Influenza aviaria nei gatti, rischio contagio per l’uomo?

Sommario

  1. Allarme tra i gatti: un segnale di adattamento del virus
  2. Monitoraggio e prevenzione: gli strumenti essenziali
  3. Come si trasmette il virus?
  4. Misure di sicurezza e raccomandazioni per i proprietari di gatti

Negli Stati Uniti, il livello di allerta per l’influenza aviaria nei gatti è elevato. I Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC) hanno inviato un avviso a medici e laboratori affinché accelerino i test di sottotipizzazione del virus nei pazienti ricoverati con sospetta influenza aviaria, per prevenire ritardi nell’identificazione delle infezioni umane da virus A H5N1. In Italia, invece, un caso è stato rilevato in un gatto a Valsamoggia, in provincia di Bologna. Ma qual è la situazione attuale? Cosa fare per prevenire il contagio e possibili conseguenze spiacevoli? Ne abbiamo parlato con Pierluigi Ugolini, vicesegretario nazionale SIVeMP.

Allarme tra i gatti: un segnale di adattamento del virus

“La situazione è questa: alcuni gatti sono stati colpiti da questo virus, manifestando sintomi gravi e in alcuni casi morendo” spiega il vicesegretario Ugolini. “Questo è un segnale preoccupante, non solo per i gatti, ma perché indica un adattamento del virus a specie che normalmente non ne sono colpite.” Secondo Ugolini, non si tratta di un allarme immediato, ma di un campanello d’allarme che richiede attenzione e monitoraggio.

Monitoraggio e prevenzione: gli strumenti essenziali

L’esperto sottolinea che il livello di attenzione attuale è più elevato rispetto al passato, il che permette di individuare precocemente eventuali cambiamenti nel comportamento del virus. “Un monitoraggio tempestivo consente di attuare misure preventive prima che la situazione sfugga di mano” afferma Ugolini. La prevenzione, anche se non sempre piacevole, rimane l’arma principale nella lotta contro le malattie virali, come si è visto anche con il Covid-19.

Come si trasmette il virus?

La trasmissione avviene principalmente attraverso il contatto con animali infetti. “I gatti colpiti sono stati contagiati perlopiù dal contatto con bovini infetti, che a loro volta sono stati esposti al virus tramite uccelli migratori” chiarisce Ugolini. Sebbene avere un gatto in casa non rappresenti un pericolo, Ugolini raccomanda di vaccinarsi contro l’influenza per ridurre il rischio di trasmissione inversa, ovvero dal gatto all’uomo. La sorveglianza deve concentrarsi sulle specie più sensibili e su quelle in cui il virus potrebbe subire mutazioni genetiche.

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Misure di sicurezza e raccomandazioni per i proprietari di gatti

Il sistema di monitoraggio in Italia e nel mondo si concentra sulle vie migratorie degli uccelli e sugli allevamenti di volatili, dove vengono applicate rigorose misure di biosicurezza. “Gli operatori che lavorano a stretto contatto con questi animali devono seguire protocolli precisi e sottoporsi alla vaccinazione” sottolinea Ugolini.

Per quanto riguarda i proprietari di gatti domestici, non c'è motivo di allarme: “Chi ha un gatto in casa non deve preoccuparsi, a meno che non viva in un ambiente rurale con contatti diretti con bovini o uccelli infetti.” La chiave rimane dunque la prevenzione e la consapevolezza, per evitare inutili allarmismi e proteggere la salute degli animali e delle persone.

Di: Arnaldo Iodice, giornalista

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