La Piattaforma Nazionale di Telemedicina (PNT), uno dei progetti chiave della Missione 6 del PNRR, è stata presentata lo scorso 4 febbraio presso la sede di Agenas. L'obiettivo principale della PNT (che dovrebbe essere attiva entro dicembre 2025) è quello di colmare le lacune nell'interoperabilità tra i diversi sistemi sanitari regionali, un problema storico che spesso costringe i pazienti a ripetere esami e visite quando cambiano regione. Il Ministero della Salute e Agenas si sono posti l'obiettivo di assistere almeno 300 mila pazienti entro dicembre 2025, soglia minima richiesta dall'UE per confermare i fondi del PNRR, con l'ambizione di arrivare a 790 mila utenti come stabilito dal Decreto ministeriale del settembre 2023.
Struttura e servizi della piattaforma
La PNT si compone di una struttura centrale (INT) e 21 infrastrutture regionali (IRT), con l'obiettivo di offrire servizi essenziali di telemedicina come televisita, teleconsulto, teleassistenza e telemonitoraggio. Non tutte le regioni hanno acquistato tutti i servizi, poiché alcune dispongono già delle infrastrutture necessarie per fornirli autonomamente. Inoltre, sono previste oltre 90 mila postazioni per la telemedicina territoriale in strutture come farmacie rurali, studi medici e ospedali di comunità. Il progetto coinvolgerà circa 42.674 medici di ruolo, 121.969 medici specialisti, 6.650 pediatri di libera scelta, 99.161 infermieri e oltre 121 mila altri professionisti sanitari.
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Le sfide della digitalizzazione sanitaria
Uno dei principali ostacoli nella realizzazione della PNT è stato lo sviluppo di un linguaggio standardizzato per la registrazione dei dati sanitari, necessario per garantire l'interoperabilità tra le diverse piattaforme. Un altro nodo critico è stato l'adeguamento dei dati preesistenti al nuovo standard, un processo complesso anche a causa dell'attuale frammentazione del Fascicolo Sanitario Elettronico, che in Italia funziona ancora in modo disomogeneo. Inoltre, la sicurezza dei dati e la protezione della privacy sono state oggetto di dibattito, portando il Garante per la Privacy a richiedere misure rigorose per la cybersecurity. Un importante passo avanti si è avuto il 31 dicembre 2024, con l'approvazione della legge che istituisce l'Ecosistema Dati Sanitari (EDS), il quale integra Intelligenza Artificiale, FSE e telemedicina in un'unica piattaforma sicura e accessibile.
Il futuro della telemedicina in Italia
Nonostante l'entusiasmo per la PNT, l'Italia deve ancora colmare un significativo divario rispetto agli altri paesi europei in termini di digitalizzazione sanitaria. Il report "Health at a Glance: Europe 2024" mostra che il 79% dei cittadini europei ha accesso al proprio Fascicolo Sanitario Elettronico, mentre in Italia la situazione varia fortemente da regione a regione. Il sistema sanitario nazionale, suddiviso in venti realtà regionali con normative e infrastrutture diverse, ha reso complessa l'adozione uniforme della telemedicina. Tuttavia, l'approccio dei professionisti sanitari è sempre più orientato al digitale: già tra il 2019 e il 2021 sono stati avviati 369 progetti autonomi di telemedicina, e piattaforme private di consulto medico stanno diventando sempre più diffuse. La PNT ha il potenziale per rivoluzionare l'assistenza sanitaria, ma la sua piena operatività richiederà ancora tempo. Nel frattempo, il settore sanitario italiano dimostra di essere pronto ad accogliere il cambiamento, nella speranza che la tecnologia possa finalmente migliorare l'accesso alle cure e la qualità della vita dei pazienti.