Negli ultimi anni, il settore degli affitti brevi è cresciuto in modo esponenziale, portando con sé nuove sfide regolatorie e fiscali. Per garantire una maggiore trasparenza e controllo su questa forma di locazione, il legislatore ha introdotto l'obbligo del Codice Identificativo Nazionale (CIN) per gli affitti brevi, un numero unico che identifica ogni immobile locato con finalità turistica e di breve durata.
La data ultima per adeguarsi all’obbligo di richiesta del CIN è fissata al 1 gennaio 2025, con una procedura specifica che richiede attenzione ai dettagli normativi, fiscali e procedurali. Questo articolo offre una guida dettagliata per ottenere il CIN, con tutti gli step necessari, i riferimenti normativi, e gli adempimenti fiscali richiesti per operare nel rispetto delle disposizioni vigenti.
Cos’è il codice CIN e perché è obbligatorio per affitti brevi
La normativa di riferimento sul codice CIN
L’obbligo del Codice Identificativo Nazionale nasce con l’approvazione del Decreto Ministeriale del 7 maggio 2023, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale in data 15 maggio 2023. Tale decreto introduce il Registro Nazionale degli Affitti Brevi, cui devono aderire tutti i locatori che concedono in affitto immobili per periodi inferiori a 30 giorni. L’obiettivo è regolare il settore degli affitti brevi, garantendo il rispetto degli obblighi fiscali e delle norme di sicurezza pubblica.
Chi deve richiedere il Codice CIN
Il Codice CIN è obbligatorio per tutti i soggetti che mettono a disposizione unità abitative a scopo turistico, inclusi privati cittadini, agenzie e piattaforme di intermediazione. È importante sottolineare che, in caso di mancato rispetto di tale obbligo, sono previste sanzioni amministrative rilevanti, con importi variabili da un minimo di 500 a un massimo di 5.000 euro, in base alla gravità della violazione.
Sono soggetti all’obbligo di richiesta del CIN:
- Proprietari e locatori privati: chiunque affitti una proprietà per brevi periodi deve registrare l’immobile e ottenere il CIN.
- Agenzie immobiliari e gestori di immobili per conto terzi: anche le agenzie e i gestori che si occupano della locazione di immobili altrui devono ottenere il CIN per ciascun immobile locato.
- Piattaforme di intermediazione: piattaforme come Airbnb, Booking e simili sono tenute a verificare che gli immobili registrati dai proprietari dispongano del CIN, pena la possibilità di incorrere in sanzioni.
Procedura per ottenere il Codice CIN per affitti brevi
Per ottenere il CIN, è necessario registrare l'immobile presso il **Registro Nazionale degli Affitti Brevi. La procedura si articola in alcuni passaggi fondamentali, che riportiamo di seguito.
Step 1: Registrazione al portale dedicatodel Registro Nazionale
Il primo passo per ottenere il CIN consiste nella registrazione al portale del Registro Nazionale degli Affitti Brevi, gestito dal Ministero del Turismo. Per effettuare la registrazione, il richiedente deve:
- Accedere al portale tramite credenziali SPID o CIE (Carta d’Identità Elettronica).
- Inserire i dati personali del locatore o del rappresentante legale, in caso di società o agenzia.
- Compilare le informazioni sull’immobile: è necessario indicare l’indirizzo completo, la categoria catastale e la superficie dell’abitazione.
Questa prima fase si conclude con il rilascio di un numero provvisorio, che serve a identificare temporaneamente la domanda di registrazione.
Step 2: Verifica dei requisiti dell’immobile
Per ottenere il CIN, l’immobile deve rispettare alcuni requisiti strutturali e di sicurezza, come previsto dalle normative locali in materia di locazioni turistiche. I requisiti principali includono:
- Certificato di conformità urbanistica: l’immobile deve rispettare le norme urbanistiche locali.
- Certificazione energetica: è obbligatorio fornire una certificazione che attesti la classe energetica dell’immobile, necessaria anche per altre pratiche di locazione.
- Certificato di agibilità: l’abitazione deve disporre di un certificato di agibilità in corso di validità.
Una volta verificati i requisiti, è possibile passare alla fase successiva della procedura.
Step 3: Pagamento della tassa di registrazione
Per ogni immobile registrato, è previsto il pagamento di una tassa amministrativa annuale, il cui importo è stabilito in base alla normativa locale e alla destinazione turistica della località. Il pagamento può essere effettuato online, direttamente sul portale del Registro Nazionale, attraverso una sezione dedicata ai pagamenti telematici.
Step 4: Rilascio e utilizzo del Codice CIN
Dopo la verifica dei documenti e il pagamento della tassa, il sistema rilascia il Codice Identificativo Nazionale (CIN), un numero univoco che dovrà essere riportato su ogni annuncio pubblicitario dell’immobile, sia online che offline. La normativa richiede che il CIN sia ben visibile in ogni forma di pubblicità, compresi i siti delle piattaforme di intermediazione e le bacheche degli immobili.
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Obblighi fiscali per i locatori di affitti brevi
Oltre alla registrazione e alla richiesta del CIN, il locatore è soggetto ad alcuni obblighi fiscali, finalizzati al monitoraggio delle entrate generate dalla locazione turistica. Gli adempimenti fiscali comprendono:
- Dichiarazione dei redditi: i redditi derivanti dagli affitti brevi devono essere dichiarati nel quadro RB del Modello Redditi Persone Fisiche o nel quadro B del Modello 730. Tali redditi sono soggetti alla cedolare secca, con un’aliquota del 21% per le locazioni brevi.
- Imposta di soggiorno: in alcune località è previsto l’obbligo di riscuotere l’imposta di soggiorno per ogni ospite, il cui importo varia in base al Comune. Il locatore è responsabile della raccolta e del versamento di questa imposta, che deve essere dichiarata periodicamente presso gli uffici comunali.
- Fatturazione elettronica: per i locatori titolari di partita IVA è obbligatoria la fatturazione elettronica, con trasmissione dei dati all’Agenzia delle Entrate.
Come utilizzare correttamente il codice CIN negli annunci
Il Codice CIN deve essere chiaramente indicato in ogni annuncio o pubblicità dell’immobile, sia online che offline. Le piattaforme di intermediazione sono obbligate a verificare che ogni immobile registrato disponga di un CIN valido. In caso contrario, la piattaforma rischia di incorrere in sanzioni e, in alcuni casi, potrebbe essere tenuta a rimuovere l’annuncio. Questa disposizione mira a responsabilizzare i soggetti coinvolti nella pubblicità e locazione degli immobili, garantendo una maggiore trasparenza e tutela per i consumatori.
Sanzioni per il mancato rispetto dell’obbligo del Codice CIN
Le sanzioni per il mancato rispetto dell’obbligo del CIN sono severe e variano in base alla gravità dell’inadempimento:
- Sanzione amministrativa da 500 a 5.000 euro: applicabile in caso di mancata richiesta del CIN entro la scadenza del 1 gennaio 2025.
- Chiusura temporanea dell’attività: in caso di ripetute violazioni o di mancata esposizione del CIN, l’autorità competente può ordinare la sospensione dell’attività di locazione.
- Sanzioni per le piattaforme: le piattaforme che non verificano la presenza del CIN sono soggette a sanzioni amministrative, variabili in base al numero di violazioni riscontrate
Perché il Codice CIN è importante per il settore degli affitti brevi
L’introduzione del Codice CIN per gli affitti brevi rappresenta un passo importante verso la regolamentazione del settore, favorendo la trasparenza fiscale e la sicurezza dei consumatori. La scadenza del 1 gennaio 2025 richiede a tutti i locatori di adeguarsi entro tale data per evitare sanzioni. Seguire correttamente gli step di registrazione e rispettare gli obblighi fiscali e pubblicitari è essenziale per operare in conformità con la normativa.
In un contesto di crescente interesse per il settore degli affitti brevi, il Codice CIN diviene uno strumento di garanzia sia per i locatori sia per gli affittuari, promuovendo un mercato immobiliare più chiaro e regolamentato.