Arresto cardiaco e BLSD: un corso per fare di più, prima e meglio

Sommario

  1. L’arresto cardiaco improvviso
  2. Fattori di rischio
  3. Arresto cardiaco e infarto: c’è differenza
  4. Intervento e prevenzione
  5. BLSD: I nuovi corsi ECM di Consulcesi Club 

Articolo aggiornato con nuovi corsi 2023

  Dieci anni fa, con l’improvvisa scomparsa di volti noti come Vigor Bovolenta e Piermario Morosini, gli italiani prendevano coscienza del fatto che anche i giovani e gli sportivi potevano morire di arresto cardiaco. Oggi sono stati fatti numerosi passi avanti per prevenire e contrastare quella che ancora rappresenta la terza causa di morte nei Paesi industrializzati interessando circa 400mila persone in Europa ogni anno. Solo in Italia, fino al 2019, si registrava una media di 70mila decessi l’anno ma a seguito della pandemia, causa anche una ridotta disponibilità di mezzi di pronto soccorso, di ritardi nei tempi di intervento e di una minore richiesta di aiuto al manifestarsi dei primi sintomi per timore di contrarre il virus, si è assistito a un incremento del 60% dei casi rispetto all’ultimo anno pre-Covid. Conoscere come intervenire in modo tempestivo ed efficace è fondamentale per aumentare le possibilità di sopravvivenza delle persone colpite da arresto cardiaco. Per questo Consulcesi Club propone il nuovo corso di formazione “BLSD – PBLSD e manovre di disostruzione”.

L’arresto cardiaco improvviso

Si tratta di un’interruzione inattesa dell’attività cardiaca e respiratoria che si verifica a causa di un’alterazione dell’attività elettrica del cuore. Questo, che comincia a vibrare e battere a elevata velocità, non riesce più a pompare sangue nel corpo e nel cervello, causando perdita di coscienza e già dopo 4 minuti danni cerebrali che senza alcun intervento appropriato diventano irreversibili. Si possono avere sintomi premonitori come un improvviso senso di vertigine, sudorazione eccessiva, la sensazione di avere il cuore in gola, e tachicardia. Tuttavia, talvolta le avvisaglie possono non manifestarsi.

Fattori di rischio

Se tra le persone che sono maggiormente a rischio di arresto cardiaco vi sono coloro che hanno un'anamnesi familiare di arresto cardiaco improvviso, una bassa frazione di eiezione (ossia la percentuale di sangue pompata dal cuore a ogni contrazione), coloro che soffrono di scompenso cardiaco o hanno già avuto un attacco cardiaco, anche altri fattori quali obesità, diabete, fumo di sigaretta, stress, abuso di alcool, ipertensione arteriosa, aterosclerosi e alterazioni di colesterolo e trigliceridi, aumentano il rischio predisponendo la persona all’evento improvviso e potenzialmente fatale.

Arresto cardiaco e infarto: c’è differenza

Mentre, come abbiamo detto, l’arresto deriva da una disfunzione cardiaca, l’infarto si verifica quando c’è un’ostruzione dei vasi che nutrono il cuore. Questo quindi solitamente non cesserà di battere ma se la mancata ossigenazione perdura, può condurre alla morte della sezione del miocardio interessata. Se in alcuni casi l’infarto è improvviso, in altri può iniziare lentamente e continuare per ore, giorni o perfino settimane. Anche in questo caso, possiamo avere o meno sintomi. Tra i più comuni ci sono: dolore o fastidio al petto, alla schiena o alla mandibola, respiro affannoso, sudore freddo, nausea e vomito.

Intervento e prevenzione

Sebbene alcune aritmie pericolose e malattie congenite rare conducibili a una morte cardiaca improvvisa sfuggano ancora ai controlli restando indiagnosticate, soprattutto nell’ultimo decennio fondamentali passi avanti sono stati compiuti sia in termini di prevenzione che di intervento precoce. Infatti, oltre alla crescente importanza riconosciuta alle visite medico-sportive per l’individuazione di anomalie cardiache, professionisti della salute e non hanno avviato un’importante opera di divulgazione in relazione alle manovre di Basic Life Support (BLS, supporto vitale di base), alla rianimazione Cardio-Polmonare (RCP) e alla defibrillazione precoce nei soggetti per i quali è indicata. Un ulteriore passo avanti nel nostro Paese è stato compiuto di recente con l’approvazione definitiva della Legge 116 del 2021 che prevede la diffusione capillare di defibrillatori automatici e semiautomatici nei luoghi pubblici, oltre che all’educazione nelle scuole e all’attività di sensibilizzazione tra la popolazione. Con un tasso di sopravvivenza della vittima attualmente attorno al 2%, questi interventi risultano difatto fondamentali per migliorare notevolmente la sopravvivenza dei soggetti affetti da arresto cardiaco. Si stima che ogni anno 100mila persone in Europa potrebbero essere salvate se la maggior parte della popolazione fosse addestrata al BLSD.

BLSD: I nuovi corsi ECM di Consulcesi Club 

Proprio dalla consapevolezza di un più rapido ed efficace intervento, nasce il nuovo corso Consulcesi Club “BLSD – PBLSD e manovre di disostruzione”.   Questo, partendo dal film-formazione Cardiopathos, approfondisce e sviluppa l’insieme di tecniche e manovre di BLSD, sia su adulti che bambini e infanti, in ambito ospedaliero come extra-ospedaliero. Attraverso la formazione a distanza, che va ad aggiungersi alla già ricca offerta del provider leader nella formazione ECM in Italia, i professionisti della salute avranno quindi l’opportunità di formarsi in relazione alla cosiddetta “Catena della Sopravvivenza”, oltre che sulle manovre di rianimazione cardio-polmonare e sull’utilizzo del defibrillatore semi-automatico esterno (DAE), non mancando di aderire e fare riferimento alle ultime linee guida definite dall’American Heart Association per RCP ed ECG.   Non meno rilevante è infine la sezione della formazione multimediale dedicata alle manovre di disostruzione, applicate anch’esse sui diversi possibili soggetti coinvolti: dagli infanti fino alle donne in gravidanza e le persone che soffrono di obesità.   Accanto a questo, Consulcesi propone altri due nuovi corsi che vanno ulteriormente a specializzare il professionista della salute:
  • "BLSD e disostruzione: prevenzione e primo soccorso dal neonato all’anziano fragile" – una formazione da 50 crediti ECM che oltre a fornire tutti gli elementi fondamentali sulla catena del soccorso, quindi anche la rianimazione cardiopolmonare e l’utilizzo del defibrillatore ma non solo, approfondisce patologie neurologiche del bambino e dell’anziano, l’assistenza all’alimentazione, con particolare attenzione alla gestione e al trattamento della disfagia.
Tra i responsabili scientifici del corso spicca il nome di Marco Squacciarini, esperto di Primo soccorso che da oltre 18 anni si occupa di fornazione e divulgazione in materia. Nominato esperto presso il Consiglio Superiore di Sanità (2014-2018) e medico coordinatore delle attività di formazione BLSD del Ministero della Salute, Squacciarini è inoltre fondatore e direttore sanitario di uno dei più grandi centri di formazione italiani American Heart Association.   Il corso si rivela così una formazione indispensabile non solo in relazione al Coronavirus e alle nuove linee guida tracciate per contenere la sua diffusione, ma per garantire la sicurezza dell’operatore sanitario senza compromettere l’efficacia della rianimazione cardiopolmonare. Un particolare focus è inoltre dedicato ai soccorsi extra-ospedalieri, che spesso non vedono i soccorritori forniti di tutti i dispositivi di protezione individuale necessari. Infine, saranno analizzati studi condotti su pazienti Covid-19 positivi sottoposti a procedure di rianimazione.  
Di: Redazione Consulcesi Club

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