Qual è l’impatto attuale e potenziale dell’intelligenza artificiale nella sanità, in particolare nella medicina territoriale? L’importanza di strumenti digitali e big data nel supportare la sanità è ormai chiaro da diversi anni, ma negli ultimi l’intelligenza artificiale sta entrando sempre più prepotentemente in tutte le dinamiche di organizzazione e messa in atto del servizio sanitario nazionale. Ma questo basta per ottenere una sanità sempre più performante o il fattore umano è ancora (e tale resterà) insostituibile? Ne abbiamo parlato con Gabriele Coppa, Direttore Ospedale Regina Apostolorum.
Gli operatori sanitari sanno usare l’AI?
Direttore, per quanto riguarda l'intelligenza artificiale in sanità, abbiamo gli strumenti. Sicuramente poi si evolveranno ancora, ma abbiamo le capacità umane per sfruttarli al massimo, questi strumenti.
Sicuramente sistemi di intelligenza artificiale e big data non sostituiranno mai l'attenzione, la vocazione, la voglia di prendere in carico il paziente, i familiari, dei professionisti sanitari e amministrativi. Ma sicuramente questi sistemi ci possono aiutare a collezionare tutti i dati, le statistiche che sono presenti sui vari sistemi informativi, e a renderli di facile lettura. Questo ci può consentire, in poco tempo, di capire esattamente le necessità dei territori sui quali noi lavoriamo, e di poter creare un’offerta adeguata rispetto al fabbisogno e alla domanda dei nostri territori.
Ai e medicina territoriale: le sfide
Quali sono le sfide principali da affrontare per integrare efficacemente l'intelligenza artificiale nella medicina territoriale?
L'epoca Covid ci ha insegnato tantissimo. Io mi ricordo che, ad esempio, all'ospedale di Rieti, al pronto soccorso, i cittadini portavano i propri famigliari e, ovviamente, giustamente non potevano entrare oltre la parte del triage. Abbiamo quindi utilizzato dei sistemi informativi, attraverso anche un percorso adottato di chatbot e di sistemi di intelligenza artificiale, per consentire di tenere aggiornati i familiari dei pazienti sull'evoluzione del percorso.
Questo è un esempio che è stato utilizzato durante il Covid, ma mi porta a pensare che esempi similari possano aiutare l'integrazione fra le attrezzature presenti all'interno dell'ospedale, le case di cura territoriali — dalle RSA all'hospice — piuttosto che le strutture psichiatriche, fino ad arrivare al domicilio, quindi all'assistenza domiciliare.
L'integrazione dei sistemi di intelligenza artificiale con i software attualmente in uso può consentire la presa in carico del paziente. Fare in modo che sia la sanità di prossimità reale, come diciamo da tempo, ad avvicinarsi al paziente — e non il paziente a percorrere chilometri per arrivare a un punto di assistenza sanitaria.