Nel terzo episodio di InFormazione parliamo del ruolo di formatore. Si comincia da studenti, quando capita di padroneggiare bene un argomento e si provvede a spiegarlo ai compagni di studio. Si prosegue poi in specializzazione, o durante il tirocinio, quando l’apprendimento si mischia con la pratica degli insegnanti e dei tutor. Fino a quando quella di insegnare diventa, per alcuni, una vera e propria esigenza. Succede a molti professionisti sanitari di essere attratti a loro volta dal mondo dell’insegnamento, dopo aver passato una lunga parte della loro vita ad imparare. Ognuno porta con sé una storia diversa sui propri inizi da docente o formatore, ma c’è un elemento che accomuna tutte le spiegazioni. Ovvero quel legame che esiste tra professione e formazione, e che pretende dal singolo professionista una voglia di aggiornarsi che non si esaurisca mai. E che in tanti decidono di condividere.
Insegnare agli studenti
È successo anche alla dottoressa Maria Cristina Gori, professoressa alla Sapienza di Roma e docente formatrice per l’associazione provider In-Formazione. La sua è una storia particolare a partire dalla sua propria formazione universitaria. Dopo la laurea in Medicina, mi racconta, sceglie la specializzazione in neurologia. Ma alla sua conclusione sente che le manca una parte umanistica. Da lì la deviazione verso la laurea in Scienze sociali per la cooperazione, lo sviluppo e le relazioni tra i popoli e poi Scienze dell’educazione. Infine, l’ultima scelta verso Psicologia e poi la specializzazione come psicoterapeuta.
La dottoressa Gori descrive il suo lungo viaggio attraverso la sua formazione come una ricerca di completezza. Il suo tentativo di colmare quelle che lei sentiva come lacune alla propria identità di professionista. Non solo per curare, ma anche per capire e indirizzare il paziente che si trovava di fronte. Con una preparazione così variegata e intersezionale, lo step verso l’insegnamento è sembrato quello più ovvio.
Insegnare ai colleghi
Nei corsi di formazione, invece, la dottoressa Gori ha incontrato colleghi e professionisti affermati, desiderosi di nuove conoscenze. Con cui ha potuto approcciarsi da pari durante un confronto che nella professione medica e sanitaria non deve mai esaurirsi. E in questo caso, è interessante scoprire se il metodo di insegnamento è stato diverso e in quali modalità è risultato più efficace. La risposta della dottoressa è stata interessante.
Formare altri professionisti significa anche riportarli allo status di alunni e ricordare loro che c’è sempre tempo per arricchirsi. Senza temere di essere considerati obsoleti o non all’altezza del proprio ruolo. Anzi, con la certezza che si è un buon professionista sanitario solo fin quando si è pronti ad accogliere nuove conoscenze con l’umiltà di uno studente. Allo stesso modo, la dottoressa Gori segue il suo consiglio e affronta la propria formazione obbligatoria come professionista. Consapevole, come la vita le ha insegnato, che non si può conoscere tutto ma si può soddisfare il proprio desiderio di sapere in ogni momento.