La Missione 6 Salute del PNRR, nell’ambito dell’investimento denominato Casa come primo luogo di cura e telemedicina (M6C1), stanzia ben € 2.720.000.000 per l’assistenza domiciliare, in particolareper aumentare il volume delle prestazioni rese in assistenza domiciliare, con l’intento diprendere in carico, entro la metà del 2026, almeno il 10% della popolazione di età superiore ai 65 anni, in linea con le migliori prassi europee.
Il 29 aprile 2022 il Ministero della Salute ha approvato le linee guida contenenti il Modello digitale per l’attuazione dell’assistenza domiciliare, il cui modello organizzativo è costituito da alcune componenti fondamentali:
- Il servizio di assistenza domiciliare, che garantisce la continuità dell’assistenza;
- La pianificazione degli accessi domiciliari, sviluppata nell’arco dell’intera settimana, tenendo conto della complessità clinico-assistenziale dei singoli pazienti;
- Il servizio di cure domiciliari integrato con le prestazioni di telemedicina da remoto.
Le linee guida, oltre a voler raggiungere l’obiettivo della presa in carico a domicilio di almeno il 10% della popolazione ultrasessantacinquenne, mirano a una serie di ulteriori traguardi, quali l’eguaglianza sanitaria e l’azzeramento del gap tra i diversi contesti geografici, l’assistenza completa al paziente, la riduzione degli accessi al pronto soccorso e dell’ospedalizzazione, le dimissioni protette in strutture ad hoc, la riduzione degli accessi in day hospital in favore delle cure domiciliari, l’aumento dei servizi a distanza per migliorare la qualità della vita del paziente, della sua famiglia e dei caregiver.
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Cos'è e come è regolato il telecontrollo nell'assistenza dei pazienti da remoto? Una guida per il professionista sanitario.
La presa in carico a domicilio e i servizi di telemedicina
La presa in carico di un paziente a domicilio può avvenire sia in presenza che in modalità “da remoto”, attraverso i servizi di telemedicina.
La domotica, secondo le Linee Guida, diventerà lo strumento principe per l’incremento dell’assistenza domiciliare, a favore di pazienti anziani e con disabilità.
Nella pratica non sappiamo ancora se e come i pazienti e i familiari si adatteranno a queste innovazioni, se riusciranno ad accettarle o invece svilupperanno un senso di sfiducia o di insofferenza nei confronti di servizi sanitari erogati con questo sistema.
Dal punto di vista umano, i protagonisti principali della presa in carico del paziente a domicilio saranno:
- il Medico di Medicina Generale (MMG) o il Pediatra di Libera Scelta (PLS), che ha la responsabilità clinica del paziente nel percorso generale di presa in carico;
- l’infermiere, quale componente dell’equipe multiprofessionale, punto di riferimento nella presa in carico del paziente sia per la sua famiglia che per i sanitari, che all’occorrenza può svolgere attività di case manager in base al piano di cura domiciliare prescritto;
- la Centrale Operativa Territoriale (COT) e la Centrale operativa dell’ADI (se presente), con il compito di organizzare e tracciare la presa in carico e le eventuali transizioni tra setting di ricovero e domiciliare necessarie, provvedendo al raccordo tra i diversi soggetti e i diversi livelli assistenziali.
I servizi di telemedicina saranno erogati, a livello locale, tramite il Centro servizi o un Centro erogatore per la telemedicina, che si occuperanno dell’installazione e manutenzione della strumentazione tecnologica a domicilio nonché della manutenzione dei mezzi di comunicazione tra pazienti e medici/operatori sanitari, e dell’addestramento dei pazienti e dei familiari all’uso di queste nuove tecnologie.
I servizi di telemedicina contemplati dalle linee guida sono i seguenti:
- televisita,
- teleconsulto medico,
- teleconsulenza medico-sanitaria,
- teleassistenza,
- telemonitoraggio,
- telecontrollo,
- teleriabilitazione.
Telecontrollo
Il telecontrollo medico altro non è che il controllo a distanza del paziente, effettuato dal medico con una o più videochiamate durante le quali è possibile condividere i dati clinici raccolti presso il paziente, sia prima che durante il controllo.
Il telecontrollo può essere richiesto dal medico solo a seguito di una prima valutazione in presenza o da remoto del paziente, e per un periodo di tempo ben determinato.
Definizione
Questo tipo di attività deve essere svolta a cadenza regolare, in modo da consentire un costante monitoraggio del paziente, tramite plurimi momenti di contatto che consentano al medico di verificare le rilevazioni sanitarie necessarie, come ad esempio i parametri o lo stato di benessere.
Il telecontrollo dovrà essere utilizzato per patologie già diagnosticate al paziente, in situazioni che consentano, in ogni caso, il passaggio a una visita “tradizionale” in presenza con delle tempistiche consone a garantire la sicurezza del paziente.
I dati raccolti durante il telecontrollo dovranno essere periodicamente condivisi dal paziente o dal suo caregiver con il medico, proprio al fine di consentirgli eseguire la prestazione richiesta.
Le linee guida prevedono che tra il paziente e il medico, durante il periodo in cui il monitoraggio avviene tramite telecontrollo, si debba svolgere almeno una video-chat, ma è auspicabile che vi siano più momenti in video-chat, per garantire un miglior controllo, anche semplicemente visivo, delle condizioni del paziente.
Al termine del telecontrollo il medico dovrà stilare un referto o una relazione.
La responsabilità del telecontrollo, anche sotto il profilo delle tempistiche di rapido passaggio dalla modalità telematica a quella in presenza (domiciliare o presso i locali sanitari) grava sul medico che esegue la procedura.
La strumentazione tecnica per eseguire il telecontrollo, secondo le linee guida, dovrà essere fornita da un Centro erogatore per la telemedicina o da un apposito Centro servizi, ma potrà anche essere di proprietà del paziente (ad esempio PC, tablet o smartphone del paziente o del caregiver).
Il medico può decidere di integrare il telecontrollo con ulteriori prestazioni di teleassistenza, nonché – se lo ritiene necessario – attivare interventi di ulteriore supporto al telecontrollo, ad esempio di tipo educativo o motivazionale.
Chi può usufruirne e come richiederlo
Il telecontrollo può essere richiesto da un Medico di Medicina Generale, da un Pediatra di Libera Scelta o da un medico specialista, quando ravvisino la necessità di monitorare periodicamente il paziente nel tempo in modalità da remoto.
La richiesta di telecontrollo non necessita di Unità di Valutazione Multidimensionale (UVM), ma deve comunque essere inserita all’interno di un Piano Assistenziale Individualizzato (PAI), in modo da permetterne l’armonizzazione con tutti gli altri interventi, strumenti e obiettivi attivati per il paziente e eventualmente il suo caregiver.
Il documento di riferimento del telecontrollo è il Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziaoe (PDTA) o protocollo, all’interno del quale vengono definiti:
- il profilo dei pazienti candidabili al telecontrollo,
- gli strumenti di telecontrollo disponibili,
- il set minimo di parametri che devono essere oggetto di monitoraggio telematico,
- i valori soglia,
- una selezione di dati da riportare nella documentazione clinica,
- il livello e la possibilità di personalizzazione del telecontrollo,
- le azioni di intervento in relazione ai livelli rilevati,
- il percorso per la gestione di eventuali allarmi e i professionisti che dovranno gestire questi interventi (chiamata dell’infermiere o del medico di riferimento, accesso a domicilio di tali soggetti, televisita, attivazione del 118, ecc.).
La scelta del paziente candidabile al telecontrollo spetta esclusivamente al medico, secondo i criteri previsti nel protocollo di riferimento, con particolare riguardo alla complessità clinica, ai parametri da rilevare e alla personalizzazione dei valori soglia con i relativi allarmi.
Attivazione ed erogazione
L’attivazione del telecontrollo varia in base al tipo di paziente.
Nel caso di pazienti già in carico alle cure domiciliari, l’attivazione del telecontrollo avviene tramite la Centrale operativa dell’Assistenza Domiciliare Integrata, ove presente.
Nel caso, invece, di pazienti che transitano tra setting di cura diversi (ospedaliero, ambulatoriale, domiciliare), dato che si rende necessario il coordinamento di una molteplicità di professionisti e di competenze, l’attivazione del telecontrollo spetta alla Centrale Operativa Territoriale.
Sarà il personale sanitario che segue il paziente a consegnare i dispositivi prescritti, nonché ad occuparsi della formazione sia del paziente che del suo caregiver, con l’eventuale supporto di personale tecnico per l’installazione e l’avvio dei dispositivi.
Il medico dovrà curare i contatti video e telefonici con il paziente caso per caso, secondo la pianificazione operata nel PAI.
L’accesso alla piattaforma di telecontrollo e il settaggio dei valori soglia saranno effettuati dal Centro servizi per la telemedicina, cui spetta anche il compito di erogare assistenza tecnica e supporto tecnico (c.d. help desk di secondo livello) in caso di necessità, attraverso canali, orari e giornate ben definiti (ad esempio dal lunedì al venerdì dalle ore xx alle ore yy).
Il paziente fornirà i propri dati per il telecontrollo rendendosi parte attiva della prestazione, fornendo agli operatori tramite apposita piattaforma digitale i dati relativi al proprio stato di salute, attraverso questionari oppure comunicando sintomi, parametri fisiologici, abitudini di alimentazione e di esercizio fisico, ecc.
Sarà predisposta una centrale per la ricezione e conservazione dei dati raccolti attraverso le prestazioni di telecontrollo.
Supporti tecnici
I dispositivi tecnologici utilizzati per il telecontrollo devono essere certificati e collegati ad una piattaforma centrale per la ricezione e la conservazione dei dati raccolti; ciò va a cozzare con quella parte di linee guida in cui è consentito che gli strumenti per la videochiamata possano (ma non debbano obbligatoriamente) essere anche di proprietà del paziente.
Le linee guida non specificano, infatti, se anche il dispositivo utilizzato dal paziente per le videochiamate dovrà essere certificato o meno.
L’accesso alla piattaforma di telecontrollo, nonché la valutazione dei dati raccolti e trasmessi dal paziente, devono entrambi essere accessibili sia al medico che ha richiesto tale tipo di prestazione che alla specifica equipe individuata dal PAI.
Gli allarmi della piattaforma (ad esempio richiesta di visita domiciliare, chiamata del 118) saranno gestiti direttamente dal medico e dal personale sanitario che erogano la prestazione, in base alla personalizzazione effettuata in sede di redazione del PAI.
Le funzionalità tecniche di telecontrollo possono anche essere integrate all’interno di piattaforme per la telemedicina, nonché con la cartella domiciliare.
Le informazioni raccolte in telecontrollo, utili per la presa in carico domiciliare, sono così tipizzate dalle linee guida:
- dati periodicamente condivisi dal paziente o dal suo caregiver,
- valutazioni periodiche di telecontrollo elaborate dal medico, eventuali schede o relazioni conseguenti a interventi di teleassistenza.
Tutte le informazioni raccolte in telecontrollo devono essere messe a disposizione del paziente e del suo caregiver, i quali dovranno costantemente essere coinvolti in questo innovativo processo sanitario.
Conclusioni
Il PNRR sembra delineare un futuro sanitario roseo per gli italiani, che potranno essere curati dentro le loro care mura domestiche, anziché in una fredda e asettica stanza d’ospedale o di clinica, con aspetti positivi anche sull’umore del paziente.
Si auspica che, in un’Italia a diverse velocità, dove alcune strutture sanitarie registrano ancora a mano e su carta le prestazioni erogate, le prestazioni di telemedicina domiciliare possano davvero rappresentare il salto di qualità che medici e pazienti italiani meritano.