Cos'è la febbre dengue e come si trasmette?
La febbre Dengue è causata da quattro virus molto simili tra loro (Den-1, Den-2, Den-3 e Den-4) e si trasmette agli esseri umani con le punture di una zanzara infetta (ovvero che ha già punto una persona ammalata) e non è possibile un contagio uomo a uomo. Il virus circola nel sangue fino a 7 giorni dal contagio e, in questo tempo, una zanzara può pungere e a sua volta trasportarlo.
La malattia si manifesta con febbre alta, dolori muscolari e articolari, eruzioni cutanee e, nei casi più gravi, può evolvere in dengue grave o febbre emorragica, con rischio di shock e sanguinamenti interni. Il principale portatore del virus è la zanzara Aedes aegypti, molto presente nell'emisfero occidentale (Asia, America Latina e Africa), dove infatti si concentra la maggior parte dei contagi e le situazioni epidemiologiche più serie. Anche la Aedes albopictus, tuttavia - zanzara comune anche in Italia - può trasmettere efficacemente il virus e rischiare quindi di provocare un contagio interno e autoctono. Per questo motivo, tutti i sanitari sono invitati a fare particolare attenzione ai pazienti in partenza o di ritorno da viaggi verso i territori più coinvolti.
Situazione epidemiologica della Dengue in Italia e nel mondo
Nel 2023, a livello globale, sono stati riportati oltre 6 milioni di casi di Dengue e più di 6.000 decessi in 92 paesi o territori. Le americhe sono risultate particolarmente colpite, con significative epidemie dovute alla circolazione di tutti e quattro i sierotipi del virus. in italia, dal 1º gennaio all'8 ottobre 2024, il sistema di sorveglianza nazionale ha registrato 625 casi confermati di Dengue. Questi dati evidenziano una crescente diffusione della malattia, sottolineando l'importanza di misure preventive e di sorveglianza.
Sintomi della febbre Dengue: come riconoscerla?
Dopo un periodo di incubazione che varia dai 3 ai 14 giorni (mediamente 4-7 giorni), la Dengue si manifesta con sintomi quali febbre alta, mal di testa acuto, dolori intorno e dietro agli occhi, forti dolori muscolari e articolari, nausea, vomito e irritazioni cutanee che possono comparire dopo 3-4 giorni dall'insorgenza della febbre. Nei bambini, i sintomi tipici possono essere assenti o meno evidenti. in alcuni casi, la malattia può evolvere in forme più gravi, come la febbre dengue emorragica o la sindrome da shock dengue, caratterizzate da emorragie e insufficienza circolatoria.
Il vaccino Qdenga contro la Dengue: chi deve vaccinarsi?
Nel febbraio 2023, l'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha autorizzato l'uso del vaccino Qdenga, indicato per adulti, giovani e bambini a partire dai 4 anni di età, indipendentemente dall'aver contratto precedentemente l'infezione. La vaccinazione prevede due iniezioni sottocutanee nella parte superiore del braccio, a distanza di tre mesi l'una dall'altra. il vaccino è particolarmente raccomandato per i viaggiatori diretti verso aree endemiche per la Dengue.
Gestione clinica della Dengue: cosa devono sapere i sanitari
Gli operatori sanitari devono essere in grado di riconoscere tempestivamente i sintomi della Dengue per garantire una diagnosi precoce e un'adeguata gestione clinica. Non esiste un trattamento antivirale specifico per la dengue; pertanto, la terapia è principalmente di supporto e mira ad alleviare i sintomi, monitorare i segni vitali e prevenire le complicanze. E' fondamentale mantenere un'adeguata idratazione del paziente e monitorare attentamente eventuali segni di progressione verso forme gravi della malattia, come emorragie o shock. in caso di sospetta Dengue, è importante evitare la somministrazione di farmaci antinfiammatori non steroidei (fans) e aspirina, poiché possono aumentare il rischio di sanguinamento.
Prevenzione della Dengue: come ridurre il rischio di contagio
La prevenzione più efficace contro la Dengue consiste nell'evitare le punture delle zanzare vettore del virus. E' consigliabile utilizzare repellenti per insetti, indossare abiti che coprano la maggior parte del corpo, installare zanzariere alle finestre e utilizzare zanzariere durante il sonno. E' importante eliminare i ristagni d'acqua intorno alle abitazioni, poiché rappresentano potenziali siti di riproduzione per le zanzare. Le zanzare Aedes sono più attive durante le prime ore del mattino e nel tardo pomeriggio; pertanto, è particolarmente importante adottare misure protettive in questi momenti della giornata.
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Implicazioni ambientali e climatiche per la diffusione della Dengue
Il cambiamento climatico, con l'aumento delle temperature globali e le alterazioni dei modelli di precipitazione, sta favorendo la diffusione delle zanzare Aedes aegypti e Aedes albopictus in nuove aree geografiche, inclusi paesi precedentemente non endemici. Temperature più elevate accelerano lo sviluppo delle zanzare e la replicazione del virus al loro interno, aumentando le probabilità di trasmissione. La deforestazione e l'urbanizzazione incontrollata contribuiscono ulteriormente alla proliferazione delle zanzare, creando habitat ideali per la loro riproduzione.
Rischi futuri e scenario globale della febbre Dengue
In presenza di un focolaio di Dengue, è essenziale implementare misure di controllo per prevenire l'ulteriore diffusione del virus. Le autorità sanitarie devono attuare programmi di sorveglianza per identificare rapidamente nuovi casi e monitorare la diffusione della malattia. È importante informare la popolazione sulle misure preventive da adottare e intensificare le attività di controllo delle zanzare, come la disinfestazione e l'eliminazione dei siti di riproduzione. In ambito ospedaliero, i pazienti con Dengue devono essere gestiti in modo da prevenire la trasmissione nosocomiale, adottando misure di isolamento appropriate e garantendo la protezione del personale sanitario.
Ma quali sono i rischi futuri ed è possibile prospettare uno scenario globale della febbre dengue? Secondo le proiezioni, entro il 2050, fino a 5 miliardi di persone potrebbero essere a rischio di dengue a causa dei cambiamenti climatici, dell'urbanizzazione e di altri fattori ambientali.