Tra le specializzazioni mediche più richieste per l'anno 2024 - che probabilmente saranno confermate anche per l'anno in corso - rientra la chirurgia plastica, che si piazza ai primi posti assieme a pediatria, oftalomologia, malattie dell'apparato cardiovascolare, malattie dell'apparato digerente, endocrinologia, dermatologia e venereologia.
Ma come si diventa chirurgo plastico?
Il medico acquisisce la specializzazione in chirurgia plastica frequentando la Scuola di Specializzazione in Chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica, che è inclusa all'interno dell'area delle specializzazioni chirurgiche, precisamente nella classe delle chirurgie generali e specialistiche.
Possono accedere alla specializzazione in Chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica i laureati specialisti e magistrali in Medicina e Chirurgia (classe 46/S e classe LM-41) e i laureati del vecchio ordinamento in Medicina e Chirurgia.
Al termine degli studi, il medico specialista in chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica deve avere acquisito conoscenze teoriche, scientifiche e professionali nel campo della fisiopatologia, clinica e terapia delle malformazioni, dei traumi, delle neoplasie e di tutte le altre patologie che provocano alterazioni morfologiche e funzionali. Deve, inoltre, essere esperto nella chirurgia riparatrice dei tegumenti, delle parti molli e dello scheletro con finalità morfofunzionali.
Secondo il decreto di riordino delle Scuole di Specializzazione di area sanitaria sono specifici ambiti di competenza della specializzazione in chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica il trattamento delle ustioni in fase acuta e cronica, la fisiologia e la clinica dei processi di riparazione, le tecniche chirurgiche di trasferimento e plastica tissutale, ivi compresi i trapianti di organi e tessuti di competenza, nonché le biotecnologie sottese all’impiego di biomateriali.
Lo specialista in chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica, al termine del suo percorso, deve avere acquisito competenza nelle tecniche chirurgiche con implicazioni e finalità di carattere estetico.
Il percorso per diventare chirurgo plastico, perciò, è meno semplice di quel che possa apparire, richiedendo l'acquisizione di conoscenze e abilità che vanno a toccare vari ambiti della scienza medica.
Purtroppo, negli ultimi tempi sono balzati agli onori delle cronache i casi di giovani donne decedute a seguito di interventi di chirurgia plastica, eseguiti in ambienti non adeguati, non sterili e privi dei necessari strumenti per intervenire in caso di emergenza.
Questi casi, che sono oggi al vaglio delle competenti Procure, che accerteranno le eventuali responsabilità penali degli indagati, arrecano un importante nocumento a tutta la categoria dei chirurghi plastici ed estetici, additati dall'opinione pubblica come pessimi professionisti.
Cerchiamo, allora, di riassumere brevemente, con alcuni consigli, ciò che può essere utile al chirurgo plastico/estetico per differenziarsi dagli studi “farlocchi” che – purtroppo – si pubblicizzano sul web e farsi individuare dai clienti.
Studio e ambulatorio: quali sono le differenze
Il medico specializzato in chirurgia plastica può decidere di operare all'interno di uno studio medico o di un ambulatorio, ma deve conoscere bene le differenze, per evitare di operare in ambienti non idonei o privi di autorizzazione.
Lo studio medico è l'ambiente in cui il professionista abilitato svolge la propria attività professionale, e si caratterizza per la prevalenza del suo apporto professionale e intellettuale rispetto alla disponibilità di beni, strumenti e accessori.
L'ambulatorio medico, invece, è un ambiente in cui esiste un'organizzazione complessa di lavoro, beni e servizi, assimilabile a un'impresa: a differenza dello studio medico, all'interno dell'ambulatorio l'apporto del professionista è solo uno degli elementi costitutivi, che va ad associarsi agli altri.
Per dirla in termini semplici, da uomo della strada, all'interno dello studio medico il chirurgo estetico può svolgere consulenze e attività di medicina estetica esigue, mentre nell'ambulatorio il chirurgo plastico può svolgere anche attività chirurgica, purché munito di tutte le autorizzazioni prescritte dalla legge.
I principi generali relativi alle autorizzazioni alla realizzazione di strutture sanitarie e all'esercizio di attività sanitarie e sociosanitarie sono dettati dall'art. 8 ter del d.lgs. n. 502/92, che impone a chiunque voglia realizzare una struttura sanitaria/sociosanitaria di munirsi di apposita autorizzazione, richiesta sia per le nuove strutture che per quelle già esistenti soggette a diversa utilizzazione, nonché per eventuali ampliamenti, trasformazioni, trasferimento in altra sede di strutture già autorizzate.
Le autorizzazioni richieste, in ogni caso, variano in base alla regione in cui si opera, trattandosi di competenze che lo Stato ha delegato alle singole regioni.
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Il sito web e la pubblicità online: ok, purché informata e di qualità
Nulla vieta al chirurgo plastico di farsi conoscere sul web, attraverso un sito internet o un Social Network, purché lo faccia nel rispetto delle norme deontologiche, senza ledere la dignità e il decoro della professione, attraverso attività di divulgazione rivolte ai pazienti, senza effettuare pubblicità comparativa.
Ad esempio, sul sito web del chirurgo plastico è doveroso inserire tutti i dati relativi all'iscrizione all'albo dei medici e alla/e specializzazione/i acquisite dal professionista: in questo modo, il paziente avrà la possibilità di verificare, sull'albo nazionale, se quelle informazioni siano veritiere o meno.
Il chirurgo plastico può informare, sul suo sito o sui Social, i potenziali pazienti, fornendo informazioni sanitarie che siano:
- utili,
- veritiere,
- certificate con dati oggettivi e controllabili,
- autorizzate con nulla osta dal Consiglio dell'Ordine di appartenenza.
Se il chirurgo ha, all'interno del proprio studio o del proprio laboratorio, delle specifiche attrezzature o dei presidi medici che utilizza per l'erogazione della prestazione professionale, è preferibile che ne faccia espressa menzione e indicazione all'interno del sito e/o nei canali Social, fornendo al potenziale paziente anche indicazioni di natura tecnica, in un linguaggio comprensibile a tutti, anche al cosiddetto “uomo della strada”.
Per concludere, il chirurgo estetico può essere presente online e offline, purché lo faccia in maniera chiara, trasparente, senza creare confusione o false aspettative nei pazienti, previa autorizzazione del proprio Consiglio dell'Ordine di appartenenza.