Le professioni sanitarie stanno perdendo attrattiva? I giovani non vogliono più farle? Di certo i numeri registrati quest’anno ai test di ammissione dei corsi di laurea nelle professioni sanitarie non mettono allegria. Il calo degli iscritti è evidente e non si può far altro che sperare a un caso isolato e che già a partire dal prossimo anno accademico le cose possano cambiare in meglio. Il problema è spalmato un po’ su tutte le varie branche e non fanno eccezione i fisioterapisti. Ma quali sono i problemi della categoria e cosa fare per invertire la tendenza, anche alla luce delle ultime innovazioni tecnologiche? Ne parliamo con Alessandra da Ros, consigliera della Federazione nazionale degli ordini della professione sanitaria di fisioterapista (FNOFI).
Costruire nuovi modelli di presa in carico fisioterapica del paziente nelle cure territoriali, in modo da essere ancor più vicini ai cittadini e alle comunità. Dare risposte celeri e competenti ai pazienti, anche tramite nuove formule di accesso, come attraverso le farmacie dei servizi. Sfruttare le risorse del PNRR per implementare le cure domiciliari e puntare sulle nuove generazioni di professionisti che sapranno usare al meglio le crescenti innovazioni tecnologiche. Sono solo alcune delle possibili soluzioni da introdurre per aumentare il peso e il contributo, all’interno del servizio sanitario, dei fisioterapisti. Nella speranza che questa professione, così come le altre che si occupano di sanità e della salute della popolazione, ritorni ad avere l’attrattività che merita.