Farmacoeconomia e spesa sanitaria: approcci innovativi e delibera ECM

Esplora gli approcci innovativi alla gestione delle spese sanitarie e l’impatto della recente delibera ECM. L'intervista al Prof. Rasi, esperto di farmacoeconomia.

Sommario

  1. Professor Rasi, in Italia l'invecchiamento della popolazione e le richieste di cura sono particolarmente pronunciate. Eppure, la spesa sanitaria procapite è tra le più basse a livello internazionale. Come possiamo delineare questa situazione?
  2. Guardiamo al futuro: su quali soluzioni si deve concentrare il nostro sistema sanitario nazionale nei prossimi 50 anni?

L'Health Technology Assessment (HTA) è un processo multidisciplinare integrato che valuta gli aspetti medici, economici, sociali ed etici delle tecnologie sanitarie e l’impatto per la sostenibilità economica per il sistema sanitario.

La Commissione Nazionale per la Formazione Continua (CNFC) ha approvato la delibera in materia di "Health Technology Assessment-HTA" stabilendo che l'HTA è una tematica di interesse nazionale per il triennio 2023-2025. La delibera, inoltre, riconosce un incentivo di 0,3 crediti ECM aggiuntivi per ogni ora formativa correlata sui temi identificati come prioritari, inclusa l'HTA. La stessa cosa vale per la formazione su altre tematiche di rilevante importanza, come radioprotezione e Fentanyl e nuove droghe.

Il corso “Farmacoeconomia: approcci innovativi alla gestione delle spese sanitarie” da 9.3 crediti ECM e disponibile sulla piattaforma Consulcesi Club, rientra nella nuova delibera Agenas come tematica speciale. Fornisce i principi fondamentali dell'analisi farmaco economica con particolare riguardo all'analisi di costo/efficacia dei trattamenti farmacologici e i vari tipi di analisi farmaco economiche. Sono descritte ed illustrate le principali metodiche di analisi applicate nel processo decisionale per la valutazione economica di farmaci ed altri trattamenti in campo sanitario. I Responsabili scientifici del corso sono il prof. Guido Rasi - docente di Microbiologia all’Università di Roma “Tor Vergata”, ex Direttore Esecutivo dell’EMA e precedentemente Direttore Generale dell’Aifa - e Stefano Palcic, Responsabile della SS Farmaceutica convenzionata e per conto presso l’Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano-Isontina (ASUGI).

La crescita delle spese sanitarie degli ultimi decenni è ascrivibile al progressivo invecchiamento demografico, all’introduzione di nuove tecnologie di diagnosi e cura, generalmente più efficaci, ma anche più costose, e alla crescita delle aspettative della popolazione.
Di invecchiamento della popolazione e spesa sanitaria bassa in Italia e delle soluzioni su cui dovrà concentrarsi il SSN nei prossimi 50 anni abbiamo discusso con il Professor Rasi nella videointervista.

Professor Rasi, in Italia l'invecchiamento della popolazione e le richieste di cura sono particolarmente pronunciate. Eppure, la spesa sanitaria procapite è tra le più basse a livello internazionale. Come possiamo delineare questa situazione?

“Sicuramente aumentare la spesa procapite potrebbe essere necessario. Attenzione però a fare paragoni per categorie omogenee: la spesa è più bassa, ma anche i costi sono più bassi. Un medico italiano guadagna circa la metà dei paesi in cui vengono comparate quelle spese. Un pacemaker in Italia costa la metà di quello che si paga in Inghilterra. E allora non è detto che la spesa sia più bassa, perché se sono più bassi i costi la spesa potrebbe essere assimilabile. Di questo non c'è una metrica adeguata, bisogna lavorare per allocare più risorse sicuramente, ma sapere esattamente di cosa parliamo e sapere soprattutto che questi soldi vengano messi per comprare salute e non solo per pagare servizi”.

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Guardiamo al futuro: su quali soluzioni si deve concentrare il nostro sistema sanitario nazionale nei prossimi 50 anni?

"Su due aspetti di sicuro poi su tanti altri. Uno: informatizzazione del sistema; secondo: una capillarizzazione del sistema sanitario sul territorio quindi riportare molte delle attività sul territorio. Non si può vedere un attacco di ipertensione che finisce in pronto soccorso, deve essere gestita ad un alto livello. E terzo, una maggiore raccolta dei dati. Il terzo aspetto è quello di prendere decisioni informate. Abbiamo bisogno di sviluppare una real evidence gestita non recuperata da dati eterogenei ma programmata per capire effettivamente qual è l'efficienza, il vero effetto, la vera performance di ogni intervento, sia esso terapeutico per l'uso di un farmaco, sia di una nuova governance di un ospedale o qualsiasi atto. Troppe decisioni vengono prese con incertezza e quindi non sono il massimo dell'efficienza".

Di: Viviana Franzellitti, giornalista

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