Come diventare infermiere di famiglia e comunità: ruolo, responsabilità e percorso formativo

Scopri come diventare infermiere di famiglia e comunità: guida completa su normativa, competenze richieste e il ruolo fondamentale nel supporto a pazienti e famiglie.

Sommario

  1. Chi è l'infermiere di famiglia e di comunità
  2. La riforma dell'Assistenza territoriale: un nuovo modello di cura
  3. Come diventare infermiere di famiglia e comunità: il percorso formativo
  4. Innovazioni tecnologiche e interdisciplinarietà nell’assistenza territoriale
  5. L'importanza della salute mentale e del supporto emotivo

La riforma dell’assistenza territoriale ha reso l’infermiere di famiglia e di comunità una figura centrale all'interno del Servizio Sanitario Nazionale (SSN). Questa nuova professione assume un ruolo cruciale nell'assistenza alle persone, soprattutto per i pazienti anziani e cronici. Ma come diventare infermiere di famiglia? In questo articolo approfondiremo il percorso formativo, le competenze richieste e le differenze tra assistenza domiciliare integrata (ADI) e infermieristica di famiglia. 

Stando ad un recente approfondimento dell’Istat (Istituto nazionale di statistica), tra il 2001 e il 2020 la quota degli ultraottantenni è quasi raddoppiata e sono aumentati, in generale, la quota della popolazione anziana, l’indice di dipendenza degli anziani e l’età mediana. Osservando la quota di persone di 65 anni e più sulla popolazione totale, nel 2001 l’Italia aveva la quota più alta (23 %) mentre Paesi come l’Irlanda (14 %) e il Lussemburgo (15%) avevano quelle più basse.

Nel periodo 2001-2020 si è potuto inoltre osservare un aumento della quota di persone di 65 anni e più in tutti gli Stati membri. Discorso analogo, anche se in senso opposto, per quanto riguarda i giovani sotto i 20 anni: la quota nella popolazione Ue di bambini e adolescenti è diminuita nell’ultimo ventennio e, anche in questo caso, l’Italia spicca per avere una delle medie più basse: nel 2020 la quota di bambini di età inferiore ai 14 era più alta in Irlanda (20%) e più bassa in Italia (13%). Discorso analogo per quanto riguarda la quota di persone tra i 15 e i 19 anni nel 2020.

Cosa comporta tutto ciò? Che le esigenze di salute della popolazione stanno cambiando ormai da diversi anni e si continuerà su questa strada. Secondo l’Iss (Istituto superiore di sanità), “parallelamente all’aumentata aspettativa di vita, si è verificata una transizione epidemiologica nella patologia emergente: da una situazione in cui erano prevalenti le malattie infettive e carenziali, si è passati a una preponderanza di quelle cronico-degenerative. Ciò significa che l’assistenza sanitaria deve stare al passo per offrire un servizio adeguato alle necessità dei cittadini e tale da non disperdere inutilmente le risorse che vengono stanziate per questo scopo”, in particolare, quelle in arrivo con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

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Chi è l'infermiere di famiglia e di comunità

L'infermiere di famiglia e di comunità è una figura professionale sempre più rilevante nel panorama sanitario, in quanto rappresenta un punto di riferimento essenziale per chi ha bisogno di assistenza e cure continue, soprattutto all'interno delle proprie comunità e abitazioni. Questo infermiere ha un ruolo complesso e poliedrico, che va ben oltre il semplice fornire assistenza medica: si occupa infatti della promozione della salute, della prevenzione delle malattie e del supporto a pazienti e famiglie nel gestire al meglio la quotidianità, anche in presenza di patologie croniche.

Questa figura nasce con l'obiettivo di colmare la distanza tra l'assistenza ospedaliera e la vita di tutti i giorni, rendendo accessibili le cure anche a chi ha difficoltà a spostarsi o vive lontano dai grandi centri sanitari. L'infermiere di famiglia è un volto familiare che entra nelle case, osserva e valuta i bisogni reali delle persone e si adatta alle loro necessità. Fornisce consigli per uno stile di vita più sano, educa i pazienti e i loro familiari su come prendersi cura della propria salute, e, se necessario, interviene direttamente con terapie o medicazioni. Il suo intervento non è limitato alla cura fisica, ma si estende anche alla dimensione psicosociale, offrendo ascolto e supporto emotivo, creando un rapporto di fiducia che spesso allevia ansie e paure legate alla malattia.

Una delle principali aree di intervento è la gestione delle malattie croniche, come diabete, insufficienza cardiaca e malattie respiratorie. Grazie al monitoraggio continuo e a un controllo costante, questo infermiere aiuta i pazienti a mantenere la stabilità della loro condizione, riducendo il rischio di peggioramenti improvvisi e, di conseguenza, evitando frequenti ricoveri ospedalieri. Anche i caregiver, spesso familiari che si occupano quotidianamente dei pazienti, ricevono da lui un prezioso supporto formativo e pratico. Questo aiuto permette loro di svolgere il ruolo di assistenti con maggiore sicurezza e di alleggerire la propria quotidianità.

Un altro aspetto fondamentale del lavoro dell'infermiere di famiglia è la collaborazione con altre figure professionali. Medici di famiglia, specialisti, assistenti sociali e operatori sanitari territoriali lavorano insieme per garantire che ogni paziente riceva l'assistenza necessaria e un supporto integrato, costruendo una rete che va incontro ai bisogni della persona nel suo complesso. Questo approccio integrato permette di coordinare i vari servizi e di offrire un’assistenza personalizzata che risponda davvero alle esigenze del paziente.

Il valore di questa figura si comprende ancora di più in un contesto come quello attuale, caratterizzato da un progressivo invecchiamento della popolazione e da un aumento delle malattie croniche. L'infermiere di famiglia e comunità rappresenta un’innovazione che sposta il focus dalla cura della malattia alla promozione del benessere e alla prevenzione. Questo approccio riduce la pressione sugli ospedali e offre alle persone la possibilità di vivere una vita più sana e serena all'interno della propria comunità, all'interno delle proprie case.

L'infermiere di famiglia, dunque, è una figura professionale innovativa che rappresenta un punto di riferimento per i pazienti e le loro famiglie all'interno della comunità. La sua attività va oltre l’assistenza sanitaria di base: si occupa della promozione della salute, della prevenzione e della gestione delle patologie croniche, integrandosi nel contesto quotidiano dei pazienti.

L’infermiere di famiglia svolge molteplici ruoli, tra cui:

  • Educazione sanitaria: fornisce informazioni su stili di vita sani e supporta i pazienti nell’autogestione della propria salute.
  • Monitoraggio: effettua controlli periodici su pazienti affetti da patologie croniche come diabete, insufficienza cardiaca e malattie respiratorie.
  • Supporto psicologico: offre ascolto e supporto emotivo, riducendo l’ansia e le paure che possono insorgere nella gestione della malattia.
  • Integrazione delle cure: collabora con medici di base, assistenti sociali e altri operatori sanitari per una presa in carico integrata e multidisciplinare.

La riforma dell'Assistenza territoriale: un nuovo modello di cura

La Riforma dell’assistenza territoriale è regolata dal decreto interministeriale del 23 maggio 2022, pubblicato nella GURI Serie Generale n. 144 del 22 giugno 2022. Questa definisce un nuovo modello organizzativo del Servizio sanitario nazionale che mira a una sanità più vicina alle persone e al superamento delle disuguaglianze. Obiettivi della riforma sono:

  • Definire un nuovo modello organizzativo per la rete di assistenza primaria in grado di individuare standard strutturali, tecnologici e organizzativi uniformi su tutto il territorio nazionale, per garantire a cittadini e operatori del Servizio Sanitario Nazionale il rispetto dei Livelli Essenziali di Assistenza – LEA.
  • Facilitare l’individuazione delle priorità di intervento in un’ottica di prossimità e di integrazione tra le reti assistenziali territoriali, ospedaliere e specialistiche.
  • Favorire la continuità delle cure per coloro che vivono in condizioni di cronicità, fragilità o disabilità, che comportano il rischio di non autosufficienza anche attraverso l’integrazione tra il servizio sociale e quello sanitario.
  • Disegnare un nuovo assetto istituzionale per la prevenzione in ambito sanitario ambientale e climatico.
  • Allinearsi agli standard qualitativi di cura dei migliori Paesi europei.

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Come diventare infermiere di famiglia e comunità: il percorso formativo

Un infermiere può lavorare per enti pubblici (come Asl o strutture di cura) ed enti privati (come cliniche specialistiche e ambulatori) ma anche come libero professionista e, di conseguenza, può collaborare con diverse realtà territoriali.

Ma come si diventa Infermiere di Famiglia e Comunità? L’attuale percorso formativo universitario infermieristico si articola in Laurea in Infermieristica (triennale e abilitante alla professione), Master di I livello, Laurea Magistrale in Scienze Infermieristiche e ostetriche (biennale), Master di II livello e Dottorato di Ricerca.

Un laureato in infermieristica può scegliere tra varie specializzazioni:

  • pediatrica;
  • geriatrica;
  • psichiatrica;
  • di sanità pubblica
  • di area critica-emergenziale

Esistono però anche master specifici proprio per chi vuole intraprendere la carriera da Infermiere di Famiglia e Comunità. Un infermiere regolarmente iscritto all’albo, con formazione universitaria e percorsi post-laurea, può dunque partecipare a bandi pubblici o selezioni interne ai distretti nei quali si è già in servizio. Requisiti preferenziali per la valutazione dei curriculum dei candidati sono in genere: esperienza in ambito territoriale, assistenza domiciliare, ambulatori territoriali, cure palliative territoriali, salute mentale, nei servizi di integrazione ospedale-territorio e di presa in carico di soggetti fragili e percorsi di master di primo livello di Infermiere di Famiglia e Comunità o equivalenti.

Innovazioni tecnologiche e interdisciplinarietà nell’assistenza territoriale

Le tecnologie moderne stanno trasformando il lavoro dell’infermiere di famiglia, grazie a strumenti come la telemedicina e i dispositivi di monitoraggio a distanza, che permettono di seguire in tempo reale lo stato di salute del paziente. Questi strumenti facilitano il monitoraggio delle patologie croniche, riducendo la necessità di visite in ospedale e aumentando l’efficacia del supporto a domicilio.L’approccio interdisciplinare è fondamentale: il lavoro in team tra infermieri, medici, assistenti sociali e altre figure professionali consente di fornire cure integrate, migliorando l’efficienza del sistema e riducendo i costi sanitari.

L'importanza della salute mentale e del supporto emotivo

Un ruolo sempre più importante è anche quello del supporto psicologico. L’infermiere di famiglia lavora per promuovere il benessere non solo fisico, ma anche mentale, offrendo ascolto e sostegno emotivo. Questo approccio aiuta a migliorare la qualità di vita dei pazienti e a prevenire le crisi legate alla gestione di patologie croniche. L’ infermiere di famiglia e di comunità rappresenta un pilastro fondamentale per l’assistenza territoriale in Italia, supportando le persone nel mantenere una buona qualità di vita senza allontanarsi dal proprio contesto familiare. Questa figura promuove la salute, prevenendo le malattie e riducendo l’ospedalizzazione, grazie a un'assistenza costante, alla collaborazione con altre figure sanitarie e all’uso delle nuove tecnologie. Il percorso per diventare infermiere di famiglia richiede una formazione specifica, ma offre anche numerose possibilità di carriera in un settore in forte espansione.

Di: Arnaldo Iodice, giornalista

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