Quando il professionista sanitario eroga la sua prestazione a un paziente che non si trova nello stesso luogo fisico, utilizzando tecnologie innovative, si parla di telemedicina. Fu Thomas Bird, negli anni ’70, a usare per la prima volta il termine telemedicina nel suo saggio Telemedicine; concept and practice, dove parla della pratica della medicina senza l’usuale confronto fisico tra medico e paziente, utilizzando un sistema di comunicazione interattivo e multimediale.
Con il passare degli anni il concetto di telemedicina si è evoluto, e dall’originario concetto che ruotava intorno alla dotazione strumentale e tecnologica si è passati a una visione più moderna, dove la telemedicina viene vista come uno strumento di supporto per realizzare nuovi modelli di organizzazione ed erogazione dell’assistenza sanitaria, che consentano di:
- Ridistribuire le risorse umane e tecnologiche in dotazione ai presidi sanitari, garantendo così un’assistenza capillare su tutto il territorio,
- Realizzare dei modelli assistenziali di gestione integrata tra ospedale e territorio dedicati ai pazienti affetti da patologie croniche o con esigenze di cura periodiche, come ad esempio le persone fragili, quelle affette da disabilità o gli anziani;
- Riorganizzare la gestione del servizio di emergenza-urgenza tramite l’utilizzo di risorse cliniche a distanza, anche a bordo delle ambulanze, in modo da garantire la tempestività degli interventi sanitari, in modo comunque sicuro e appropriato,
- Diffondere un servizio sanitario equo e accessibile a tutti i cittadini, anche quelli residenti nei territori più difficili da raggiungere,
- Creare una rete di assistenza che sia in grado di agire in caso di grandi eventi o in risposta a calamità naturali o emergenze collettive.
Nonostante la telemedicina esistesse già da tempo e fosse utilizzata da molti medici, se n’è compresa l’importanza solo durante il 2020, quando è iniziata la pandemia da COVID-19: tantissimi professionisti sanitari, spesso avvalendosi di strumenti di comunicazione di fortuna e con delle connessioni internet non propriamente veloci, hanno comunque garantito assistenza sanitaria ai propri pazienti pur nell’impossibilità di incontrarli fisicamente in studio o al domicilio a causa delle restrizioni alla circolazione delle persone.
Tale è stata la comprensione, da parte dei governanti nazionali ed europei, dell’importanza e delle potenzialità della telemedicina, da prevedere all’interno del PNRR uno stanziamento apposito di un miliardo di euro per la telemedicina in assistenza ai pazienti cronici, da realizzare attraverso strumenti come:
- la televisita,
- il teleconsulto
- la teleconsulenza,
- il telemonitoraggio
- la teleassistenza.
Accesso più ampio all’Assistenza Sanitaria
L’erogazione di prestazioni sanitarie in telemedicina può garantire l’accesso all’assistenza sanitaria a pazienti che prima non potevano permettersela, rimuovendo le barriere geografiche tramite una semplice connessione a internet, consentendo a chiunque, anche nelle aree più remote, di ottenere assistenza attraverso il web, rendendo così l’assistenza sanitaria più equa e inclusiva.
La telemedicina, oltre ai pazienti geograficamente svantaggiati, si rivela utile nella cura dei pazienti impossibilitati a spostarsi, come ad esempio gli anziani e coloro che siano affetti da patologie che ne limitino fortemente la mobilità. La telemedicina ha inoltre il vantaggio, per il paziente, di ridurre notevolmente il costo delle cure, rendendo così più accessibili consulenze, anche specialistiche, che diversamente non potrebbero permettersi.
L’esempio tipico è quello dei malati di tumore: si assiste quotidianamente a un vero e proprio esodo di pazienti provenienti dalle regioni più remote d’Italia – soprattutto quelle del Sud – per curarsi nei principali centri oncologici italiani, con notevole dispendio di risorse economiche e di forza vitale per i pazienti, che sono letteralmente sfiancati dai continui viaggi della speranza. La consulenza in telemedicina permette, invece, al malato oncologico di consultarsi con lo specialista dal proprio salotto di casa, senza dover sostenere la fatica – fisica ed economica – di un lungo viaggio, con la stessa qualità della visita in presenza.
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Miglioramento della Continuità dell’Assistenza
La telemedicina è modalità di pratica della medicina che ha il potenziale di migliorare la continuità dell’assistenza sanitaria per tutti i pazienti, e ciò attraverso:
- la possibilità per i medici di comunicare e collaborare tra loro, anche se si trovano in luoghi diversi;
- la possibilità di fornire ai pazienti un accesso più rapido e conveniente alle cure;
- la facilità per i pazienti di condividere informazioni sanitarie con i loro medici, anche se si trovano in luoghi differenti.
Un medico, ad esempio, può fornire consulenza in telemedicina a un paziente che sta ricevendo cure domiciliari da un altro professionista sanitario. Nel caso di patologie croniche, attraverso l’utilizzo di sistemi tecnologici di controllo a distanza dei parametri vitali, il paziente può condividerli in tempo reale con il medico, evitando così eventuali interruzioni nelle cure: il medico, infatti, potrà intervenire con tempestività nel caso in cui dovessero verificarsi dei cambiamenti critici nei parametri del paziente.
Telemedicina, riduzione dei costi sanitari e dei tempi d’attesa
Sotto il profilo dei costi, la telemedicina consente un risparmio non solo al paziente, ma anche al professionista sanitario e alle strutture mediche, eliminando la necessità di grandi spazi fisici e di personale amministrativo per la gestione delle visite in presenza. La gestione elettronica di tutta la documentazione sanitaria del paziente, inoltre, consente un risparmio sia economico che di tempo per la gestione e archiviazione dei dati, che può avvenire digitalmente attraverso l’utilizzo di sistemi di archiviazione in cloud o su supporto fisico. La gestione del paziente in telemedicina può essere utile, inoltre, al professionista sanitario per erogare la propria prestazione professionale a più pazienti nell’arco di una giornata, con la possibilità di abbattere i tempi d’attesa per le visite e ottenere un risparmio, in termini di tempo, che avvantaggia sia il medico che il paziente.
Telemedicina e personalizzazione delle Cure
La telemedicina permette al paziente di avere una cura personalizzata, grazie alla possibilità per i sanitari di monitorare costantemente i pazienti in tempo reale e di analizzare i dati raccolti tramite i dispositivi remoti, regolando le terapie in base alle esigenze individuali e migliorando così l’efficacia del trattamento medico. Attraverso il controllo costante da remoto, inoltre, si valorizza la partecipazione dei pazienti al processo di cura, permettendo loro di migliorare l’aderenza ai trattamenti prescritti.
La gestione dei pazienti in telemedicina: casi pratici
La telemedicina ha delle potenzialità enormi, che potrebbero rivoluzionare l’assistenza sanitaria italiana – e non solo – garantendo prestazioni immediate, tempestive e di qualità ai pazienti, contribuendo a migliorare la vita e la salute di molti pazienti e a salvare numerose vite.
A livello internazionale, la telemedicina è ampiamente diffusa in vari settori dell’assistenza sanitaria, tra cui:
- Consulti per la gestione tempestiva del trauma grave o del politrauma,
- Consulti per la gestione tempestiva dell’ictus,
- Consulti tra professionisti sanitari,
- Monitoraggio di parametri sanitari essenziali per gestire le malattie croniche,
- Refertazione di esami di diagnostica per immagini,
- Refertazione di esami ECG,
- Refertazioni di esami di anatomia patologica,
- Sorveglianza sull’aderenza, da parte dei pazienti fragili, alle terapie farmacologiche,
- Visite, domiciliari o in mobilità, a pazienti in condizioni di non emergenza.
Attraverso l’utilizzo della telemedicina si può migliorare l’assistenza primaria ai pazienti, creando un vero e proprio collegamento digitale tra le strutture sanitarie territoriali e i medici operanti sul territorio (MMG e PLS) per la gestione delle terapie domiciliari, dei malati cronici e dei soggetti fragili.
La gestione in telemedicina delle cure domiciliari e delle cure palliative per i malati terminali consente al paziente di mantenere il più possibile il legame con il proprio contesto familiare, fondamentale sia per il recupero (in caso di cure domiciliari) che per la dignità di un paziente incurabile e per i suoi familiari.
Pazienti affetti da patologie riguardanti la salute mentale possono trovare giovamento dall’erogazione delle cure in telemedicina: pensiamo, ad esempio, ai bambini che necessitano di terapie riabilitative mentali, e al vantaggio che i piccoli pazienti possono trarre dall’effettuare questo tipo di prestazioni in un ambiente protetto e familiare come la propria casa o la propria cameretta, anziché lo studio di un neuropsichiatra infantile, che per quanto realizzato con tutti i comfort rimane sempre e comunque un ambiente estraneo per il piccolo paziente.
La telemedicina può dimostrarsi preziosa per il sanitario nella gestione delle pazienti in gravidanza e post parto, permettendo al medico di dare una risposta concreta a tutte le domande delle pazienti affrontando le loro preoccupazioni in tempo reale; un medico può, ad esempio, erogare visite di routine in telemedicina a donne che vivono in zone rurali e che abbiano difficoltà negli spostamenti, oppure può monitorare costantemente la pressione delle proprie pazienti tramite app o strumenti dedicati per prevenire il rischio di preeclampsia.
La gestione dei pazienti in telemedicina potrebbe, inoltre, risolvere l’annoso problema dell’assistenza medica in carcere, arrestando così il fenomeno crescente dei ritardi nell’assistenza sanitaria ai carcerati per penuria di personale: chi sta scontando una pena, anche per il più efferato dei delitti, è comunque un essere umano che merita di essere assistito come chi non si trova in condizioni di restrizione della propria libertà personale.
Telemedicina e aspetti legali: prevenire è meglio che curare
L’utilizzo della telemedicina richiede, da parte del sanitario, un’adeguata formazione in campo medico e tecnologico, nonché un’infarinatura sui potenziali rischi legali connessi a questa nuova modalità di organizzazione ed erogazione della prestazione sanitaria. I fattori di rischio, per un medico che utilizzi la telemedicina, riguardano soprattutto tre aspetti:
- Privacy,
- Sicurezza informatica,
- Responsabilità medica.
I dati scambiati con i pazienti nell’erogazione di una prestazione in telemedicina sono dati sanitari, come tali delicati e preziosi, da proteggere con tutte le cautele esistenti, per evitare che vengano diffusi a terzi che non hanno il diritto di conoscerli, che vadano smarriti o vengano sottratti illecitamente, che vengano venduti a terzi che vogliano semplicemente fare business sulla salute dei cittadini attraverso la vendita di prodotti personalizzati in base alle patologie, che vengano utilizzati da terzi per discriminare il paziente sulla base della propria malattia.
I pazienti dovranno essere informati in maniera chiara, specifica e adeguata su come vengono erogati i servizi sanitari in telemedicina, attraverso quali tecnologie (app, software), come, dove e perché verranno trattati i loro dati sanitari.
Il medico dovrà inoltre adottare tutte le cautele attualmente esistenti per proteggere i dati sanitari dei propri pazienti, mettendo un vero e proprio lucchetto allo studio medico digitale, utilizzando antivirus, strumenti antihacker, password forti e segrete, software originali o al massimo open source, device dedicati all’utilizzo esclusivo per lo studio (evitando l’uso promiscuo da parte di altri utenti) e scegliendo con attenzione gli eventuali servizi cloud, cercando di capire dove si trova, dal vivo, la famosa “nuvola” in cui vanno a salvare tutti i dati sanitari dei pazienti.
Data l’assenza di un contesto normativo specifico, attualmente, va precisato che un’adeguata, costante e documentata formazione sulla telemedicina e la stipula di una polizza assicurativa con una protezione specificamente dedicata permetteranno al medico di dedicarsi alla salute del paziente con tranquillità, sapendo di avere un ombrello aperto per proteggersi da eventuali tempeste.