Giornata Mondiale della Terra: celebrarla è più importante che mai

Il tema ambientale e la Giornata Mondiale della Terra 2023. La storia e l’importanza di celebrarla e le azioni concrete da mettere in atto. Prendere coscienza del problema inquinamento è un diritto e un dovere, anche in correlazione alla nostra salute.

Sommario

  1. La storia della Giornata Mondiale della Terra
  2. La Giornata Mondiale della Terra oggi

Il 22 aprile di ogni anno si celebra la Giornata Mondiale della Terra. Si tratta di una manifestazione internazionale per la sostenibilità ambientale e la salvaguardia del nostro Pianeta. La manifestazione più grande al mondo che riesce a mobilitare fino a un miliardo di persone.

La storia della Giornata Mondiale della Terra

La giornata è stata istituita grazie a John McConnel, un attivista per la pace che, interessandosi all’ecologia, si convinse che gli esseri umani avessero l’obbligo di occuparsi della Terra e condividere le risorse in maniera equa. Era il 1969 e durante la Conferenza UNESCO a San Francisco, McConnel propose una giornata per celebrare la vita e la bellezza della Terra e per promuovere la pace. Celebrare la vita sulla Terra doveva coincidere con la presa di coscienza della necessità di preservare e rinnovare gli equilibri ecologici minacciati, dai quali dipende tutta la vita sul pianeta.

La proposta ebbe un buon seguito e la prima celebrazione della Giornata della Terra fu il 21 marzo 1970. La proclamazione della Giorno della Terra ufficializzava, con un elenco di principi e responsabilità precise, un impegno a prendersi cura del Pianeta. Questo documento venne firmato da 36 leader mondiali, tra cui il Segretario generale delle Nazioni Unite U Thant, Margaret Mead, John Gardner e altri. L’ultima firma di Mikhail Gorbachev è stata aggiunta nel 2000.

Il 22 aprile 1970 venne istituita la definitiva “Giornata della Terra – Earth Day” dal senatore degli Stati Uniti Gaylord Nelson, come evento di carattere prettamente ecologista.

Ideata come una manifestazione prettamente statunitense, fu trasformata da Denis Hayes – il primo coordinatore dell’Earth Day – in un evento internazionale, coinvolgendo più di 180 nazioni.

La spinta vera venne data dall’industrializzazione della California, in particolare di Santa Barbara, dove si ebbe la consapevolezza dei rischi dell’evoluzione industriale legati al petrolio e si sentì l’esigenza di sensibilizzare ogni cittadino a prendersi cura del Pianeta.

La Giornata Mondiale della Terra oggi

Oggi, con l’avvicinarsi del 22 aprile di ogni anno, sono moltissime le manifestazioni che si prevedono e che possono durare anche più di un giorno. Tanto che la stampa parla di “Settimana mondiale della Terra”. L’intento è sempre quello di rivedere il nostro rapporto con il Pianeta Terra e correggere le nostre abitudini, anche alla luce dei progressi scientifici che ci rendono ogni giorno sempre più consapevole dei rischi che corriamo se non prestiamo cura e attenzione all’ambiente in cui viviamo.

La Giornata ha più di 50 anni di storia, ma nonostante questo l’opera di distruzione dell’uomo continua, avendo effetti deleteri su tutto il pianeta e, purtroppo, anche sulla salute dell’uomo. È una sfida senza precedenti quella che ci accingiamo a vivere, soprattutto perché il disastro di Santa Barbara e gli innumerevoli fatti spiacevoli di cronaca seguenti, non sono mai abbastanza per mostrarci che è già tardi per allinearci e che l’unica cosa che possiamo fare è arginare i danni inarrestabili.

Già il Senatore Nelson sottolineò come: “Tutte le persone, a prescindere dall’etnia, dal sesso, dal proprio reddito o provenienza geografica, hanno il diritto ad un ambiente sano, equilibrato e sostenibile”. Una convinzione che oggi continua a sorreggere e animare le più fervide, lucide e attive filosofie ecologiste.

Il tema scelto per la Giornata della Terra 2023

“Investi nel nostro Pianeta” è il tema scelto per la Giornata Mondiale della Terra 2023. È ideato per rivolgersi a governi, istituzioni, imprese e cittadini e invogliarli a fare la loro parte in difesa del Pianeta.

Anche se il tempo stimato per intervenire è davvero poco, non sono poche le azioni che si possono mettere in atto sin da subito. Questo è emerso anche dal Rapporto di Sintesi per i decisori politici del VI Rapporto di Valutazione (AR6) sui Cambiamenti Climatici che riepiloga in poche pagine i risultati chiave dei sei Rapporti pubblicati durante l’attuale ciclo iniziato nel 2015, che dimostra chiaramente come sia possibile limitare il riscaldamento globale a 1,5 °C con riduzioni rapide e profonde delle emissioni in tutti i settori dell’economia globale, fornendo le opzioni di mitigazione e adattamento fattibili, efficaci e a basso costo per implementarle in tutti i settori e Paesi.

“L’integrazione di un’azione climatica efficace ed equa non solo ridurrà le perdite e i danni per la natura e le persone, ma fornirà anche benefici più ampi – ha dichiarato il presidente dell’IPCC, Hoesung Lee – Questo Rapporto di sintesi sottolinea l’urgenza di intraprendere azioni più ambiziose e dimostra che, se agiamo ora, possiamo ancora garantire un futuro sostenibile e vivibile per tutti”.

La soluzione sta in uno sviluppo resiliente al clima. Ciò comporta l’integrazione di misure di adattamento ai cambiamenti climatici con azioni volte a ridurre o evitare le emissioni di gas serra, in modo da fornire benefici più ampi. Ad esempio, l’accesso all’energia e alle tecnologie pulite migliora la salute, soprattutto di donne e bambini; l’elettrificazione a basse emissioni di carbonio, gli spostamenti a piedi e in bicicletta e i trasporti pubblici migliorano la qualità dell’aria, la salute e le opportunità di lavoro e garantiscono l’equità. I benefici economici per la salute delle persone derivanti dal solo miglioramento della qualità dell’aria sarebbero all’incirca uguali, o forse addirittura superiori, ai costi per ridurre o evitare le emissioni.

Tutte idee già in atto che attendono solo azioni concrete pronte a spiccare il volo, perché tutti abbiamo diritto a respirare aria pulita e tutti abbiamo il dovere di curare l’ambiente che ci ospita.

Di: Cristina Saja

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