La maternità è un’esperienza complessa, e non sempre coincide con l’immagine idealizzata della felicità assoluta. Una realtà, questa, difficile da accettare, ma necessaria per essere delle donne e madri consapevoli. La depressione post partum è spesso uno dei maggiori ostacoli, un periodo in cui le neo mamme, ma soprattutto le nuove famiglie, devono essere supportate e sostenute.
La depressione post partum colpisce circa 1 donna su 7 dopo il parto, spesso nelle prime 6 settimane, ma che può manifestarsi anche a distanza di mesi. Eppure, il disagio emotivo legato alla nascita di un figlio continua a essere vissuto con vergogna o senso di colpa, rallentando il percorso verso una diagnosi e una cura tempestiva.
Un malessere invisibile: la depressione post partum
Gli esperti hanno la responsabilità di intercettare i segnali clinici e mettere in pratica i possibili strumenti per riconoscere la depressione post partum nelle pazienti, fornendo loro indicazioni preziose. Gli attori preposti devono essere medici, ostetriche e ostetrici, infermieri e operatori sanitari del territorio debitamente formati in materia.
Ci sono alcuni segnali chiave da osservare: umore depresso persistente, forte stanchezza non giustificata, crisi di pianto ricorrenti, difficoltà a dormire anche quando il bambino dorme e soprattutto il senso di inadeguatezza o colpa per non sentirsi “una brava madre”. Questi segni della depressione post partum non devono essere confusi con il cosiddetto baby blues, che è transitorio e scompare da solo in pochi giorni.
Si noti bene, che, a detta degli esperti, a volte la paziente appare funzionale: accudisce il neonato, rispetta le visite, ma dentro si sente svuotata. In questi casi emergono sintomi della depressione post partum come distacco emotivo dal bambino, ansia costante, pensieri negativi ricorrenti. È fondamentale creare uno spazio di ascolto, anche durante controlli di routine, per far emergere questi aspetti.
Il ruolo degli operatori sanitari nel riconoscimento precoce
La depressione post partum può avere conseguenze importanti sulla salute della madre, sulla relazione madre-bambino e sull’equilibrio familiare. Per questo motivo, come evidenziato anche dalle linee guida NICE e dall’OMS, è importante che i professionisti sanitari sappiano riconoscere la depressione post partum precocemente.
È indubbio constatare quindi che gli operatori sanitari devono essere formati non solo per somministrare questionari come l’EPDS (Edinburgh Postnatal Depression Scale), ma anche per leggere tra le righe: una paziente che minimizza il proprio disagio potrebbe nascondere una sofferenza profonda. Serve empatia, ascolto attivo e attenzione alle sfumature del linguaggio.
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Affrontare la depressione post partum: quali strumenti?
Quando viene diagnosticata, la depressione post partum può essere affrontata con diverse modalità terapeutiche, in base alla gravità del quadro clinico:
- Psicoterapia individuale o di coppia, con approcci cognitivi-comportamentali o psicodinamici;
- Farmacoterapia, in particolare con antidepressivi compatibili con l’allattamento, se necessario;
- Gruppi di sostegno post partum;
- Interventi domiciliari di supporto alla genitorialità.
Fondamentale è anche il coinvolgimento del partner e della rete familiare, affinché la paziente non si senta isolata. Affrontare la depressione post partum richiede un approccio integrato, che tenga conto della complessità emotiva, ormonale, relazionale del momento che la donna sta vivendo.
Superare lo stigma: una questione culturale
Uno degli ostacoli più grandi resta lo stigma: molte pazienti non chiedono aiuto per paura di essere giudicate o di sentirsi inadeguate come madri.
Per questo è importante parlare della depressione post partum con trasparenza e normalità, anche attraverso campagne di sensibilizzazione rivolte al grande pubblico.
La depressione post partum non è un fallimento, ma una condizione clinica curabile che richiede ascolto, competenza e tempestività. Attraverso l’esperienza diretta di professionisti come la dottoressa Romano, possiamo migliorare la nostra capacità di riconoscere i segni della depressione post partum e offrire strumenti concreti per affrontare questa condizione, restituendo alle donne il diritto di vivere la maternità con serenità.