Con l’emanazione del Decreto Rilancio è stato introdotto, con apposita previsione all’art. 25, una misura di sostegno economico a fondo perduto per tutti gli esercenti attività d’impresa, lavoro autonomo titolari di reddito agrario e partite IVA.
Il requisito per ottenere questo contributo è che l’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2020 sia inferiore ai due terzi dell’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2019. Per esplicita esclusione prevista dal secondo comma del medesimo articolo, non potranno accedere a questo beneficio i professionisti titolari di partita iva, ma iscritti alle Casse private.
Ciò significa che, oltre agli avvocati e commercialisti, anche i dentisti ed i medici non potranno accedere al beneficio, ciò determinando un potenziale rischio di discriminazione e potenziali profili di illegittimità costituzionale della norma.
Questi professionisti potranno infatti contare, al ricorrere degli specifici requisiti previsti dalla legge, nel bonus di 600 euro, già stabilito per il mese di marzo dal D.L. n. 18/2020 ed ora prorogato anche per aprile che per maggio 2020, finanziato dal Fondo per il reddito di ultima istanza, ma bisognerà attendere la pubblicazione del decreto attuativo entro 60 giorni per conoscere le modalità di presentazione della domanda e di erogazione del contributo, che in ogni caso sarà gestita dalle singole casse di previdenza.
Peraltro, l’articolo 78 del decreto Rilancio stabilisce che il bonus non potrà essere richiesto:
- dai titolari di contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato;
- dai titolari di pensione.
Da definire i requisiti reddituali, così come l’importo del bonus.
Questa esclusione interessa più di un milione di partite IVA e va ad incidere su alcune categorie come quella ad esempio di medici e dentisti che hanno chiuso nel periodo del picco della pandemia i propri studi o hanno affrontato ingenti costi per la sanificazione e la messa in sicurezza di personale e pazienti.
A fronte delle numerose proteste da parte di queste categorie indebitamente escluse, il Governo ha paventato ipotesi di apertura, il Ministro Patuanelli ha dichiarato infatti che la destinazione dei contributi a fondo perduto potrebbe essere rivista e migliorata anche per queste categorie.
Dunque, non rimane che attendere che vengano valutate soluzioni corrette e razionali che tutelino tutti, nessuno escluso, i professionisti della sanità che in questo periodo di emergenza hanno dovuto affrontare notevoli difficoltà
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