L’Europa è molto più inquinata di quanto fosse finora noto all’opinione pubblica. A rivelarlo è un’imponente inchiesta pubblicata di recente e frutto del lavoro congiunto di 18 redazioni giornalistiche europee, tra cui l’italiana Le Scienze.
Secondo quanto emerso dal “Forever Pollution Project”, che per la prima volta ha mappato su scala europea la contaminazione da Pfas, esistono:
- 20 siti produttori di Pfas: impianti che sintetizzano le sostanze chimiche, poi utilizzate in molti settori
- Oltre 17 mila siti contaminati: tramite campionamento è stata accertata la contaminazione da Pfas in acqua, suolo o organismi viventi, con livelli pari o superiori a 10 nanogrammi per litro (ng/L)
- Tra questi, 100 siti hotspot: zone in cui la soglia di contaminanti riscontrata raggiunge livelli considerati pericolosi per la salute delle persone esposte
- 232 utenti Pfas: siti industriali che utilizzano Pfas per produrre plastiche “ad alte prestazioni”, pitture e vernici, pesticidi, tessuti impermeabili, altri prodotti chimici.
- Oltre 21mila presunti siti di contaminazione legati ad attività industriali in corso o del passato, che utilizzano, o hanno utilizzato, ed emesso PFAS.
Il “Forever Pollution Project” ha inoltre portato alla luce un ampio processo di lobbying per contrastare il divieto di PFAS di recente proposto a livello europeo dall’ECHA e da cinque Paesi UE.
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