Ex specializzandi 83/06: lo Stato non può continuare a ignorare i diritti negati

La Ministra Messa ha sottolineato, in risposta all’interrogazione parlamentare del 16 giugno 222, che la presa di posizione delle Istituzioni UE in relazione alla questione degli specializzandi 83/6 non potrà essere ignorata dallo Stato.

Sommario

  1. Il procedimento C-590/20 alla CGUE e le osservazioni della Commissione UE
  2. Le prime conseguenze della presa di posizione UE
  3. L’interrogazione parlamentare
La questione degli specialisti continua ad essere ancora in primo piano. Nei mesi scorsi erano stati presentati due DDL  (1802 e  1803) dalla senatrice Rizzotti che avevano l’obbiettivo di risolvere la questione assegnando una somma forfettaria agli specialisti 83/06 al fine chiudere tutti i giudizi in corso ed arginare l’ingente esborso economico derivante dall’enorme contenzioso ancora aperto, ma evidentemente le urgenze istituzionali non avevano permesso di arrivare ad una discussione concreta dei provvedimenti, che sono ancora oggi al vaglio del legislatore.

Il procedimento C-590/20 alla CGUE e le osservazioni della Commissione UE

Ma indipendentemente dallo stallo istituzionale, le azioni legali in corso hanno continuato il loro iter e questo ha permesso a marzo di quest’anno di arrivare una valutazione importantissima da parte delle istituzioni UE. La Corte di Giustizia era infatti stata chiamata a valutare il diritto al risarcimento dei medici con immatricolazione precedente al 1983 nel procedimento C-590/20, ma la sentenza, e soprattutto le osservazioni della Commissione depositate nel procedimento avevano messo in discussione tutta la giurisprudenza incoerente che, talvolta, aveva negato i diritti dei medici specialisti.   La Corte di Giustizia ha innanzitutto confermato il diritto alla remunerazione per i medici immatricolati alla specializzazione prima del 1983, che avevano dovuto “subire” una giurisprudenza ondivaga e incoerente nell’ambito della quale l’organo giurisdizionale comunitario ha finalmente messo ordine.   Ma particolarmente rilevanti nel corso del procedimento, nonché decisive per la favorevole decisione della Corte, sono state le osservazioni della Commissione UE intervenuta nel procedimento quale rappresentante della comunità europea che aveva emanato le direttive oggetto del contenzioso. In sintesi, la Commissione ha ritenuto che la disciplina della l. 370/99 fosse in contrasto con le normative europee perché non aveva previsto gli interessi e la rivalutazione monetaria in relazione al risarcimento attribuito ai medici, mentre l’obiettivo comunitario era proprio quello di mantenere una retribuzione adeguata nel corso del tempo, senza contare che, avallando un sistema in cui il risarcimento per la mancata attuazione della direttiva non preveda alcun tipo di interesse e rivalutazione, si disincentiverebbero gli Stati membri da una risoluzione rapida di eventuali inadempimenti visto che non vi sarebbe alcun pregiudizio economico derivante dal trascorrere del tempo.   Ne consegue dunque che la l. 370/99 che è stata utilizzata come parametro di riferimento per la prescrizione e per la quantificazione delle somme risulta essere illegittima e quindi non applicabile nelle cause degli specialisti 83/91. Mentre per coloro che hanno svolto il corso dal 1993 in poi si riapre il tema dell’adeguatezza delle borse di studio poiché, avendo la Commissione sancito l’inderogabilità del principio che la remunerazione debba essere adeguata e che tale adeguatezza debba essere mantenuta nel corso del tempo il blocco della indicizzazione e della rideterminazione triennale applicati ai medici immatricolatisi dopo il 1993 non sono legittimi.

Le prime conseguenze della presa di posizione UE

Le Corti interne italiane hanno iniziato così a valutare gli impatti sui contenziosi in corso e le conseguenze di queste valutazioni hanno iniziato a farsi vedere già poche settimane dopo la pubblicazione della sentenza della CGUE. Infatti, la Corte di Cassazione ha rimesso sul ruolo due cause, che erano solo in attesa della pubblicazione della sentenza, perché alla luce del carattere di novità delle valutazioni della Commissione, ha ritenuto necessaria un’udienza pubblica così da permettere un confronto più strutturato delle tematiche fra le parti in giudizio e un approfondimento delle interpretazioni fornite dall’organo comunitario.   Dunque, sin da subito l’impatto sulle azioni legali in corso è stato rilevante anche se per conoscere l’esito effettivo dovremo attendere le sentenze della Corte di Cassazione.  

L’interrogazione parlamentare

Ma le valutazioni comunitarie in merito alla questione degli ex specializzandi non sono rilevanti solo in sede di giudizio, ma anche in sede istituzionale visto che al Presidenza del Consiglio è parte in tutte le cause in corso e visto che la responsabilità della situazione attuale è da attribuirsi al grave e reiterato inadempimento dello stato italiano.   Ecco perché il 16 giugno 2022 la senatrice Daniela Sbrollini ha presentato un’interrogazione parlamentare per portare all’attenzione del Governo la grave situazione di disparità in cui da anni versano gli ex specialisti. La senatrice, dopo aver ripercorso l’iter storico della questione, ha chiesto quali siano le iniziative che il Governo intende adottare per risolvere questa annosa questione anche alla luce della sentenza della CGUE e delle valutazioni Commissione europea.   Alla senatrice nella medesima seduta ha risposto la Ministra dell’Università e della Ricerca Maria Cristina Messa che ha innanzitutto precisato di essere al corrente della questione e in particolare della recente presa di posizione degli organi UE.   La Ministra ha quindi aggiunto che questa pronuncia della CGUE è sostanzialmente differente dall’orientamento consolidato in alcune Corti nazionali e che a questo punto è legittimo che gli interessati abbiano aspettative in merito ad una risoluzione rapida e favorevole.  È evidente che l’impatto di questa pronuncia anche a livello di risorse potrà essere piuttosto rilevante, ma questo non si significa che il ministero, insieme alle altre amministrazioni competenti, si sottrarrà alle proprie responsabilità, ma anzi si adopererà per promuovere ogni utile iniziativa per porre rimedio a questa annosa questione.   Dunque, è evidente che la questione degli ex specializzandi 83/06 sia ormai ad un punto di svolta fondamentale. I Tribunali e le Istituzioni stanno infatti valutando come accogliere le interpretazioni comunitarie sul tema per riconoscere finalmente dopo anni di battagli i diritti degli specialisti.     Per un approfondimento completo sul tema segnaliamo i seguenti contenuti esclusivi Consulcesi Club:
  • Contenzioso dei medici specialisti 83/06: corretta interpretazione delle normative comunitarie e loro attuazione. Approfondimento dell’Avv. Marco Tortorella patrocinante in Cassazione e Corti europee
  • Interrogazione parlamentare del 16 giugno della senatrice Daniela Sbrollini e risposta della Ministra Maria Cristina Messa
Di: Redazione Consulcesi Club

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