Tra il 24 ottobre e il 12 dicembre 2024, nella provincia di Kwango, Repubblica Democratica del Congo (RDC), si sono verificati 527 casi di una malattia non ancora diagnosticata, con 32 decessi confermati. I sintomi includono febbre, mal di testa, tosse, difficoltà respiratorie e segni di malnutrizione acuta, colpendo soprattutto bambini sotto i cinque anni. La zona è gravemente colpita da una crisi alimentare, e la limitata capacità diagnostica, unita a difficoltà logistiche dovute alla stagione delle piogge, sta rallentando l'identificazione della causa. Sebbene dieci campioni su dodici abbiano confermato la presenza di malaria, non si esclude la compresenza di altri agenti infettivi. L'OMS e le autorità locali ipotizzano una forma severa di malaria come possibile origine del focolaio, ma sono ancora in corso analisi approfondite.
Gli interventi sul campo e le ipotesi in esame
L'OMS ha inviato un team di risposta rapida per indagare sulle cause del focolaio e migliorare l'assistenza sanitaria nella zona. Tra le malattie sospettate ci sono polmonite acuta, influenza, Covid-19, morbillo e malaria, con la malnutrizione come elemento aggravante. La possibilità che più patologie contribuiscano ai sintomi complessi osservati non è esclusa. Gli specialisti stanno conducendo test di laboratorio per identificare eventuali agenti patogeni, mentre si lavora per fornire cure immediate ai pazienti colpiti.
Rischio di diffusione e misure di contenimento
Secondo l'OMS, il rischio di diffusione è elevato per le comunità locali, ma moderato a livello nazionale, grazie alla posizione remota del focolaio. A livello regionale e globale, il rischio è considerato basso. Tuttavia, le autorità internazionali stanno monitorando la situazione con attenzione. In Italia, è stato attivato un protocollo di monitoraggio precauzionale per i viaggiatori provenienti dalla RDC, sebbene non vi siano evidenze di casi correlati sul territorio nazionale.
Casi sospetti in Italia: esiti e verifiche
In Italia sono stati segnalati due pazienti con sintomi compatibili al focolaio congolese, entrambi guariti dopo il ricovero. Un ulteriore caso sospetto, relativo a un decesso in provincia di Treviso, è stato attribuito a una forma grave di malaria. Le analisi effettuate sui campioni del paziente di Lucca hanno escluso la presenza di numerosi patogeni noti, ma sono ancora in corso verifiche metagenomiche per identificare eventuali agenti infettivi non rilevati. Nonostante i test negativi, non si può escludere una correlazione tra la sintomatologia e patogeni non ancora identificati.
Leggi anche
Sorveglianza, comunicazione, prevenzione: la risposta sanitaria
Per rispondere all'epidemia nella provincia di Kwango, una squadra di risposta rapida provinciale è stata dispiegata a Panzi il 30 novembre 2024, seguita il 7 dicembre da un gruppo multidisciplinare sostenuto dall'Organizzazione Mondiale della Sanità. Tra le attività principali vi è la sorveglianza, che comprende la ricerca attiva dei casi all'interno delle comunità e la raccolta di dati epidemiologici per un monitoraggio accurato della situazione.
La gestione dei casi è stata affrontata attraverso la fornitura di farmaci sintomatici e la formazione del personale sanitario locale per garantire una migliore assistenza ai pazienti colpiti. Sul fronte del laboratorio, sono stati raccolti campioni biologici che vengono analizzati in maniera approfondita per identificare le cause dell’epidemia e ottenere risposte più precise.
Un ruolo cruciale è stato affidato alla comunicazione e alla sensibilizzazione, con campagne di informazione mirate a educare la popolazione sull’importanza della prevenzione e della cura tempestiva. Parallelamente, si è intervenuti sulla prevenzione delle infezioni formando il personale sanitario e la comunità locale sull’uso corretto dei dispositivi di protezione individuale e sulle pratiche di igiene sanitaria necessarie a limitare la diffusione della malattia.
Infine, la logistica ha garantito la distribuzione di kit medici essenziali e il supporto operativo per raggiungere le aree isolate, superando le difficoltà dovute alla stagione delle piogge e alle limitazioni delle infrastrutture locali.