In Italia i casi di virus Dengue sono arrivati a 197, come riportato dall'Istituto Superiore di Sanità al 13 maggio 2024, per tutti il contagio è avvenuto all'estero durnate un viaggio e non sono stati segnalati decessi. La maggior parte delle infezioni risultano provenire dal Brasile e dalle Maldive, dove la zanzara Aedes che ne è principale portatrice ha il suo ambiente naturale. Nel primo trimestre del 2024, il numero di segnalazioni è aumentato di circa 6 volte rispetto allo stesso periodo del 2023, secondo l'Iss in maniera coerente con l'aumento in scala globale.
Una parte fondamentale in questo scenario la fanno proprio i medici curanti, che possono gestire le partenze e i ritorni dei propri pazienti fornendo loro le raccomandazioni giuste e monitorando le loro condizioni di salute al ritorno. Con questo scopo abbiamo interpellato il professor Massimo Andreoni, emerito di Malattie Infettiva all'Università di Roma Tor Vergata, past presidente SIMIT e docente del corso ECM "Febbre Dengue: facciamo chiarezza" per Consulcesi Club.
Le raccomandazioni per i viaggiatori in partenza
"Non c'è ancora un'indicazione in Italia di fare un vaccino per la Dengue - spiega l'esperto - a meno che uno non si trasferisca per tempi molto lunghi. Quindi andare in una zona ad alta endemia come può essere il Brasile per villeggiatura è ben diverso di andarci per lavoro. Se si andasse per lavoro il vaccino certamente la prima indicazione, se si deve stare in Brasile per pochi giorni invece bisogna cercare di utilizzare tutte quelle misure di prevenzione per cercare di ridurre il rischio di essere punto da una zanzara"
Per i viaggiatori il prof. Andreoni raccomanda:
- repellenti cutanei
- vestiti di colore chiaro a manica lunga e pantaloni lunghi
- proteggersi specialmente nelle "ore delle zanzare": prima mattina e tarda serata
Va richiesto al pazienti di prestare attenzione anche alla sistemazione scelta: "Servono sistemi anche all'interno delle abitazioni, nonché quelle sostanze che a lento rilascio cacciano le zanzare"
Le raccomandazioni per i viaggiatori di ritorno
Al momento non ci sono casi autoctoni, che si verificano quando una persona contagiata da Dengue viene punta da una zanzara "locale" che raccoglie il virus e poi, pungendo altrove, lo trasmette. I viaggiatori di ritorno devono pertanto essere monitorati e, in caso, segnalati in caso di sintomatologia sospetta.
"Chi ritorna da zone a rischio deve sapere che potrebbe avere acquisito l'infezione da puntura di zanzara e quindi dell'incubazione di cinque/sei giorni. Se si dovesse manifestare una febbre molto importante, dolori articolari, dolore agli occhi e alcune volte ci possono essere anche disturbi gastroenterici quindi il vomito, la diarrea la comparsa di un rash cutaneo".
In questo caso, bisogna ricordare al paziente di contattarci come medico curante e segnalare il caso per un test all'ospedale più vicino, raccomandando di osservare una quarantena ovviamente non dalle altre persone ma dai luoghi aperti in cui si potrebbe rischiare di essere punti, da contagiati, da una zanzara portatrice.
Nella video intervista Andreoni approfondisce le strategie di gestione italiane e le conseguenze nei prossimi anni, con la tropicalizzazione del clima, sull'avvento di specie animali nuove e poco diffuse ad oggi.