Il decreto contro le aggressioni al personale sanitario è legge: cosa prevede

Il testo introduce l’arresto in flagranza differita per le aggressioni ai danni di operatori sanitari e il rafforzamento delle pene per i reati di danneggiamento di strutture sanitarie, con sanzioni severe in caso di violenza e minacce. Analizziamo nel dettaglio i cambiamenti introdotti

Sommario

  1. Danneggiamento di strutture sanitarie e sanzioni
  2. Arresto in flagranza differita per le aggressioni
  3. Risorse finanziarie e sostenibilità della legge
  4. Reazioni e commenti dalle istituzioni
  5. Ulteriori richieste dal settore sanitario

La Camera dei Deputati ha approvato definitivamente, con 144 voti favorevoli e 92 astenuti, il ddl di conversione in legge del decreto volto a contrastare i fenomeni di violenza contro i professionisti sanitari e il danneggiamento dei beni destinati all’assistenza sanitaria. Con questa approvazione, il provvedimento diventa legge. Il testo introduce l’arresto in flagranza differita per le aggressioni ai danni di operatori sanitari e il rafforzamento delle pene per i reati di danneggiamento di strutture sanitarie, con sanzioni severe in caso di violenza e minacce. Vediamo quali sono le novità.

Danneggiamento di strutture sanitarie e sanzioni

All’articolo 1, il testo del decreto introduce un nuovo reato per il danneggiamento di beni e strutture sanitarie o socio-sanitarie, sia pubbliche sia private. Questo reato si applica quando il danneggiamento avviene con violenza o minaccia nei confronti di professionisti sanitari, oppure nel compimento di altri reati violenti, come le lesioni a pubblico ufficiale. Il nuovo comma dell’articolo 635 del Codice Penale stabilisce pene severe: da uno a cinque anni di reclusione e multe fino a 10.000 euro per chiunque deteriori o renda inutilizzabili strumenti o strutture destinati all’assistenza sanitaria.

Arresto in flagranza differita per le aggressioni

Il decreto stabilisce, all’articolo 2, l’arresto obbligatorio in flagranza per chiunque venga sorpreso a commettere violenze contro personale sanitario e socio-sanitario. In alcuni casi, è consentito anche l’arresto in flagranza differita, basato su prove video o documentazione ottenuta da dispositivi elettronici. Questa misura rappresenta un passo avanti per garantire maggiore sicurezza ai professionisti della sanità e tutelare le strutture sanitarie dagli attacchi. L’arresto può essere disposto anche sulla base di prove fotografiche o video, garantendo una risposta immediata e dissuasiva.

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Risorse finanziarie e sostenibilità della legge

L’articolo 3 chiarisce che l’attuazione di queste misure non dovrà comportare nuovi oneri finanziari per la finanza pubblica: le autorità coinvolte dovranno provvedere all’attuazione del decreto utilizzando risorse già disponibili. La legge, in tal modo, punta a garantire la tutela del personale senza un impatto aggiuntivo sul bilancio dello Stato. Infine, all’articolo 4, si stabilisce che la nuova legge entrerà in vigore il giorno successivo alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, accelerando l’applicazione delle misure per contrastare efficacemente gli atti di violenza contro i sanitari.

Reazioni e commenti dalle istituzioni

Il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha espresso soddisfazione per l’approvazione della legge, sottolineando come essa rappresenti una risposta concreta alle esigenze di sicurezza del personale sanitario. Il Ministro ha evidenziato la necessità di continuare a lavorare per una “alleanza terapeutica” tra medico e paziente, ringraziando il Parlamento per l’impegno mostrato verso una problematica così urgente.

Filippo Anelli, presidente della FNOMCeO, ha dichiarato che questa legge dimostra già la sua efficacia, citando il caso di un arresto avvenuto a Lamezia Terme grazie alla nuova norma. Anelli ha anche auspicato ulteriori misure di supporto per la videosorveglianza, che faciliterebbero l’applicazione delle disposizioni.

Ulteriori richieste dal settore sanitario

Guido Quici, presidente della Federazione Cimo Fesmed, ha apprezzato l’approvazione del decreto, ricordando come le aggressioni ai sanitari siano diventate un’emergenza quotidiana. Tuttavia, Quici ha sottolineato la necessità che le aziende sanitarie adottino misure di prevenzione interne, come la videosorveglianza e la formazione del personale, che richiedono però risorse dedicate.

Anche il Nursind, sindacato degli infermieri, ha accolto favorevolmente la legge, ma ha evidenziato sui social la necessità di investire maggiormente sul personale sanitario, considerato il modo più efficace per prevenire ulteriori violenze. Secondo il segretario Andrea Bottega questo provvedimento è l'ultimo di una serie di misure governative volte a contrastare le aggressioni, ma agisce soprattutto dopo l'evento, tramite l'aumento delle pene e l'arresto in flagranza differita. Per prevenire le aggressioni, il sindacato ritiene fondamentale rispondere tempestivamente ai bisogni dei cittadini, richiedendo risorse e personale per migliorare il sistema. Un sistema efficiente riduce infatti il rischio che i cittadini ricorrano a comportamenti estremi.

Di: Arnaldo Iodice, giornalista

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