Riforma Medicina è Legge: via il test, ingresso libero al primo semestre

La Riforma elimina il test d’ingresso per Medicina, Odontoiatria e Veterinaria. Il primo semestre sarà aperto a tutti, con selezione basata sul rendimento. Gli atenei statali adotteranno il nuovo sistema, mentre i privati manterranno la prova d'accesso

Sommario

  1. Un nuovo paradigma per l’accesso alle facoltà medico-sanitarie
  2. Dal test al semestre filtro: la selezione si sposta di sei mesi. Continuerà solo chi supera gli esami con i punteggi migliori
  3. Scelta delle sedi e percorsi alternativi, Medicina in inglese e atenei privati
  4. I nodi ancora da sciogliere
  5. Nuove indicazioni per la scuola: riscoprire il latino e valorizzare la memoria
  6. Reazioni e dibattiti: entusiasmo e critiche a confronto
  7. Riforma Medicina: sfide e opportunità per il futuro

Negli Atenei statali il test d’ingresso a Medicina diventerà un ricordo già dal prossimo anno accademico. La Riforma parlamentare, approvata dalla Camera dei Deputati con 149 voti a favore e 63 contrari, rinnova il sistema previsto dalla legge 264/1999 eliminando il tradizionale quiz a scelta multipla (che resterà per i posti in lingua inglese) e introducendo un primo semestre filtro ad accesso libero, aperto a tutti gli aspiranti medici. Il nuovo iter segna una svolta epocale per l’accesso alle facoltà di Medicina, Odontoiatria, protesi dentaria e Veterinaria. Parallelamente, il panorama scolastico si arricchisce di importanti novità con l’introduzione del latino e una rinnovata attenzione allo studio delle poesie.

Un nuovo paradigma per l’accesso alle facoltà medico-sanitarie

A quasi sei mesi dal primo disco verde del Senato – il 27 novembre 2024 -, la Camera ha approvato, dunque, la Legge delega in tre articoli che riforma l’accesso a Medicina, Odontoiatria, protesi dentaria e Veterinaria. La legge affida al Governo il compito di emanare, entro 12 mesi, i decreti legislativi per realizzare il nuovo sistema. Come abbiamo visto, l’iscrizione al primo semestre sarà aperta ma limitata a un contingente “sostenibile” deciso a livello centrale, mentre l’ammissione al secondo semestre sarà riservata agli studenti che avranno conseguito tutti i crediti comuni nelle aree biomedica, sanitaria, farmaceutica e veterinaria, in base a una graduatoria nazionale. Inoltre, si prevede di collegare gli slot d’ingresso universitario con quelli post-lauream per le specializzazioni, per superare il cosiddetto “imbuto formativo” che da anni ostacola l’accesso alla carriera medica.

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Dal test al semestre filtro: la selezione si sposta di sei mesi. Continuerà solo chi supera gli esami con i punteggi migliori

L’eliminazione del tanto contestato test d’ingresso apre la strada a un nuovo modello, quello del “semestre filtro”. Gli studenti si iscriveranno liberamente senza limiti e, nei sei mesi successivi, affronteranno esami comuni in materie qualificanti. Al termine di questo percorso, una graduatoria nazionale, calcolata in base ai crediti formativi accumulati, determinerà l’accesso alle facoltà. Gli aspiranti camici bianchi potranno ripetere una sola volta il semestre filtro in caso di mancato superamento degli esami o di un punteggio insufficiente nella graduatoria. Questa innovazione, applicabile esclusivamente agli atenei statali, mira a promuovere una selezione più meritocratica.

Scelta delle sedi e percorsi alternativi, Medicina in inglese e atenei privati

Al momento dell’iscrizione, i candidati dovranno indicare l’università dove intendono frequentare il semestre filtro e un numero ancora da definire di sedi alternative, secondo un ordine di preferenza. In caso di mancata ammissione al secondo semestre, sarà possibile accedere a corsi di laurea affini nelle aree biomedica, farmaceutica, sanitaria e veterinaria, anche in soprannumero.

La Riforma, inizialmente, riguarderà solo i corsi di Medicina in lingua italiana: per quelli in inglese continuerà a essere previsto un test d’ammissione. Anche gli atenei privati manterranno il loro sistema di selezione e alcuni hanno già chiuso le iscrizioni per l’anno accademico 2025/26.

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I nodi ancora da sciogliere

Uno degli aspetti ancora da definire riguarda il programma del semestre filtro. L’ipotesi più accreditata prevede lo studio di biologia, chimica e fisica, ma non è esclusa l’introduzione di nozioni di anatomia. Si prevede, inoltre, un forte utilizzo della didattica online, soluzione che potrebbe agevolare l’accesso su larga scala ma che solleva interrogativi sulla qualità dell’insegnamento e sulla reale efficacia della selezione. Un altro punto critico è la modalità di valutazione. Restano da chiarire se gli esami saranno scritti, orali o basati su prove certificate. L’ipotesi di un unico test a risposta multipla per tutte le materie sembra improbabile, sia per la complessità della valutazione, sia per il rischio di riproporre un sistema simile al vecchio test d’ingresso, criticato per la sua natura selettiva e non meritocratica. Il Governo dovrà, dunque, trovare un equilibrio tra la necessità di garantire una selezione rigorosa e l’intento di superare definitivamente la cosiddetta "lotteria" dei quiz.

Nuove indicazioni per la scuola: riscoprire il latino e valorizzare la memoria

Parallelamente alla Riforma universitaria, il Ministero dell'Istruzione e del Merito ha pubblicato una nuova bozza per i programmi scolastici, che interesserà dalla scuola dell’infanzia alle medie. Tra le novità più rilevanti, il latino sarà introdotto a partire dalla seconda media per riscoprire le radici della cultura classica. Lo studio delle poesie verrà rafforzato per potenziare le capacità mnemoniche degli studenti, integrando metodi tradizionali e innovativi. Altre materie, come la musica, le STEM e una rivisitazione della storia occidentale, completeranno il rinnovamento complessivo dei programmi.

Reazioni e dibattiti: entusiasmo e critiche a confronto

Anna Maria Bernini, Ministro dell’Università e della Ricerca, ha voluto fortemente e sostenuto con decisione la Riforma, evidenziando come l’eliminazione del numero chiuso in Medicina apra nuove prospettive per migliaia di studenti. Matteo Salvini ha definito la misura una vittoria per la meritocrazia, sottolineando l’importanza di valutare l’intero percorso accademico anziché affidarsi a una prova standardizzata.

Al contempo, il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle hanno sollevato riserve, criticando la mancata integrazione di ulteriori risorse e temendo un possibile calo della qualità didattica. I Rettori, guidati dalla presidente della CRUI, Giovanna Iannantuoni, attendono con urgenza l’emanazione dei decreti attuativi per definire con chiarezza le nuove modalità operative. Il primo decreto è quasi pronto e il ministro Bernini punta ad accelerare l’iter, che prevede l’approvazione preliminare in Consiglio dei Ministri, il passaggio nelle commissioni parlamentari e il varo definitivo da parte del Governo.

Riforma Medicina: sfide e opportunità per il futuro

Il futuro della Riforma dipenderà dalla capacità degli atenei e delle istituzioni scolastiche di tradurre le novità in pratiche efficaci e sostenibili. Da un lato, l’iter basato sul semestre filtro potrà promuovere una selezione più meritocratica, dall’altro è essenziale garantire le risorse necessarie per mantenere standard elevati. Il panorama educativo italiano si trova di fronte a una fase di transizione che potrebbe ridefinire il modello formativo, rendendolo più inclusivo e in linea con le esigenze del nuovo millennio. Tuttavia, il monitoraggio e l’eventuale aggiustamento delle misure saranno fondamentali per trasformare queste opportunità in risultati concreti per studenti e atenei.

Di: Viviana Franzellitti, giornalista

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