L’intelligenza artificiale si sta diffondendo da qualche anno in maniera sempre più permeante e, per certi versi, preoccupante. Preoccupante perché siamo solo agli albori di una tecnologia che ha già cominciato a rivoluzionare il mondo e che si sta evolvendo a una velocità incredibile. Ciò comporta che, esclusi pochi addetti ai lavori, praticamente nessuno sa cosa sarà capace di fare anche solo fra un anno, figuriamoci tra dieci. È giusto dunque cominciare a riflettere anche sull’impatto psicologico che un cambiamento così radicale e tempestivo può avere sulla popolazione mondiale.
La giornata nazionale della psicologia, che si è celebrata lo scorso 8 ottobre, ha voluto affrontare una riflessione sul ruolo cruciale delle scienze e della professione psicologica nella comprensione e nella promozione dell’umano, sul confronto con le tecnologie e l’Intelligenza Artificiale, e le implicazioni per un nuovo patto in grado di ricostruire la dimensione del futuro. Insomma, quali risvolti psicologici può avere uno sviluppo così repentino di una tecnologia che impatterà sempre più nelle nostre vite e, inevitabilmente, nella nostra psiche. Ne abbiamo parlato con il presidente del Consiglio Nazionale Ordine Psicologi, david lazzari.