Dal banco allo studio medico: in UK i farmacisti diventano Indipendent Prescriber

Scopri la figura dell'Indipendent Prescriber in UK e le ragioni della fuga dei farmacisti verso gli studi medici. Analisi e approfondimenti.

Sommario

  1. Indipendent Prescriber: chi è e cosa fa
  2. Le cause della fuga dalle farmacie
  3. Cosa dicono i farmacisti
  4. Indipendent Prescriber: un modello per l’Italia?
  5. Verso un nuovo equilibrio professionale per il farmacista

C’è un fenomeno sempre più evidente che sta attraversando il mondo della sanità britannica, ma che potrebbe presto interessare anche altri Paesi europei: si tratta della migrazione dei farmacisti dalle farmacie tradizionali verso gli studi medici UK, attratti da un nuovo ruolo professionale che garantisce maggiore autonomia, migliori condizioni di lavoro e un riconoscimento crescente: quello dell’Indipendent Prescriber.

Una vera e propria fuga dei farmacisti UK, documentata anche da recenti inchieste giornalistiche come quella pubblicata da Farmacista33, che racconta come sempre più professionisti decidano di abbandonare il banco della farmacia per lavorare gomito a gomito con medici di base, infermieri e fisioterapisti nelle strutture del National Health Service (NHS).

Indipendent Prescriber: chi è e cosa fa

Nel Regno Unito, il termine Indipendent Prescriber indica un professionista sanitario — tra cui medici, infermieri e farmacisti — abilitato a prescrivere farmaci in modo autonomo, senza la necessità di una controfirma medica. Per i farmacisti, questa possibilità è realtà già dal 2006, dopo aver completato un percorso accademico e pratico presso enti accreditati.

Ma negli ultimi anni, il numero di farmacisti Indipendent Prescriber UK è aumentato sensibilmente, soprattutto in risposta alla carenza di medici di medicina generale e alla necessità, da parte del NHS, di ampliare l’accesso alle cure primarie.

Il farmacista indipendente può:

  • diagnosticare alcune patologie;
  • prescrivere terapie farmacologiche;
  • monitorare il decorso clinico;
  • lavorare in team integrati all’interno di studi medici o ambulatori.

Le cause della fuga dalle farmacie

La fuga dei farmacisti UK non è una semplice moda, ma il risultato di un disagio strutturale che affligge il settore da anni:

  1. Sovraccarico di lavoro e carenza di personale: la pandemia ha esasperato condizioni lavorative già critiche.
  2. Remunerazioni non proporzionate al livello di responsabilità.
  3. Pressioni commerciali crescenti: soprattutto nelle catene, l’aspetto clinico del ruolo viene spesso subordinato alla vendita.
  4. Assenza di prospettive di crescita professionale.

In questo scenario, lavorare come Indipendent Prescriber negli studi medici UK significa non solo migliori condizioni contrattuali, ma anche un ritorno al cuore della professione: la cura del paziente.

Cosa dicono i farmacisti

Molti farmacisti dichiarano che, una volta entrati negli studi medici, non tornerebbero più indietro. Lavorare in ambienti multidisciplinari, avere voce in capitolo nelle decisioni cliniche e potersi confrontare quotidianamente con altri professionisti sanitari rappresenta, per molti, una rinascita professionale.

Un dato emblematico: tra il 2021 e il 2024, il numero di farmacisti impiegati nelle cure primarie nel Regno Unito è aumentato di oltre il 40%, secondo i dati dell’NHS.

Indipendent Prescriber: un modello per l’Italia?

L’esperienza britannica potrebbe rappresentare un modello da osservare con attenzione anche in Italia, dove si discute da tempo di come valorizzare le competenze cliniche del farmacista, soprattutto in un contesto post-pandemico che ha messo in luce l’importanza dell’assistenza territoriale.

Tuttavia, per rendere attuabile un percorso simile, sarebbe necessario:

  • riformare il percorso accademico e formativo del farmacista;
  • creare nuove sinergie tra farmacie e servizi sanitari regionali;
  • ripensare il ruolo del farmacista nell’ambito delle case di comunità previste dal PNRR.

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Verso un nuovo equilibrio professionale per il farmacista

La migrazione dei farmacisti UK verso studi medici non è un fenomeno marginale, ma il segno di una trasformazione profonda della professione. La figura dell’Indipendent Prescriber UK incarna una nuova visione del farmacista: più autonomo, più formato, più centrale nella rete dell’assistenza primaria.

In Italia, i segnali di cambiamento non mancano. Ma sarà fondamentale investire in formazione continua, revisione normativa e soprattutto in una nuova cultura professionale, che valorizzi il farmacista non solo come dispensatore di farmaci, ma come alleato clinico a tutti gli effetti.

Di: Cristina Saja, giornalista e avvocato

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