Italia ecologica, quali sono i punti deboli del nostro Paese?

Qualità dell'aria, gestione delle acque reflue e smaltimento dei rifiuti: l'Italia stagna in questi tre campi e l'evoluzione green rallenta. In occasione della Giornata della Terra parliamo di problemi vecchi e nuovi.

Sommario

  1. Qualità dell'aria: un tasto dolente
  2. Acque reflue: l'Italia non è ancora in regola
  3. Rifiuti e discariche abusive
  4. Le azioni da implementare
Nella giornata della Terra 2024 l'Italia, celebre per la sua bellezza naturale e la sua ricca eredità culturale, si trova di fronte a sfide ambientali sempre più pressanti. In questo articolo, esamineremo tre aspetti cruciali della situazione ambientale italiana: la qualità dell'aria, la gestione delle acque reflue e la distribuzione delle discariche abusive

Qualità dell'aria: un tasto dolente

L'Italia soffre da tempo di problemi legati alla qualità dell'aria, con alcune delle sue città più grandi e industrializzate costantemente classificate tra le più inquinate d'Europa. A dimostrarlo i dati del primo trimestre del 2024 sulla qualità dell’aria in città raccolti dall’associazione Legambiente: da gennaio a marzo 2024 sono già 8 le città fuorilegge per le polveri sottili, avendo superato il limite previsto per il PM10 di 35 giorni in un anno solare con una media superiore a 50 microgrammi per metro cubo (µg/mc). Verona (Borgo Milano) con 44 giorni di sforamenti nei primi 91 giorni dell’anno, seguita da Vicenza (San Felice) con 41, Padova (Arcella) 39, Frosinone (scalo) 38, Brescia (Villaggio Sereno), Cremona (Piazza Cadorna), Torino (Grassi) e Venezia (Via Beccaria) con 36. Al limite Treviso (Via Lancieri) con 35 giorni di sforamento, Modena (Giardini), Milano (Senato), Monza (Via Machiavelli), Rovigo (Centro) 34. Da questo momento le città fuorilegge non possono più sforare e l’emergenza dovrà essere affrontata sistematicamente per il resto dell’anno (nonostante la primavera renda il problema meno acuto e sentito da amministrazioni e cittadini) per evitare che il prossimo autunno, con il cambio di stagione, queste città rischino seriamente di doppiare gli sforamenti consentiti. 

Acque reflue: l'Italia non è ancora in regola

La gestione delle acque reflue in Italia ha fatto progressi significativi negli ultimi decenni, con un aumento delle infrastrutture per il trattamento delle acque e una maggiore attenzione alla depurazione. Tuttavia, persistono ancora criticità, soprattutto nelle aree rurali e in alcune piccole città. Secondo i dati del Ministero dell'Ambiente, solo il 65% delle acque reflue domestiche viene trattato adeguatamente, lasciando una percentuale significativa di scarichi non trattati che finiscono nei fiumi e nei mari, minacciando la salute delle persone e degli ecosistemi acquatici.

La percentuale di acque reflue domestiche trattate adeguatamente nel 2022 è stata del 72%, in lieve aumento rispetto agli anni precedenti. Tuttavia, questa percentuale varia notevolmente da regione a regione, con alcune aree che registrano tassi di trattamento più bassi rispetto ad altre. Le regioni settentrionali tendono ad avere una migliore copertura di impianti di depurazione rispetto alle regioni meridionali e insulari.

L'Italia ha inoltre violato la Direttiva europea 1991/271/CEE sul corretto trattamento delle acque reflue urbane. A questa violazione sono succedute tre sentenze di condanna da parte della Corte di Giustizia europea (l'ultima del 6/10/22) per non essersi ancora messa in regola dopo oltre 10 anni. 

Rifiuti e discariche abusive

Le discariche abusive rappresentano un'altra sfida ambientale di rilievo in Italia. Nonostante gli sforzi delle autorità per contrastare questo fenomeno, il numero di discariche abusive rimane alto, con una distribuzione diseguale su tutto il territorio nazionale. Le regioni del Sud Italia, in particolare, sono spesso le più colpite, con una presenza diffusa di siti illegali di smaltimento dei rifiuti. Secondo un rapporto del WWF Italia, nel 2020 sono state individuate oltre 32.000 discariche abusive nel paese, con una superficie complessiva di circa 4.000 ettari. Queste discariche non solo danneggiano l'ambiente circostante, ma costituiscono anche un rischio per la salute pubblica, rilasciando sostanze tossiche nel terreno e nell'acqua sotterranea.

Secondo i dati forniti dal Ministero dell'Ambiente, il numero di discariche abusive nel paese è in aumento costante. Nel solo anno 2022, sono state individuate e bonificate oltre 8.000 discariche abusive in tutta Italia, con una superficie complessiva di oltre 1.200 ettari. Queste discariche si trovano comunemente in aree rurali, in prossimità di strade di campagna, fiumi e aree naturali protette, ma sono presenti anche nelle periferie urbane e industriali.

Le cause della proliferazione delle discariche abusive sono molteplici e interconnesse. Tra le principali ci sono:

  • Scarsa Consapevolezza Ambientale: Mancanza di consapevolezza e sensibilizzazione pubblica sull'importanza della corretta gestione dei rifiuti e sulle conseguenze delle discariche abusive.
  • Insufficiente Applicazione delle Leggi: Scarso controllo e applicazione delle leggi ambientali, che permette agli autori di discariche abusive di agire impunemente.
  • Interessi Economici: Lucrative opportunità finanziarie per coloro che gestiscono discariche abusive illegali, che spesso evitano i costi e le regolamentazioni delle discariche autorizzate.

Le azioni da implementare

Per liberare l'Italia dall'inquinamento e affrontare con determinazione le sfide ambientali, è fondamentale adottare una serie di azioni concrete e mirate. Ecco alcuni passaggi cruciali:

  1. Investire in Energia Pulita: Promuovere la transizione verso fonti di energia rinnovabile, come solare, eolica e idroelettrica, riducendo così l'uso di combustibili fossili e le emissioni di gas serra.

  2. Potenziare il Trasporto Pubblico: Migliorare e ampliare le reti di trasporto pubblico, incoraggiando l'uso di mezzi ecologici e riducendo la dipendenza dai veicoli privati a combustione interna.

  3. Potenziare il Riciclo e il Compostaggio: Promuovere il riciclo e il compostaggio dei rifiuti attraverso campagne di sensibilizzazione e investimenti in infrastrutture per facilitare queste pratiche sostenibili.

  4. Rafforzare le Normative Ambientali: Applicare e rafforzare le normative ambientali esistenti, garantendo il rispetto degli standard di qualità dell'aria, dell'acqua e del suolo.

  5. Incentivare la Ricerca e lo Sviluppo Tecnologico: Sostenere la ricerca e lo sviluppo di tecnologie pulite e soluzioni innovative per affrontare le sfide ambientali, come il monitoraggio dell'inquinamento, il trattamento delle acque reflue e la gestione dei rifiuti.

  6. Preservare e Riqualificare gli Spazi Naturali: Proteggere e preservare gli ecosistemi naturali, riqualificando le aree degradate e ripristinando la biodiversità attraverso programmi di conservazione ambientale.

  7. Coinvolgere Attivamente la Comunità: Coinvolgere attivamente i cittadini, le imprese e le organizzazioni non governative nella promozione di comportamenti e pratiche sostenibili, incoraggiando la partecipazione e il coinvolgimento della società civile.

  8. Collaborare a Livello Internazionale: Collaborare con altri paesi e organizzazioni internazionali per affrontare le sfide ambientali in modo globale, scambiando conoscenze, esperienze e risorse per promuovere uno sviluppo sostenibile a livello mondiale.

Implementare queste azioni richiederà un impegno congiunto e coordinato da parte di tutte le parti interessate, ma è fondamentale per liberare l'Italia dall'inquinamento e garantire un futuro più sano e sostenibile per tutti.

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Di: Gloria Frezza, giornalista professionista

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