Siamo nel pieno dell’ultimo anno del triennio ECM 2023-2025 e tutti i professionisti sanitari sono chiamati a colmare il gap formativo entro il prossimo 31 dicembre. Di fronte a una grande maggioranza di operatori sanitari che si tengono costantemente aggiornati (non solo perché si tratta di un obbligo, ma anche e soprattutto perché una buona formazione continua è elemento essenziale di una buona pratica della professione) c’è una minoranza che fa più difficoltà a stare al passo. Uno dei motivi è da cercare proprio nel sistema ECM nella sua interezza, che potrebbe risultare poco accattivante per una buona fetta di professionisti. Ma come migliorarlo, in modo da azzerare le difficoltà che possono essere riscontrate nella fruizione dei corsi? Lo abbiamo chiesto a Fernando Capuano, presidente nazionale della Società di Medicina Diagnostica e Terapeutica (Simedet).
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Come migliorare il sistema ECM
Presidente, c'è qualcosa nel sistema ECM che va cambiato per migliorare la formazione dei professionisti sanitari e aumentare il grado di partecipazione ai corsi?
A mio avviso, sì. Noi, come società multidisciplinare, abbiamo già promosso questa necessità, ma evidenziamo l'importanza di implementare e favorire i permessi di formazione. Attualmente, i permessi per la formazione dei professionisti ammontano a circa sei giorni l'anno. Non c'è la stessa copertura nel privato accreditato. A nostro avviso, quando si realizza un percorso formativo, bisogna aumentare i permessi e favorire la partecipazione degli stessi professionisti.
Strumenti e incentivi per stimolare i professionisti alla formazione
Quali strumenti o incentivi aggiuntivi potrebbero essere adottati per stimolare maggiormente la partecipazione ai corsi?
Noi abbiamo assistito a un cambiamento: non c'è più una visione vessatoria o punitiva, ma piuttosto un sistema di incentivi. A nostro avviso, il professionista sanitario che è in regola con l'obbligo formativo ECM dovrebbe avere un titolo preferenziale, sia per eventuali progressi interni di carriera, sia per l'accesso a ruoli di coordinamento o a posizioni organizzative. Inoltre, dovrebbe esserci una ricaduta anche a livello concorsuale e un incentivo economico quando le strutture, sia pubbliche che private, valutano la performance o gli obiettivi raggiunti. Avere una formazione adeguata e specifica non solo riduce il rischio, ma, in base alla legge Gelli, consente alle strutture di ottenere un bonus assicurativo. Dovremmo quindi considerare anche questo aspetto come un ulteriore incentivo.