Sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS), gestione e benefici della pronazione

L’Acute Respiratory Distress Syndrome (ARDS) è una forma acuta di danno polmonare diffuso. Quali sono le sue cause e a cosa serve il prone positioning

Sommario

  1. Le cause dell’ARDS
  2. Il prone positioning

La definizione attualmente accettata di Acute Respiratory Distress Syndrome (sindrome da distress respiratorio acuto)  è quella della European Society of Intesive Care Medicine del 2012, conosciuta come definizione di Berlino: secondo questa, l’ARDS è una forma acuta di danno polmonare diffuso, che si verifica in pazienti con e senza fattori predisponenti.

Nel 2013 la European Respiratory Society ha stabilito i criteri di definizione per l’ARDS, con un valore minimo di pressione positiva di fine espirazione e una scala di gravità:

  • Lieve: rapporto PaO2/FiO2 superiore a 200 mmHg e inferiore a 300mmHg.
  • Moderata: rapporto PaO2/FiO2 superiore a 100 mmHg e inferiore a 200mmHg.
  • Grave: rapporto PaO2/FiO2 non superiore a 100 mmHg.

Una delle principali sfide nella gestione dell'ARDS è la tempestività del trattamento. I pazienti affetti da questa sindrome richiedono un trattamento immediato e, spesso, sono ricoverati in unità operative di degenza ordinaria o in unità complesse, a seconda della gravità del loro stato. L'incidenza di ARDS è significativa, variando da 10 a 58 casi per 100.000 abitanti, con una percentuale di mortalità che oscilla tra il 27% e il 45%.

Le cause dell’ARDS

Le cause dell'ARDS sono diverse e possono essere suddivise in due classi: dirette, che coinvolgono le patologie polmonari, e indirette, che coinvolgono patologie extrapolmonari. Questo danno polmonare porta a una serie di conseguenze gravi, tra cui un mismatch tra ventilazione e perfusione, ipertensione polmonare e rigidità del parenchima, ma anche aumento dello shunt e vasocostrizione infiammatoria. Le cause sono dunque diverse ma l’aspetto clinico e anatomopatologico sono uniformi, con un mutamento del rapporto tra ventilazione e perfusione.

La maggior parte dei pazienti affetti da ARDS avrà bisogno di un supporto ventilatorio invasivo, che inizialmente viene erogato in posizione supina.

Anche se non necessario, far cambiare posizione al paziente favorisce:

  • clearance respiratoria
  • prevenzione delle piaghe da decubito
  • prevenzione della polmonite da respiratore
  • miglioramento del volume polmonare
  • ossigenazione.

Il prone positioning

Come spiegato nel corso ECM “Sindrome da distress respiratorio acuto: gestione e benefici della pronazione”, presente sulla piattaforma Consulcesi Club (responsabile scientifico è il dottor Matteo Giacomazzi, infermiere di Pronto Soccorso e istruttore ACLS e BLSD secondo le linee guida dell’American Heart Association) il prone positioning consiste nell'assicurare che il paziente giaccia in posizione prona, cioè con la parte anteriore del corpo a contatto con il letto. Questa posizione offre una serie di benefici terapeutici, tra cui la redistribuzione dei liquidi, la riduzione dello shunt e un miglioramento generale dei parametri emogasanalitici.

Questo trattamento può essere applicato sia in contesti di degenza ordinaria che in terapia intensiva, sia con pazienti svegli che sedati e ventilati meccanicamente. Anche nei pazienti non intubati, la pronazione può portare a risultati favorevoli, migliorando il drenaggio delle secrezioni e l'omogeneità della distribuzione del gas.

Tuttavia, il prone positioning non è privo di complicazioni e richiede una valutazione continua del paziente per garantirne l'efficacia e la sicurezza. L'introduzione di cicli di pronazione può offrire un ulteriore beneficio.

Di: Arnaldo Iodice, giornalista

Argomenti correlati

News e approfondimenti che potrebbero interessarti

Vedi i contenuti

La soluzione digitale per i Professionisti Sanitari

Consulcesi Club

Contatti

Via G.Motta 6, Balerna CH
PEC: consulcesisa@legalmail.it

Social media