Le cosiddette lauree ad accesso programmato in Italia riguardano Medicina e Chirurgia, Medicina Veterinaria, Professioni Sanitarie, Architettura e Formazione primaria. Si parla di “numero chiuso” perché i posti a disposizione, ogni anno, sono inferiori alla domanda.
Il Numero chiuso a Medicina esiste da ben 25 anni e ha sempre fatto molto discutere. C’è chi ritiene l’accesso programmato giusto e, soprattutto, necessario e chi, al contrario, pensa che il test d’ingresso non possa decidere il futuro di migliaia di studenti che sognano di indossare il camice bianco. I futuri medici italiani.
La questione della sua abolizione, negli ultimi anni, è stata al centro del dibattito politico, proposta come soluzione alla carenza di medici negli ospedali e sul territorio ma gli addetti ai lavori si sono sempre mostrati contrari. Il Governo Meloni ha espresso la volontà di abolire il test di ingresso per l’anno accademico 2025-2026. Il ministero dell’Università sta lavorando a livello strutturale per riformare l’accesso a Medicina e arrivare a superare il numero chiuso modificando il test di selezione per come esiste oggi; vediamo quali sono le ultime novità in proposito.
Ordini e sindacati contrari all’abolizione del numero chiuso a Medicina
Gli Ordini professionali non vedono di buon occhio la decisione di rivedere l’accesso alla Facoltà di Medicina per vari motivi. Il primo è che le università italiane non hanno le capacità sufficienti per sostenere un numero così ampio di studenti. Il secondo, è che eliminare il numero chiuso a Medicina produrrebbe disoccupazione. Dopo i 6 anni di Medicina e i 4 anni di specializzazione moltissimi laureati non riuscirebbero a trovare lavoro come medici.
Pur restando fermamente contraria a togliere il numero chiuso per Medicina, la Fnomceo (Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri) di recente aveva aperto ad una possibilità: eliminare il test così come è oggi ed anticipare il primo semestre di Medicina nei mesi precedenti l’anno accademico coinvolgendo le scuole superiori e le università. In questo modo i ragazzi si sarebbero preparati durante la scuola agli esami di chimica, fisica e biologia con un percorso formativo ad hoc. L’Università avrebbe curato la preparazione gratuita alle materie oggetto d’esame tramite l’organizzazione di corsi anche a distanza. E poi in base ai risultati si sarebbe costruita la graduatoria per l’accesso a Medicina. L’idea del semestre di orientamento della Fnomceo però, è rimasta solo una proposta.
Anche l’Anaao, tra i sindacati più rappresentativi nel settore sanitario italiano, ha bocciato la linea che sta seguendo il Governo, definendo l’abolizione del numero chiuso a Medicina “il colpo di grazia alla formazione medica, alla professione e soprattutto al sistema di cure pubblico”.
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Stop al Test di ingresso a Medicina: cosa prevede il testo base e cosa sappiamo finora
Ma andiamo con ordine. Il Comitato ristretto della Commissione Cultura del Senato ha dato il via libera quasi all’unanimità al documento base per la delega al Governo riguardante la revisione delle modalità di accesso ai corsi di laurea magistrale in Medicina e Chirurgia, in Odontoiatria e Protesi Dentaria e in Medicina Veterinaria.
Il testo approvato prevede l’abolizione del tanto contestato test di ingresso e la possibilità di iscriversi liberamente al primo semestre dei corsi di laurea in Medicina, Odontoiatria e Veterinaria. Al momento dell’iscrizione al primo semestre, si dovrà effettuare una doppia iscrizione e dare una doppia preferenza. Oltre all'iscrizione obbligatoria al corso scelto, gratuita, si dovrà indicare come seconda opzione un altro corso di laurea appartenente alle aree biomedica, farmaceutica, sanitaria o veterinaria.
Al termine del primo semestre, ci sarà una scrematura. L’accesso al secondo anno sarà determinato da due eventi:
- Il raggiungimento di tutti i crediti formativi (CFU) richiesti;
- Il posizionamento in una graduatoria nazionale di merito.
Nel caso in cui non si venga ammessi al secondo semestre, si potranno convertire esami e crediti formativi ed iscriversi al corso di studi affine indicato come seconda scelta, al momento dell’iscrizione. “Il traguardo è di assicurare che gli studenti siano valorizzati non sulla base di test da lancio della monetina, ma sulla base di materie caratterizzanti – ha detto Anna Maria Bernini –. Ci sarà un periodo di studi comune ai corsi di laurea in Medicina e chirurgia, in Odontoiatria e in Medicina veterinaria nonché agli altri corsi di studio di area biomedica, in cui gli studenti frequenteranno una serie di discipline qualificanti. Ciò consentirà loro di poter comunque reinvestire le conoscenze e le competenze acquisite in un altro percorso formativo contiguo, senza sprecare tempo e risorse”.
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Abolizione del test d’ingresso a Medicina, i prossimi step della riforma
Ultimamente, dopo le prime assegnazioni e i primi scorrimenti di graduatoria del Test di Medicina di quest’anno, si è tornato a parlare del futuro dell’esame di selezione. E il Ministro dell’Università e della Ricerca Bernini ha illustrato i prossimi step della riforma per l’abolizione della prova d’ingresso. “Fin dall’inizio del mandato, il governo ha avviato un lavoro di riforma per l’accesso programmato a Medicina” ha detto nel corso di un question time alla Camera. Ha aggiunto che è stato individuato “il fabbisogno reale delle strutture sanitarie” e ha sostenuto come non fosse scontato che “in pochissimo tempo riuscissimo a trovare una soluzione valida in sostituzione dei Tolc”. E la soluzione è stata, secondo il ministro Bernini creare una banca dati aperta e pubblica “proprio per evitare e annullare per sempre quel mercato parallelo della formazione opaca e nascosta che la banca dati chiusa aveva generato”. In realtà, quest’anno, si sono scatenate polemiche per l’elevato numero di punteggi massimi ottenuti dai candidati a Napoli e Palermo: è stata messa in discussione proprio la validità della banca dati pubblica e la regolarità del processo selettivo.
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Come sarà il Test medicina 2025?
Dunque, ad oggi sappiamo che sarà cancellato il test d’ingresso per come lo conosciamo oggi ma Medicina resterà una Facoltà a numero chiuso considerata la “graduatoria post primo semestre aperto”. L’obiettivo è sempre lo stesso: mantenere elevati standard di selezione, garantendo che solo gli studenti che soddisfano specifici criteri accademici possano progredire nel corso di studi. È previsto, infatti, uno sbarramento, una prova di selezione. Quello che ancora non sappiamo è se ci sarà una prova selettiva a gennaio dopo il semestre in comune per tutti e se si tratterà di un test a risposta multipla con relativa banca dati (simile al test di Medicina 2024) o meno (come in passato).
Ad ogni modo, la riforma non si concretizzerà prima dell’ammissione a Medicina nel 2026. Per l’anno accademico 2024/25 il ministro Bernini ha parlato di “un test ’ponte’ che ci porti verso una riforma strutturale. Stiamo lavorando per fare in modo che dall’anno accademico 2025/26 si superi definitivamente il meccanismo dei test, introducendo un sistema basato su esami caratterizzanti”.
Di conseguenza, il test di Medicina 2025 ci sarà: ora bisogna attendere che la procedura di iscrizione e il format del nuovo test vengano ufficializzati entro la primavera 2025. Ma come sarà? Al momento, non ci sono certezze. I possibili scenari sono tre:
- il test di Medicina 2025 sarà uguale al test di Medicina 2024;
- il test di Medicina 2025 sarà uguale al test di Medicina 2024 ma senza banca dati (viste le polemiche e le presunte irregolarità);
- entrerà in vigore la riforma, anche se i tempi sono stretti.
Nelle prime due ipotesi, ci sarà sicuramente il test d’ingresso ma, come abbiamo visto, anche nell’ultima, dal momento che si fa riferimento ad una graduatoria nazionale di merito.