“È inaccettabile che sia la fortuna a determinare il destino di questi giovani studenti e, di conseguenza, il destino del nostro prezioso Servizio sanitario nazionale”, ha commentato
Massimo Tortorella, Presidente di Consulcesi in occasione dei
test di ingresso per le facoltà di Medicina e Chirurgia e Odontoiatria e protesi dentaria tenutisi in tutta Italia il
6 settembre.
Parole, quelle del numero uno dell’azienda specializzata nella
formazione ECM nonché in servizi di
assistenza e consulenza legale per camici bianchi e aspiranti tali, che racchiudono l’idea portata avanti ormai da anni: il sistema di sbarramento così com’è stato concepito e applicato finora non è il metodo più idoneo a
garantire una selezione meritocratica.
I dubbi mossi contro il
test a crocette - che quest’anno ha visto un primo seppure piccolo cambiamento nella riduzione delle domande di cultura generale in favore di più quesiti sulle materie disciplinari - sono molteplici: dalla denuncia di anno in anno di
domande a dir poco
inusuali o comunque
poco inerenti con la formazione degli aspiranti camici bianchi ai tanti studenti super preparati che però, consapevoli di giocarsi l’unica opportunità dell’anno per entrare alla facoltà dei loro sogni, subiscono un carico di ansia e stress tale da “auto-boicottare” il risultato finale.
“A casa, durante le simulazioni fatte sui test degli anni precedenti risultavo sempre ‘ammesso’ ma come è successo a me e molti altri quest’anno, possono uscire quesiti troppo specifici su argomenti che non hai avuto modo di approfondire a tal punto” - ha raccontato un ragazzo all’uscita del test di Medicina a Bologna ritornando sulla dea bendata che guida la prova d’ingresso - “è semplicemente
impossibile sapere tutto e al livello richiesto”.
Il “fattore fortuna” però può assumere molteplici sfaccettature e a dirlo non sono solo gli studenti, che pure meriterebbero di essere più ascoltati, ma anche professionisti della salute come
Matteo Bassetti: "Da professione universitario sono
contrario al numero chiuso a Medicina perché so bene che non tutela il merito. Abbiamo creato un sistema paradossale dove chi entra non è il più bravo e questo è un problema. Entra infatti evidentemente
chi ha più possibilità di prepararsi frequentando i corsi che però distraggano i ragazzi che frequentano gli ultimi due anni delle scuole superiori. Corsi che portano via energie e
soldi alle famiglie, sono quiz che non premiamo il più bravo ma chi ha fatto più pratica", ha dichiarato a Repubblica il direttore della Clinica di malattie infettive al policlinico San Martino di Genova.
Sebbene come molti anche Consulcesi riconosca l’impossibilità di un numero aperto in Italia a causa di risorse, aule e laboratori, “la selezione deve avvenire dentro le università attraverso un
percorso virtuoso e meritocratico e non attraverso una serie di domande che richiedono
una preparazione troppo alta rispetto a quella che i giovani hanno
all’uscita dalle scuole superiori”, ha più volte ribadito Tortorella che in linea con quanto suggerito anche da Bassetti e altri esperti esorta a un
allargamento della platea e valutare sistemi alternativi, come quello alla francese che vede uno
sbarramento al secondo anno secondo cui solo chi ha sostenuto tutti gli esami e non è andato fuori corso può iscriversi all'anno successivo.
Consulcesi con gli studenti contro le irregolarità
Accanto alle domande ritenute da studenti e professionisti troppo specifiche per la selezione iniziale, negli anni e in più università d’Italia si sono spesso verificate
irregolarità ed
errori organizzativi che hanno così ulteriormente impedito l’accesso a molti giovani meritevoli.
“Dall’introduzione di smartphone e auricolari, ad appunti nascosti e altri metodi illeciti per copiare, ma anche situazioni anomale che hanno visto plichi non sigillati e la violazione dell’anonimato”, raccontano i legali Consulcesi riassumendo le diverse
segnalazioni di irregolarità che ogni anno raccolgono attraverso il portale web
www.numerochiuso.info e i canali social dai tanti giovani che chiedono il loro aiuto per fare
ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR). Negli anni, infatti, il network di consulenti Consulcesi grazie a lunghe e complesse battaglie legali ha permesso a migliaia di studenti di essere ammessi.
(Ancora) troppo pochi posti
“È davvero un peccato che ne entrino 1 su 4, almeno la metà di noi merita di avere la possibilità di studiare”, commenta una ragazza fuori l’ateneo bolognese al termine della prova d’ammissione.
Sebbene i posti disponibili per quest’anno siano stati aumentati di
720 unità raggiungendo i
14.740 a livello nazionale, i candidati sono stati infatti
65.378, portando oltre 50mila studenti a dover rinunciare, o almeno a vedere slittare ancora un anno, il sogno di diventare medici.
“Numeri ancora irrisori se si considera
l’effettivo fabbisogno nazionale definito dall’ultima Conferenza Stato-Regioni che parla di oltre 18mila unità necessarie”, ricorda inoltre Tortorella che prosegue: “se a questo aggiungiamo il
drop out e coloro che cambiano facoltà optando magari per una Professione sanitaria vediamo come i posti messi a disposizione sono ben lontani dal garantire un’assistenza sanitaria adeguata ai bisogni della popolazione”.
Il flashmob di Consulcesi
Per
vigilare sulla regolarità della prova, e
fornire informazioni utili agli aspiranti medici, Consulcesi e la sua squadra di legali anche quest’anno nel
giorno delle prove d’ingresso sono stati presenti (e continueranno ad esserlo durante i test per Professione sanitarie) di fronte gli atenei italiani.
Inoltre, di fronte
l’Università “La Sapienza” di Roma la mattina del 6 settembre attraverso un peculiare
flash mob ‘antisfiga’, in linea con lo
stile irriverente e innovativo che contraddistingue da sempre l’azienda
- basti pensare che l’anno scorso ha preso ispirazione dalla celebre serie “
La casa di carta” per ribadire l’ingiusta difficoltà del sistema di selezione italiano mentre nel 2020 una squadra di 4 “medici supereroi” vegliava simbolicamente su sicurezza e trasparenza – Consulcesi ha voluto
ribadire la necessità di ripensare il sistema selettivo.
Accanto alle rocambolesche scene messe in atto dal team di attori,
t-shirt e altri
gadget scaramantici per esorcizzare la cabala sono stati distribuiti agli studenti presenti di fronte l’ateneo romano, ma anche a Napoli, Bologna e Milano.
https://www.youtube.com/watch?v=eYn_D2FeMHE
“Con il flash mob di quest’anno abbiamo voluto evidenziare la
necessità di creare un percorso meritocratico per selezionare i nostri medici del futuro mentre ci si prepara all’attesa riforma e alla creazione di un nuovo Governo. Nell’immediato però per le numerose segnalazioni di irregolarità che stiamo già ricevendo, difenderemo il diritto ad entrare a Medicina nelle aule dei Tribunali attraverso i ricorsi”, ha dichiarato il Presidente di Consulcesi attraverso i suoi social.
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