Il 25 novembre è la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, istituita dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1999. Nasce per sensibilizzare l'opinione pubblica sul tema della violenza di genere e a promuovere strategie di prevenzione e iniziative per contrastarla. La data è stata scelta in memoria di tre donne rivoluzionarie e coraggiose, le sorelle Mirabal, attiviste della Repubblica Dominicana assassinate brutalmente nel 1960 per la loro opposizione al regime dittatoriale di Rafael Trujillo. Simbolo di eroismo e resistenza, sono diventate un'icona nella lotta per i diritti delle donne. Il colore arancione è stato scelto dalle Nazioni Unite come simbolo di un futuro libero dalla violenza di genere e molte iniziative vedono l’uso delle scarpe rosse, ispirate all’opera dell’artista messicana Elina Chauvet, per rappresentare le vittime di femminicidio.
I segnali della violenza di genere
In Italia, la violenza di genere continua a rappresentare una piaga sociale profonda: quest’anno, ad oggi, sono già stati registrati 104 femminicidi. Statisticamente, una donna su tre ha subito violenza almeno una volta nella propria vita.
Uno studio condotto dall'OMS indica che fino al 38% degli operatori sanitari ha subito violenza fisica o psicologica sul luogo di lavoro. In Italia, secondo l’Osservatorio Nazionale sulla Sicurezza degli Operatori Sanitari, circa il 70% delle aggressioni negli ospedali è rivolto a donne, che rappresentano una grande parte della forza lavoro sanitaria.
Occorre riflettere sul valore simbolico del 25 novembre: parlarne, discutere del fenomeno, condividere storie e sostenere le vittime può aiutare a generare un cambiamento culturale urgente e necessario.
La Convenzione di Istanbul definisce la violenza contro le donne come un insieme di atti, fisici o psicologici, fondati sul genere, capaci di causare sofferenze o danni, fino a minare la libertà delle donne. La violenza di genere può manifestarsi in molte forme, tra cui quella fisica, psicologica ed emotiva, economica e sessuale. Riconoscere avvisaglie e segnali è fondamentale per prevenire situazioni di abuso: ecco i principali segnali a cui prestare attenzione:
- Lividi, tagli o lesioni frequenti che la vittima cerca di giustificare o nascondere anche con comportamenti di evitamento, come non indossare abiti che espongano la pelle.
- Cambiamenti improvvisi nel comportamento, come paura di alzare la voce o reagire fisicamente. La vittima si allontana da amici e familiari, spesso su richiesta del partner.
- Appare ansiosa o nervosa quando è in presenza del partner ed esprime insicurezze su sé stessa, spesso dovute a critiche, umiliazioni ed offese continue.
- Si sente in colpa e responsabile per la rabbia o i comportamenti abusivi del partner.
- Il partner controlla rigidamente il denaro, impedendo alla vittima di avere accesso ai propri fondi. Le impedisce di lavorare, la controlla o la limita nell'autonomia finanziaria e le chiede costantemente di giustificare ogni spesa.
- Forzature, abusi, molestie o manipolazioni nei rapporti sessuali, paura o disagio evidente quando si parla di intimità.
Cosa fare se si sospetta violenza? Le risorse utili in Italia
Se si sospetta una forma di violenza, è bene, innanzitutto, ascoltare senza giudicare. Poi, offrire vicinanza e supporto alla vittima, evitando critiche o pressioni. È fondamentale informare sui servizi disponibili fornendo contatti di associazioni e centri antiviolenza. Se si pensa di denunciare violenze o minacce alle forze dell’ordine, sarebbe bene non agire da soli ma coinvolgere professionisti per evitare di mettere in pericolo la vittima. In Italia, il Numero Antiviolenza e Stalking 1522 è gratuito e attivo 24/7: offre ascolto e supporto, garantendo l’anonimato, mentre i centri antiviolenza sono strutture dedicate a protezione e assistenza alle vittime.
Quando “l’amore” diventa patologia
Spesso la violenza di genere trova le sue radici in dinamiche di potere, squilibri emotivi e concezioni distorte delle relazioni interpersonali. L’amore patologico rappresenta una forma di attaccamento ossessivo e dipendente che può degenerare in comportamenti abusivi o tossici. Sono, di frequente, il risultato di disuguaglianze di genere, stereotipi e una cultura che normalizza comportamenti dominanti.
L'amore patologico è caratterizzato da una dinamica malsana in cui uno o entrambi i partner sviluppano una dipendenza emotiva estrema. Questo tipo di relazione è spesso accompagnato da gelosia morbosa, ossessione, controllo e, nei casi peggiori, violenza. La gelosia eccessiva si caratterizza con un senso di possesso verso il partner, il controllo costante ne limita la libertà. C’è, di base, la paura dell'abbandono ed il timore irrazionale di essere lasciati, per questo si tende ad isolare il compagno/a da amici e familiari. Questa dinamica può peggiorare e provocare abusi perché l’amore viene confuso con il bisogno di soddisfazione egoistica. Come prevenire e affrontare queste situazioni che provocano nelle vittime traumi profondi, isolamento sociale e danni alla salute fisica e mentale?
- Educazione: promuovere l’importanza delle relazioni sane e del rispetto reciproco sin dall’infanzia;
- Supporto psicologico: terapia per chi vive o perpetua relazioni tossiche;
- Sensibilizzazione culturale: campagne di informazione per combattere gli stereotipi di genere;
- Denuncia e protezione legale: offrire supporto e vie legali sicure alle vittime.
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Il corso ECM e il film-formazione “Daisy”
La limerenza è uno stato di infatuazione intensa e quasi ossessiva verso una persona. Si tratta di una condizione emotiva caratterizzata da desiderio di reciprocità e idealizzazione dell'altro. Il cortometraggio "Daisy", diretto da Diletta Di Nicolantonio, è un'opera simbolica sul tema della violenza contro le donne che sfocia in femminicidio. La trama riguarda la storia di una donna che racconta situazioni di abuso, oppressionee dinamiche tossiche. Si distingue per il suo approccio evocativo e visivamente potente che lascia spazio a riflessioni personali dello spettatore.
Il Film formazione “Daisy”, disponibile sulla piattaforma Consulcesi Club, è stato proiettato al Consiglio Regionale del Lazio, durante iniziative legate al 25 novembre. Il messaggio di denuncia sociale è stato accolto come uno strumento importante per promuovere la consapevolezza pubblica e incoraggiare una maggiore attenzione al problema del femminicidio e alla discriminazione di genere. Il Corso ECM, a cui è collegato il Film, ha l’obiettivo di fornire le competenze per riconoscere il fenomeno della limerenza e gli strumenti per la rilevazione, la diagnosi e il trattamento di questa patologia. Con il corso “Limerenza: quando l'innamoramento diventa patologia” da 9 crediti ECM, infatti, è possibile conoscere gli approcci terapeutici più efficaci che riguardano la limerenza, il confine tra innamoramento fisiologico e relazione tossica, cioè i due estremi del continuum tra mantenimento e alterazione del test di realtà.