Scadenza ECM, Anelli (Fnomceo): “Tante sentenze considerano il mancato raggiungimento degli obiettivi formativi un’aggravante nei contenziosi”

Il presidente della Federazione nazionale dei medici, chirurghi e odontoiatri, nonché vicepresidente della Commissione nazionale per la Formazione continua in medicina, interviene sul tema dell’aggiornamento continuo a due mesi dalla scadenza dell’anno di proroga per il triennio 2020-2022

Due mesi dalla scadenza del 31 dicembre 2023, termine ultimo per raccogliere i crediti di Educazione continua in medicina che consentiranno ai professionisti sanitari di mettersi in regola con il triennio 2020-2022 (prorogato di un anno). Recentemente, presso il Ministero della Salute, si è svolta la prima riunione della neonata Commissione nazionale per l’ECM. In questa occasione, è stata sottolineata l'importanza cruciale della formazione continua, in sintonia con quanto dichiarato dal ministro della Salute, Orazio Schillaci.

Il ministro ha infatti di recente rilasciato un’intervista in cui ha confermato che "non sono previste ulteriori proroghe". Ha anche garantito l'adozione di tutte le misure necessarie per incentivare attivamente i professionisti del settore sanitario a partecipare ai corsi di formazione ECM. L'obiettivo è quello di evitare le "sanzioni previste dalla legge", che potrebbero comportare la sospensione dall'esercizio della professione. Va ricordato poi che il decreto Milleproroghe ha introdotto i crediti compensativi destinati ai professionisti che non sono riusciti a raggiungere il quantitativo necessario di crediti per soddisfare le loro esigenze formative nei trienni 2014-2016 e 2017-2019.

Presente alla prima riunione della neonata Commissione anche il presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici, chirurghi e odontoiatri (FNOMCeO), Filippo Anelli, vicepresidente della Commissione ECM.

 

L'intervista

Presidente, torna a riunirsi la commissione nazionale Ecm. La linea di indirizzo data dal ministro Schillaci è stata chiara: tutti i professionisti sono invitati a mettersi in regola entro il 31 dicembre per evitare sanzioni perché non ci saranno altre proroghe. Si lavora in questa direzione?

“L’obiettivo della Commissione è quella di formare tutti i professionisti e quindi anche quello di recuperare il gap con il passato, in cui un numero importante di professionisti non ha raggiunto gli obiettivi formativi. Ciò, naturalmente, non può che creare qualche problema. In questo senso, sono importanti alcuni provvedimenti che saranno assunti al termine di questo gruppo di lavoro, che dovrà riguardare la riforma del sistema ECM e che noi auspichiamo vada incontro a una deburocratizzazione e alla previsione di un maggior numero di eventi formativi che consentano con più facilità ai medici, così come a tutti gli altri professionisti sanitari, di poter raggiungere i loro obiettivi”.

Si osserva un significativo aumento di fruizioni di corsi da parte di tanti colleghi  a conferma dell’importanza assunta dalla formazione continua ma il gap per mettersi in regola resta ancora molto ampio. Eppure ci sono le opportunità per farlo…

“Dopo il Covid si torna a rimettere in moto tutto il processo formativo. È importante che le Regioni diano il loro supporto, in maniera particolare nelle aziende sanitarie, ma è anche fondamentale la presenza di corsi che siano quanto più innovativi, che guardino cioè al futuro è che diano ai professionisti quelle competenze che i percorsi ordinari non riescono ancora a rimodulare e che, invece, servono a guardare sempre con maggior speranza e determinazione al futuro”.

Altro punto molto importante è l’imminente approvazione dei decreti attuativi della Legge Gelli-Bianco sulla responsabilità professionale degli esercenti la professione sanitaria, che daranno piena attuazione alla norma che lega l’assolvimento dell’obbligo ECM nella misura del 70% dei crediti raccolti all’efficacia della copertura assicurativa. I professionisti che non raggiungeranno questa percentuale nel triennio 2023-2025 non potranno insomma accedere alla copertura assicurativa e quindi si troveranno scoperti dalla protezione in caso di contenzioso a loro carico.

“Su questo versante, il tema è molto cogente. Sono tante le sentenze dei giudici che, in casi di responsabilità medica, considerano il mancato raggiungimento degli obiettivi formativi un’aggravante nei confronti dei medici. A questo si aggiungerebbe poi la norma prevista dal Parlamento che esclude dalla copertura assicurativa coloro che non hanno raggiunto il 70% dei crediti. Penso che queste rappresentino indicazioni molto forti per spingere tutti i professionisti di mettersi in regola ed evitare problemi, soprattutto con la giustizia”.

Di: Arnaldo Iodice, giornalista

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