Hikikomori, quali sono i fattori di rischio negli adolescenti?

Scopri i fattori determinanti per l'insorgenza dell'hikikomori tra gli adolescenti italiani, secondo lo studio del CNR.

Sommario

  1. Le cause del ritiro sociale negli adolescenti
  2. I principali fattori di rischio
  3. Dall'iperconnessione alla rinuncia totale alla socialità
  4. Un problema senza confini
  5. Le possibili soluzioni
  6. Verso un futuro di maggiore consapevolezza

La sindrome degli hikikomori, un fenomeno di ritiro sociale che ha avuto origine in Giappone, sta assumendo proporzioni sempre più preoccupanti anche in Italia. Uno studio recente del gruppo di ricerca MUSA del Cnr-Irpps, pubblicato sulla rivista Scientific Reports, ha evidenziato un aumento significativo del numero di adolescenti che evitano il contatto sociale al di fuori della scuola. Dopo la pandemia da Covid-19, questa tendenza si è quasi raddoppiata, trasformandosi in una problematica cronica legata a una combinazione di fattori psicologici e relazionali.

Le cause del ritiro sociale negli adolescenti

Il gruppo di ricerca MUSA ha condotto un'indagine socio-psicologica per comprendere l'eziologia del fenomeno. Lo studio si è basato su due rilevazioni effettuate nel 2019 e nel 2022 su campioni rappresentativi di studenti delle scuole secondarie di secondo grado. I risultati hanno evidenziato un aumento preoccupante degli adolescenti che non incontrano più amici al di fuori del contesto scolastico, passando dal 5,6% nel 2019 al 9,7% nel 2022.

I ricercatori hanno individuato tre categorie di adolescenti in base al loro livello di interazione sociale:

  • Le "farfalle sociali", che mantengono una vita sociale attiva;
  • Gli "amico-centrici", che privilegiano solo pochi legami stretti;
  • I "lupi solitari", tra i quali si trova la fascia più a rischio di isolamento estremo.

In particolare, il numero dei "lupi solitari" è triplicato in tre anni, passando dal 15% al 39,4%, segnalando una trasformazione radicale nelle dinamiche sociali degli adolescenti italiani.

I principali fattori di rischio

Dallo studio emergono diversi fattori che contribuiscono all'autoisolamento adolescenziale:

  1. Iperconnessione ai social media: La sovraesposizione al mondo virtuale sostituisce le interazioni reali, minando lo sviluppo sociale ed emotivo dei ragazzi.
  2. Scarsa qualità delle relazioni familiari: Una comunicazione poco efficace con i genitori, soprattutto con la madre, incide negativamente sulla sicurezza emotiva dell'adolescente.
  3. Bassa fiducia nelle relazioni sociali: Molti giovani manifestano sfiducia verso insegnanti e familiari, aumentando il rischio di isolamento.
  4. Cyberbullismo e bullismo: Essere vittime di aggressioni verbali o fisiche riduce la voglia di interagire con il mondo esterno.
  5. Bassa autostima e insoddisfazione corporea: Le pressioni sociali a conformarsi a modelli estetici irraggiungibili generano un senso di inadeguatezza che porta all'evitamento sociale.
  6. Scarsa partecipazione ad attività extrascolastiche: La mancanza di esperienze sportive o di gruppo limita ulteriormente le opportunità di socializzazione.

Dall'iperconnessione alla rinuncia totale alla socialità

L'iperconnessione ai social media, sebbene inizialmente sembri fornire un'alternativa alle interazioni faccia a faccia, può portare alla progressiva rinuncia anche alla socialità virtuale. I giovani già ritirati tendono a ridurre gradualmente anche l'uso dei social, segnalando una transizione verso un isolamento totale.

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Un problema senza confini

Contrariamente a quanto si credeva in passato, il fenomeno non riguarda solo determinate fasce sociali o aree geografiche. Lo studio dimostra che l'autoisolamento colpisce ragazzi e ragazze in egual misura, indipendentemente dalla regione di appartenenza, dal tipo di scuola frequentata o dallo status socioeconomico della famiglia. Questo suggerisce che il problema stia diventando globale ed endemico, richiedendo un intervento mirato e urgente.

Le possibili soluzioni

Per contrastare la diffusione della sindrome degli hikikomori, gli esperti suggeriscono un approccio multidisciplinare che coinvolga famiglie, scuole e istituzioni:

  • Formazione per genitori e insegnanti: Sensibilizzare gli adulti sull'importanza delle relazioni sociali e dell’equilibrio tra mondo digitale e reale.
  • Supporto psicologico per i giovani a rischio: Implementare programmi di prevenzione e sostegno per gli adolescenti più vulnerabili.
  • Promozione delle attività extrascolastiche: Incentivare la partecipazione a sport, volontariato e altre esperienze di gruppo per favorire la socializzazione.

Verso un futuro di maggiore consapevolezza

Il gruppo di ricerca MUSA sta avviando un'indagine longitudinale, denominata "Mutamenti Interazionali e Benessere", per analizzare l'evoluzione del fenomeno nei prossimi cinque anni. Questa ricerca consentirà di approfondire ulteriormente i meccanismi che portano all’autoisolamento e di sviluppare strategie più efficaci per prevenirlo.

Il fenomeno del ritiro sociale giovanile rappresenta una sfida cruciale per la società contemporanea. Agire tempestivamente con misure concrete può fare la differenza per il benessere delle future generazioni.

Di: Cristina Saja, giornalista e avvocato

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