Cosa fare se in rete circolano notizie diffamanti nei confronti di un medico? Come districarsi tra motori di ricerca e social network
I professionisti sanitari, in particolar modo i medici, sono stati definiti “eroi” per via del grande lavoro svolto durante la
pandemia da Covid-19, specialmente durante prima e seconda ondata. Eppure non sempre vengono trattati da tali. Le
aggressioni nei loro confronti, per non parlare delle cause di risarcimento intentate da pazienti che sostengono di essere stati vittime di episodi di
malpractice, sono in aumento ormai già da diversi anni. Stesso discorso per quanto riguarda aggressioni non fisiche ma verbali a mezzo internet.
Google e social network sono diventati delle grosse casse di risonanza di
pareri, accuse, fake news e quant’altro possa ledere la dignità, sia personale che lavorativa, di tutti, ma in particolare di chi svolge una professione delicata come quella dell’operatore sanitario.
Diffamazione medici sui social
Come riportato dal giornale web
Sanità Informazione, dopo essere stato denunciato da una ex paziente che lamentava disturbi a seguito di un intervento di chirurgia estetica (accusa poi giudicata infondata dai giudici), un dermatologo ha contro denunciato la donna per
diffamazione in quanto aveva scritto in un forum che l’uomo le aveva “rovinato la vita”. Come detto, in seguito ad una consulenza medico legale è stato appurato che il “danno” lamentato dalla donna non aveva alcuna correlazione con l’operato del medico. Motivo per cui la donna è stata condannata, attraverso la sentenza n. 57929 del 2018, a pagare 5mila euro come risarcimento al professionista per le sue considerazioni. Considerazioni fatte, come si legge nella sentenza, in un
forum “ad accesso libero” e “letto da milioni di visitatori e quindi anche dai clienti potenziali”. I giudici hanno riconosciuto il pericolo che il professionista ha corso a causa di considerazioni non fondate e gli hanno dato ragione. Questa storia dimostra di come sia facile vedere la propria web reputation rovinata da accuse non comprovate, se non addirittura false.
Diffamazione medici su Google
Come detto, però,
la diffamazione di un medico può correre anche sui motori di ricerca. Basta digitare il proprio nome su
Google per verificare se è presente in rete qualche contenuto diffamatorio nei propri confronti. Anche in questo caso, come per l’esempio precedente, è possibile intervenire per far rimuovere contenuti giudicati falsi o denigratori, affidandosi a professionisti che conoscono le procedure per richiedere la cancellazione di quelle informazioni in breve tempo. Non solo. È possibile anche procedere alla
deindicizzazione di notizie vere (come ad esempio una sentenza di condanna): la
Corte di Cassazione, con sentenza n. 7559 del 2020, ha infatti stabilito che «è lecita la permanenza di un articolo di stampa nell’archivio informatico di un quotidiano, relativo a fatti risalenti nel tempo oggetto di cronaca giudiziaria, che abbiano ancora un interesse pubblico di tipo storico o socioeconomico, purché l’articolo sia deindicizzato dai siti generalisti e reperibile solo attraverso l’archivio storico del quotidiano, in tal modo contemperandosi in modo bilanciato il diritto ex art. 21 Cost. della collettività ad essere informata e a conservare memoria del fatto storico, con quello del titolare dei dati personali archiviati a non subire una indebita compressione della propria immagine sociale».
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