Sclerosi multipla e fisioterapia, Brichetto (FISM) con la strategia di gestione

ei pazienti affetti da sclerosi multipla la fisioterapia viene realizzata all’interno del piano riabilitativo individuale, strutturato da un’èquipe multidisciplinare, composta da medici specialisti e professionisti sanitari. Ne parliamo con il dottor Brichetto, medico fisiatra.

La sclerosi multipla (SM) è una condizione cronica evolutiva con sintomi multiformi che influenzano gli ambiti fisici, cognitivi, emozionali e sociali. La fisioterapia è una parte del piano riabilitativo, che può comprendere la logopedia, la terapia occupazionale, la riabilitazione cognitiva e di sintomi invisibili come, ad esempio, quelli vescicali. La riabilitazione non è sinonimo di fisioterapia o rieducazione neuromotoria, ma è parte integrante di un percorso che mira a migliorare la qualità di vita del paziente. 

“La fisioterapia, all’interno del piano riabilitativo individuale, può iniziare al momento della diagnosi o quando compaiono i primi problemi motori, adattandosi alle esigenze del paziente”, spiega ildottor Giampaolo Brichetto, medico fisiatra, coordinatore della ricerca in riabilitazione in FISM-Fondazione Italiana Sclerosi Multipla e Direttore Sanitario del Servizio Riabilitazione AISM Liguria, nonché Presidente del RIMS, il network europeo per la riabilitazione nella SM. Il dottorBrichetto è autore di numerose pubblicazioni, soprattutto sul tema della sclerosi multipla e delle tecniche riabilitative connesse alla patologia.

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Come si struttura un percorso riabilitativo

Un percorso riabilitativo per una persona con SM è multidisciplinare e personalizzato. Inizia con una valutazione completa da parte del fisiatra, del neurologo e del team di terapisti, per definire obiettivi individuali. Il progetto riabilitativo può includere la fisioterapia per migliorare forza e mobilità, la terapia occupazionale per le abilità quotidiane o nella sfera lavorativa, la logopedia per la comunicazione e così via. Il supporto psicologico è cruciale per affrontare lo stress e l’ansia. “La riabilitazione prevede un monitoraggio continuo ed un adattamento in base ai progressi del paziente. Educazione e supporto alla famiglia sono fondamentali. Infine - aggiunge Brichetto - un piano di mantenimento e follow-up garantisce la continuità dei miglioramenti. L’obiettivo è migliorare la qualità di vita e l’indipendenza del paziente”.

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La fisioterapia per persone con SM, le peculiarità

La fisioterapia per la SM è un approccio complesso, si può concentrare sulla gestione della fatica con tecniche di alternanza tra esercizi ad alta e bassa intensità e riposo programmato. Tratta la spasticità con esercizi di allungamento e tecniche di rilassamento. Migliora equilibrio e coordinazione con esercizi specifici, riducendo il rischio di cadute. I piani di trattamento sono altamente personalizzati e adattati nel tempo, rispondendo ai cambiamenti nei sintomi: “Comprende l’utilizzo di tecnologie riabilitative che permettono di migliorare i diversi domini funzionali che risultano compromessi dalla patologia. Può comprendere anche degli aspetti educativi per famigliari e caregiver per poter gestire meglio i sintomi”, commenta il fisioterapista. Queste peculiarità rendono la fisioterapia per la SM unica e mirata a migliorare la qualità di vita del paziente.

Un lavoro d’èquipe

Per contrastare in modo ottimale la varietà di sintomi e problemi della SM è necessario un approccio di team che coinvolge varie figure professionali, l’equipe riabilitativa, e diversi interventi riabilitativi: fisioterapia, terapia occupazionale, logopedia, riabilitazione dei disturbi sfinterici, riabilitazione cognitiva, reinserimento sociale e supporto psicologico. I sintomi della SM sono estremamente eterogenei, creando quadri clinico-funzionali variabili tra i pazienti e nel singolo paziente nel tempo. Questo richiede progetti riabilitativi individuali. 

La formazione del fisioterapista che si occupa di persone con SM

Il fisioterapista deve avere una conoscenza approfondita della SM e dei suoi sintomi, oltre ad una conoscenza di tecniche idonee a migliorare mobilità, equilibrio, forza e coordinazione. Deve essere in grado di gestire disturbi come la spasticità, fatica e debolezza muscolare. “Per questo – dice il dottore Brichetto - la formazione continua è fondamentale per aggiornarsi su nuove ricerche e tecniche, permettendo di essere estremamente personalizzati e di adattarsi alla evoluzione della malattia e alle esigenze del paziente”.

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Fisioterapia e rallentamento della progressione della patologia

Si parla sempre di riabilitazione e gli ultimi studi evidenziano come la riabilitazione possa influire sul sistema neuro-immuno-endocrino, riducendo il rischio di ricadute, la progressione della disabilità e migliorando le performance. “Per questo – conclude il fisioterapista - la riabilitazione è considerata una cura accanto alle terapie farmacologiche modificanti il decorso, per il suo possibile ruolo nel contrastare la progressione della malattia”.

Di: Isabella Faggiano, giornalista professionista

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