Scadenza ECM, il ministro Schillaci: “Regolarizzare posizione entro il 31 dicembre per evitare le sanzioni previste, fino alla sospensione”

Intervista al ministro della Salute, Orazio Schillaci, che parla anche della questione assicurativa: “La norma stabilisce che chi non è in regola con almeno il 70% dell’obbligo formativo previsto, non sarà protetto dalla copertura assicurativa in caso di contenzioso. Un rischio che nessun professionista deve correre”

Sommario
  1. Schillaci: “Rischio sospensione per inadempienti”
  2. “Chi non è in regola con almeno il 70% dei crediti non sarà più protetto dalla copertura assicurativa”
  3. “L’uso sempre maggiore della modalità a distanza è un segnale che il professionista desidera avere strumenti sempre più veloci e digitalizzati per formarsi”
  4. Su quali temi formativi i professionisti devono investire

Approfittare degli ultimi giorni di dicembre per “regolarizzare la propria situazione” in termini di formazione continua è fondamentale al fine di “evitare l’applicazione di sanzioni” che possono portare “fino alla sospensione, anche per sei mesi”. Questo è l’invito del ministro della Salute, Orazio Schillaci, rivolto a tutti gli operatori sanitari che non hanno ancora completato il fabbisogno formativo relativo al triennio 2020-2022, la cui scadenza è fissata per il prossimo 31 dicembre, in virtù dell’anno di proroga concesso.

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Il ministro sottolinea poi l’importanza di un’altra questione cruciale: il rischio di rimanere senza copertura assicurativa nel caso in cui un professionista sanitario non risulti in regola con almeno il 70% del fabbisogno formativo previsto. Per evitare questo scenario, il ministro sottolinea che è sufficiente “svolgere il nostro lavoro”, ovvero continuare ad aggiornarsi, rispettando l’obbligo ECM. A questo proposito, chiunque non sia conforme ai trienni 2014-2016 e 2017-2019 può ancora regolarizzare la propria posizione, in conformità a quanto stabilito dall’ultimo decreto Milleproroghe.

Schillaci: “Rischio sospensione per inadempienti”

Dopo l’invito fatto nelle scorse settimane dal ministro a tutti gli operatori sanitari a completare il percorso formativo (specificando che non ci sarebbero state ulteriori proroghe) e le delibere della Commissione ECM, molti professionisti hanno recepito il messaggio, così come i principali rappresentanti delle Federazioni e Ordini professionali. “Si tratta – spiega il ministro – di un segnale molto importante e apprezzato. Ci aspettiamo che entro la scadenza della proroga del triennio 2020-2022, che avverrà il prossimo 31 dicembre, tutti i professionisti riescano a regolarizzare la propria posizione per evitare che vengano applicate le sanzioni. Ricordiamo che si può arrivare fino alla sospensione, anche per sei mesi. D’altronde, credo che sono state messe in campo tutte le iniziative possibili per consentire agli operatori di mettersi in regola grazie anche all’impegno profuso da enti erogatori e provider. A questo – continua Schillaci – si aggiungono lettere e comunicazioni di avvertimento che sono in arrivo dagli Ordini sulle situazioni degli iscritti. La formazione per tutti noi professionisti della sanità rappresenta una grande opportunità da cogliere, soprattutto per l’evoluzione della professione a cui tutti aspiriamo”.

“Chi non è in regola con almeno il 70% dei crediti non sarà più protetto dalla copertura assicurativa”

Desta poi preoccupazione il rischio di rimanere scoperti dalle polizze assicurative per il mancato assolvimento dell’obbligo ECM. “La norma in questione – spiega il ministro della Salute – stabilisce che, a partire dal triennio formativo 2023-2025, chi non è in regola con almeno il 70% dell’obbligo formativo previsto dal programma di formazione continua in medicina, non sarà più protetto dalla copertura assicurativa in caso di contenzioso: questo è un rischio che nessun professionista deve correre. Per evitarlo ci basta fare quello che è il nostro lavoro: continuare ad aggiornarci, rispettare l’obbligo ECM, per assicurare ai pazienti le migliori e più moderne cure possibili.

“L’uso sempre maggiore della modalità a distanza è un segnale che il professionista desidera avere strumenti sempre più veloci e digitalizzati per formarsi”

Secondo una recente ricerca presentata dall’Associazione Provider Formazione nella Sanità, grazie soprattutto alla crescita della Formazione a Distanza si sta riducendo il gap dei professionisti non formati, anche se la stima è ancora alta: uno su tre ad oggi non sarebbe in regola. Quale indirizzo sta dando alla Commissione nazionale per sanare queste posizioni e impostare la riforma del sistema ECM? “La responsabilità dei colleghi mi porta ottimisticamente a pensare che quel dato negativo verrà rivisto al ribasso in queste ultime settimane che precedono la scadenza della proroga”.

Per il ministro Schillaci, “l’uso sempre maggiore della modalità a distanza è un segnale che il professionista desidera avere strumenti sempre più veloci e digitalizzati per formarsi, seguendo la via già aperta dal PNRR che vede la tecnologia a servizio costante della salute. Bene anche che la Commissione ECM abbia inserito la sanità digitale tra i temi di interesse nazionale. Per il futuro, l’elemento chiave sarà affermare il valore della formazione e andare a cogliere le opportunità del progresso tecnologico. Sarà fondamentale che i protagonisti del sistema salute abbiano competenze e conoscenze per governare e capitalizzare le potenzialità enormi delle nuove tecnologie”.

Su quali temi formativi i professionisti devono investire

Ma quali saranno i temi formativi sui quali i professionisti sanitari dovranno investire? “Andiamo verso una formazione sempre più interconnessa tra le specializzazioni, per rendere possibile una presa in carico del paziente a tutto tondo, e che prevedrà sempre più un lavoro di équipe in cui le expertise di ognuno saranno richieste in un dialogo con quelle degli altri. Inoltre, noi sanitari abbiamo un dovere verso le nuove generazioni, che è quello di conoscere i rischi di salute a cui l’inquinamento e la crisi climatica ci espongono, per poterli affrontare e dove possibile, soprattutto, prevenire. Infine, la nostra lotta all’antibiotico resistenza è già cominciata. Possiamo fare molto educando noi stessi e chi lavora con noi, insieme ai pazienti, ad un uso consapevole degli antibiotici”, conclude.

Schillaci: “Rischio sospensione per inadempienti”

Dopo l’invito fatto nelle scorse settimane dal ministro a tutti gli operatori sanitari a completare il percorso formativo (specificando che non ci sarebbero state ulteriori proroghe) e le delibere della Commissione ECM, molti professionisti hanno recepito il messaggio, così come i principali rappresentanti delle Federazioni e Ordini professionali. “Si tratta – spiega il ministro – di un segnale molto importante e apprezzato. Ci aspettiamo che entro la scadenza della proroga del triennio 2020-2022, che avverrà il prossimo 31 dicembre, tutti i professionisti riescano a regolarizzare la propria posizione per evitare che vengano applicate le sanzioni. Ricordiamo che si può arrivare fino alla sospensione, anche per sei mesi. D’altronde, credo che sono state messe in campo tutte le iniziative possibili per consentire agli operatori di mettersi in regola grazie anche all’impegno profuso da enti erogatori e provider. A questo – continua Schillaci – si aggiungono lettere e comunicazioni di avvertimento che sono in arrivo dagli Ordini sulle situazioni degli iscritti. La formazione per tutti noi professionisti della sanità rappresenta una grande opportunità da cogliere, soprattutto per l’evoluzione della professione a cui tutti aspiriamo”.

“Chi non è in regola con almeno il 70% dei crediti non sarà più protetto dalla copertura assicurativa”

Desta poi preoccupazione il rischio di rimanere scoperti dalle polizze assicurative per il mancato assolvimento dell’obbligo ECM. “La norma in questione – spiega il ministro della Salute – stabilisce che, a partire dal triennio formativo 2023-2025, chi non è in regola con almeno il 70% dell’obbligo formativo previsto dal programma di formazione continua in medicina, non sarà più protetto dalla copertura assicurativa in caso di contenzioso: questo è un rischio che nessun professionista deve correre. Per evitarlo ci basta fare quello che è il nostro lavoro: continuare ad aggiornarci, rispettare l’obbligo ECM, per assicurare ai pazienti le migliori e più moderne cure possibili. 

“L’uso sempre maggiore della modalità a distanza è un segnale che il professionista desidera avere strumenti sempre più veloci e digitalizzati per formarsi”

Secondo una recente ricerca presentata dall’Associazione Provider Formazione nella Sanità, grazie soprattutto alla crescita della Formazione a Distanza si sta riducendo il gap dei professionisti non formati, anche se la stima è ancora alta: uno su tre ad oggi non sarebbe in regola. Quale indirizzo sta dando alla Commissione nazionale per sanare queste posizioni e impostare la riforma del sistema ECM? “La responsabilità dei colleghi mi porta ottimisticamente a pensare che quel dato negativo verrà rivisto al ribasso in queste ultime settimane che precedono la scadenza della proroga”.

Per il ministro Schillaci, “l’uso sempre maggiore della modalità a distanza è un segnale che il professionista desidera avere strumenti sempre più veloci e digitalizzati per formarsi, seguendo la via già aperta dal PNRR che vede la tecnologia a servizio costante della salute. Bene anche che la Commissione ECM abbia inserito la sanità digitale tra i temi di interesse nazionale. Per il futuro, l’elemento chiave sarà affermare il valore della formazione e andare a cogliere le opportunità del progresso tecnologico. Sarà fondamentale che i protagonisti del sistema salute abbiano competenze e conoscenze per governare e capitalizzare le potenzialità enormi delle nuove tecnologie”.

Su quali temi formativi i professionisti devono investire

Ma quali saranno i temi formativi sui quali i professionisti sanitari dovranno investire? “Andiamo verso una formazione sempre più interconnessa tra le specializzazioni, per rendere possibile una presa in carico del paziente a tutto tondo, e che prevedrà sempre più un lavoro di équipe in cui le expertise di ognuno saranno richieste in un dialogo con quelle degli altri. Inoltre, noi sanitari abbiamo un dovere verso le nuove generazioni, che è quello di conoscere i rischi di salute a cui l’inquinamento e la crisi climatica ci espongono, per poterli affrontare e dove possibile, soprattutto, prevenire. Infine, la nostra lotta all’antibiotico resistenza è già cominciata. Possiamo fare molto educando noi stessi e chi lavora con noi, insieme ai pazienti, ad un uso consapevole degli antibiotici”, conclude.

 

Di: Redazione Consulcesi Club

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