Un medico o un odontoiatra in pensione può continuare a esercitare la propria professione. Dopo il pensionamento, le possibilità di proseguire l’attività sono numerose, sia nel settore privato che in altre forme di collaborazione. Per mantenere una gestione serena e sicura della propria attività post-pensionamento, è necessario conoscere i principali aspetti normativi, fiscali e contributivi. Qui scopriamo tutto su pensione medico di base, regole per gli odontoiatri e altre possibilità per continuare a esercitare dopo la pensione.
Fisco e tasse per i medici in pensione
Un medico in pensione può continuare a lavorare e percepire redditi. Tuttavia, è importante tenere sotto controllo la gestione fiscale per evitare inconvenienti. Per i medici pensionati, le possibilità di guadagno possono includere lavoro autonomo, collaborazione o contratti di consulenza. In ogni caso, è fondamentale monitorare gli obblighi fiscali e previdenziali, considerando che ogni attività ha risvolti diversi sul piano fiscale e pensionistico.
Lavorare come medico di famiglia in pensione
Quando un medico di base va in pensione, deve interrompere il rapporto convenzionato con il Sistema Sanitario Nazionale (SSN) e non può proseguire l’attività nella medicina convenzionata. Tuttavia, se il medico di base in pensione vuole continuare a lavorare, può farlo aprendo uno studio privato, come medico di associazioni sportive o come collaboratore in RSA. Esistono quindi diverse opportunità per i medici di famiglia che desiderano mantenere attiva la professione, ma senza il vincolo della convenzione SSN.
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Vantaggi per gli odontoiatri
A differenza dei medici di famiglia, gli odontoiatri possono continuare a esercitare la professione senza l’obbligo di cessare l’attività per ottenere la pensione. Questo perché la Quota B del Fondo di previdenza generale non richiede la cessazione dell'attività odontoiatrica, rendendo possibile l’erogazione della pensione e l’attività lavorativa. Molti odontoiatri pensionati proseguono l’attività con contratti di consulenza odontoiatrica o mantenendo il proprio studio.
Limitazioni per i medici pensionati nel settore pubblico
Nel settore pubblico, le normative limitano l’attività dei medici pensionati: possono ricoprire incarichi solo a titolo gratuito, come consulenze o ruoli dirigenziali, e non possono accedere a nuove assunzioni retribuite. Tra le limitazioni principali:
- Sostituzione del medico di base: massimo di 30 giorni annui;
- Divieto di prescrizione di ricette e impegnative SSN.
Queste restrizioni rispettano la normativa vigente, che regolamenta con attenzione i ruoli retribuiti dei pensionati nella pubblica amministrazione.
Opportunità nel settore privato per medici pensionati
Nel settore privato le possibilità di continuare a lavorare per i medici in pensione sono ampie: un medico pensionato può lavorare come dipendente part-time o full-time, oppure come libero professionista, con Partita IVA o con contratti di collaborazione. Per i medici di famiglia pensionati, il settore privato offre l’opportunità di aprire uno studio privato, collaborare con strutture sanitarie private o associarsi in studi medici. Non esistono quindi limiti nel privato per un medico in pensione.
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Obblighi di copertura assicurativa
La copertura assicurativa è obbligatoria anche per i medici in pensione che scelgono di esercitare la libera professione. La polizza assicurativa deve coprire i rischi derivanti dalla pratica medica e garantire una protezione completa del medico e dei pazienti. Chiunque scelga di proseguire l’attività lavorativa deve verificare che la propria copertura assicurativa sia conforme ai requisiti di legge.
Contributo previdenziale: regole e obblighi
I medici pensionati devono continuare a versare i contributi previdenziali, come previsto dal Regolamento di previdenza generale ENPAM. Il contributo richiesto è pari al 50% della contribuzione ordinaria, ma è possibile optare per il pagamento completo se si percepiscono compensi da attività medica. I redditi soggetti a contributi includono:
- Lavoro autonomo individuale o associato;
- Partecipazione agli utili di società;
- Attività intramoenia;
- Incarichi amministrativi connessi alla professione.
I redditi sono considerati al netto delle spese deducibili, conformemente alle norme fiscali.
Supplemento di pensione
I medici pensionati che contribuiscono alla Quota B dell’ENPAM anche dopo la pensione possono ricevere un supplemento di pensione, che viene calcolato ogni tre anni e corrisposto automaticamente senza necessità di domanda. La somma è calcolata sui contributi versati dopo la pensione e decorre dal 1° gennaio dell’anno successivo all’ultimo contributo.