Ipoacusia infantile: i segnali da non sottovalutare

Quali sono i campanelli d’allarme più frequenti dell’ipoacusia infantile? Sai individuare i sintomi e prevenire o riconoscere i segnali? Approfondisci il tema con il film formazione “Matilde” disponibile con il Club

Sommario

  1. Quando sospettare un disturbo dell’udito nei bambini
  2. Come capire se un bambino non sente bene: i segnali da non sottovalutare
  3. Perché è importante intervenire subito
  4. La disabilità “invisibile” nel film formazione "Matilde"
  5. Le strategie per superare gli ostacoli alla comunicazione

Secondo i dati Istat la sordità è la seconda causa di invalidità più diffusa in Italia dopo quella motoria. Si stima che, nel nostro paese, circa 1 bambino su 1000 nasca con ipoacusia ossia con un deficit uditivo. Di questi, circa 1 su 4 è di gravità tale da provocare un’alterazione del normale sviluppo psichico, cognitivo e del linguaggio. La maggior parte dei bambini affetti da ipoacusia presenta la perdita di udito già alla nascita. Una piccola percentuale, circa il 10%, può sviluppare sordità nei primi tre anni di vita.

Lo screening audiologico neonatale permette di individuare precocemente tutti i bambini a rischio di sordità così da poter effettuare una diagnosi entro il terzo mese di vita del bambino e permettere quindi di intervenire tempestivamente con trattamenti riabilitativi necessari.

Leggi anche

Quando sospettare un disturbo dell’udito nei bambini

Quando c’è un problema di udito non trattato, il bambino presenterà un ritardo e uno sviluppo anomalo della comprensione e della produzione del linguaggio. Tanto più grave quanto più è grave la perdita uditiva.

In particolare:

  • senza feedback uditivo i bambini sordi non sviluppano la lallazione nei tempi e nei modi dei bambini udenti;
  • si dimostrano più lenti dei bambini della stessa età nell’aumentare il numero di sillabe prodotte;
  • non arrivano a possedere spontaneamente tutti i suoni consonantici e continuano ad avere difficoltà nel pronunciare le parole per un lungo periodo.

Spesso l’osservazione da parte dei genitori è difficile e ingannevole. A volte sono i nonni o le educatrici del nido ad accorgersi che il bambino non sente bene.

Come capire se un bambino non sente bene: i segnali da non sottovalutare

Il deficit uditivo influisce negativamente sulla strutturazione del linguaggio, sia in ambito recettivo - quello che viene sentito e capito, che in quello espressivo - la capacità di esprimere una propria idea, pensiero o necessità -.

I genitori, la famiglia, la scuola possono riuscire a riconoscere i primi segni di ipoacusia infantile. Diverse situazioni possono far sorgere il dubbio che l’udito non sia ben sviluppato. Ecco i segnali che non devono essere trascurati:

  • il neonato o il bambino non reagisce, non si gira, non è incuriosito da stimoli rumorosi di una certa intensità: la porta che sbatte o un aggetto che cade a terra;
  • non si volta quando sente suoni familiari come il citofono, il campanello. Non si gira se viene chiamato anche ripetutamente, non riconosce la voce della mamma o del papà;
  • in presenza di suoni non riesce a capire da che parte provengano;
  • non indica un oggetto o una figura quando gli si chiede di farlo, non esegue azioni richieste, non presta attenzione quando gli si parla o racconta una favola;
  • non si accorge che qualcuno gli sta parlando se la persona che parla non è di fronte a lui.

Nei bambini più grandi, che dovrebbero essere già in grado di parlare correttamente e di interagire in maniera appropriata con altre persone, possibili campanelli di allarme sono rappresentati da:

  • espressioni come “cosa?”oppure “eh?” quando gli viene posta una domanda;
  • un volume più alto del necessario quando guarda la televisione o ascolta la radio;
  • spostare in continuazione il telefono durante una conversazione dall’orecchio destro al sinistro e viceversa.

Leggi anche

Perché è importante intervenire subito

Un’azione tempestiva su neonati e bambini è fondamentale in presenza di segnali che possano far pensare a un problema uditivo. Un ritardo nella diagnosi, infatti, corrisponde a un ritardo nella soluzione del problema con conseguenze negative anche a livello di sviluppo del linguaggio.

Un otorino pediatrico indicherà ai genitori l’esame più adatto in base all’età del piccolo. Il test audiometrico comportamentale, condotto da personale esperto, non invasivo né fastidioso, permette di confermare o escludere la presenza di un problema di ipoacusia

La disabilità “invisibile” nel film formazione "Matilde"

Il cortometraggio “Matilde”, del regista pugliese Vito Palmieri, è stato realizzato da un’associazione di genitori con figli audiolesi, l’Agfa-Fiadda di Bologna. È stato premiato come miglior corto italiano al Rome Indipendent Film Festival e al Festival del Cinema europeo di Lecce e ha vinto al Toronto International Film Festival nella sezione "Bambini".

Il film mette in evidenza le difficoltà e i disagi della disabilità "invisibile", la sordità appunto, che costringe chi non sente a scontrarsi e combattere contro le barriere della comunicazione. Matilde è il vero nome della protagonista, una bambina sorda anche dietro la macchina da presa come gli altri "attori" che recitano nel corto.

Matilde, sui banchi di scuola, deve fare i conti con numerosi problemi: il vociare dei compagni, i rumori fastidiosi delle sedie e i baffi troppo lunghi del suo maestro che le impediscono di seguire le lezioni. Sorridente e attenta, grazie alla sua volontà e alla sua “singolare” creatività, la bambina riesce a trovare delle soluzioni alternative valide per poter imparare e vivere al meglio la scuola. Raccoglie una gran quantità di palline da tennis da mettere sotto le gambe delle sedie per attutire i rumori. Poi, mostra il suo apparecchio acustico al maestro e gli chiede di tagliarsi i baffi che le impediscono di leggere il labiale.

Le strategie per superare gli ostacoli alla comunicazione

Il corto “Matilde” ci permette di vedere la scuola e il mondo con gli occhi di una bambina affetta da ipoacusia infantile. La protagonista mette in atto alcuni semplici ma utili accorgimenti per abbattere e superare i problemi di comunicazione. Non è rassegnata alla propria disabilità, anzi. Pensa e combatte per ottenere ciò che le spetta. Il messaggio del regista è proprio questo: a volte basta davvero poco per aiutare un bambino. Maria Montessori diceva: “Dobbiamo fornirgli un ambiente che gli consenta di svilupparsi liberamente”. Eccone alcuni:

  • Leggere il labiale. Per una persona sorda è importante poter leggere il labiale di chi sta parlando così come trovarsi in un ambiente confortevole con rumori ridotti al minimo, in modo che ci sia il miglior audio possibile.
  • Barriere da abbattere. La scuola, forse inconsapevolmente, è spesso passiva nei confronti delle diversità. Tutti, infatti, possono vivere una vita normale se messi nelle giuste condizioni. La sordità, infatti, non comporta la totale esclusione dal mondo dei suoni e della parola. Occorrono, però, i giusti accorgimenti per aiutare chi è affetto da ipoacusia a sentire e a comunicare: la lettura labiale, l’utilizzo della protesi acustica e un po' di fantasia e ingegno per trovare escamotage vincenti ed anche economici. L’idea delle palline da tennis, un’idea ripresa nel corto, è stata usata realmente nella classe elementare di Matilde. Mentre la richiesta relativa i baffi, è stata ripresa dai racconti reali di un ragazzo sordo rivelati al regista.
  • Sottotitolatura. Per favorire una cultura di inclusione nella società dei non udenti, sarebbe bene diffondere in maggior modo anche la sottotitolatura. In alcune scene del film, in regista ha fatto in modo che anche gli spettatori udenti fossero obbligati a leggere il labiale perché non si sentivano le battute dei personaggi. Una scelta, la sua, per dimostrare che solo immedesimandosi con chi vive in disagio lo si può capire e affrontare al meglio.
Di: Viviana Franzellitti, giornalista

Argomenti correlati