi”. È questo l’appello lanciato non a caso da Lilt (Lega Italiana per la lotta contro i tumori) con la campagna “LILT for WOMEN” – Nastro Rosa, promossa per tutto il mese di ottobre. Stando a quanto riporta la Lega, infatti, se oggi la guaribilità dal carcinoma mammario è pari al 65%, più prevenzione, autoesami e autodiagnosi permetterebbero di far salire l’indice all’85%.

Con la possibilità di guarigione per tumori al seno che misurano meno di un centimetro superiore al 90%, è fondamentale migliorare la diagnosi precoce, ricorda infatti LILT, che per tutto il mese di ottobre (da anni ormai dedicato alla prevenzione femminile) mette a disposizione gratuitamente visite senologiche (presso i centri Lilt in Italia), oltre a distribuire materiale informativo con l’obiettivo di ridurre i fattori di rischio e di fornire alle donne le conoscenze necessarie per effettuare autonomamente una corretta autopalpazione.

I nuovi corsi per i professionisti della salute

Anche Consulcesi celebra il mese della prevenzione femminile e la Giornata internazionale del tumore al seno, aggiungendo al suo catalogo di corsi FAD tante nuove proposte formative in materia.

Tra i corsi multimediali più apprezzati dai professionisti della salute, Novità in tema di chirurgia senologica. La formazione, composta da video-lezioni corredate da materiali didattici di approfondimento e collegato al film-formazione “La Storia di Francesca”, è organizzato in tre grandi aree tematiche. La prima si concentra sui principali approcci alla chirurgia conservativa e alla valutazione dei margini, con un’attenzione particolare alla riduzione dell’entità dell’intervento chirurgico e alla diminuzione dei casi di reintervento, mantenendo al contempo una sicurezza oncologica. La seconda area riguarda l’intervento chirurgico dopo una terapia neoadiuvante e il suo ruolo nel ridurre il trauma chirurgico, migliorando gli esiti clinici attraverso il raggiungimento di una risposta patologica completa. La terza parte del corso si concentra sull’analisi del trattamento multidisciplinare per la neoplasia lobulare in situ e sull’evoluzione di questo tipo di trattamento nel tempo.

Tra le proposte ECM in materia, anche il corso “La ricostruzione mammaria post oncologica” affidata a Giorgio De Santis, specialista in chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica, oltre che direttore della Struttura Complessa di Chirurgia Plastica – Ricostruttiva ed Estetica dell’Azienda Ospedaliero–Universitaria di Modena e professore ordinario presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Modena e Reggio Emilia. L’esperto, nella formazione multimediale da 4.0 crediti ECM, descrive e analizza in dettaglio le varie opzioni ricostruttive per offrire competenze aggiornate funzionali alla scelta dell’opzione ricostruttiva post mastectomia più adatta alla singola paziente, oltre a fornire un approfondimento sulla familiarità legata alla patologia, e su concetti moderni come la stretta collaborazione tra chirurgo generale e chirurgo plastico.

Entra ulteriormente nel dettaglio il corso di formazione multimediale “La ricostruzione mammaria con matrici dermiche acellulari (ADM)” (3.0 crediti ECM). Questo, affidato a Giorgio Berna, tra le tante, Direttore dell’Unità Operativa Complesse di Chirurgia Plastica AULSS 2 della Marca Trevigiana, ripercorre la storia e l’evoluzione delle membrane biologiche, al fine di esplorare con i professionisti le caratteristiche dei tessuti biologici, rispetto alle matrici sintetiche ed i loro comportamento una volta impiantate nell’organismo, approfondendo o inoltre, i risultati nell’immediato post-operatorio ed a distanza di mesi o anni. Con il supporto di filmati l’esperto racconta le caratteristiche delle varie tecniche, sia per quanto concerne l’animazione degli impianti che la visibilità degli stessi, non mancando di fornire competenze anche in relazione a complicanze e la loro incidenza.

Di: Fabiola Zaccardelli

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