Infezioni nosocomiali correlate all'assistenza: colpiscono il 15% dei pazienti ricoverati. L’esperto: “affrontarle è una responsabilità comune"

Le infezioni ospedaliere colpiscono il 15% dei pazienti ricoverati ed affrontarle è una responsabilità comune. Scopri di più grazie al corso di formazione.

Articolo a cura di Muzio Stornelli infermiere, formatore e consulente sanitario legale-forense
Le infezioni correlate alle procedure assistenziali (ICPA) rappresentano ancora oggi una criticità rilevante sia da un punto di vista assistenziale che economico. Ogni anno, 4,1 milioni di pazienti contraggono un’infezione in grado di aggiungere 16 milioni di giornate di degenza aggiuntive. Muoiono circa 37.000 malati l’anno, mentre in 110.000 casi di decesso, l’infezione rappresenta una concausa. In Italia uno studio di Finzi et al. nel 2017 ha rilevato che tra il 5 ed il 15% dei pazienti ricoverati in ospedale sviluppa almeno una ICPA, mentre il report italiano 2016-2017 (HALT3) evidenzia che i microrganismi maggiormente responsabili sono l’Escherichia coli (25,7%) seguito dal Clostridium difficile (13,4%) e dal Proteus mirabilis (13%). Sono definibili infezioni correlate all’assistenza quelle manifestazioni cliniche che insorgono dopo 48 ore dal ricovero in una struttura sanitaria, fino a 30 giorni dopo la dimissione o dopo un intervento chirurgico, dopo un giorno se al paziente è stato posizionato un dispositivo invasivo.

Come prevenire le infezioni in ambiente sanitario-assistenziale 

È innegabile come sia diventato improcrastinabile “combattere” le infezioni, anche implementando i cosiddetti BUNDE, ovvero pacchetti di raccomandazioni sequenziali, mandatorie, funzionali al fine di contrastare il diffondersi e la moltiplicazione dei microrganismi responsabili delle infezioni. Recenti studi dimostrano che la prevenzione e il controllo possono migliorare la qualità delle cure e valorizzare l’operato dei professionisti. Una conclusione a supporto di tutto ciò è anche il risultato di un lavoro di ricerca, il quale ha portato alla luce come una maggiore collaborazione tra infermieri e medici permetta una riduzione delle Polmoniti associate alla ventilazione (VAP) e delle CLABSI (Infezioni associate a cateterismo vascolare). Oltretutto, le unità di terapia intensiva con una percentuale maggiore di infermieri certificati, sono associate a un’incidenza minore delle suddette infezioni. Ancora una volta migliorare i dati summenzionati, contribuire alla riduzione delle infezioni in ambiente sanitario-assistenziale, richiede un aggiornamento delle conoscenze, un affinamento ed un perfezionamento delle proprie competenze e skills, ragion per cui il corso Infezioni correlate all’assistenza: una responsabilità comunerappresenta un valido aiuto, capace di focalizzare l’attenzione del discente su tematiche ed ambiti strettamente connessi con la qualità delle cure.  
Di: Redazione Consulcesi Club

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