Nuovo Codice della strada e diritti dei pazienti: l’appello delle società scientifiche

Scopri le novità del Nuovo Codice della Strada: rischi per chi guida sotto l'effetto di sostanze e implicazioni per pazienti in terapia medica.

Sommario

  1. Nuovo Codice della strada: cosa cambia al volante
  2. Le nuove norme sulla guida e i diritti dei pazienti: le società scientifiche si mobilitano
  3. La cannabis terapeutica

La Riforma del Nuovo Codice della strada stabilisce misure più severe contro la guida in stato di ebbrezza e sotto l’effetto di sostanze psicotrope. A bordo dell'auto di chi viene sorpreso con un tasso alcolemico superiore a 0,8 grammi per litro, dovrà essere installato il dispositivo alcolock. Le nuove disposizioni sono intervenute anche inasprendo le sanzioni per l'uso scorretto del cellulare alla guida.

Prevista una multa pecuniaria che va da 250 a 1000 euro e resta la decurtazione di cinque punti dalla patente. Il codice prevede anche nuove regole per la micromobilità urbana come casco, targa e assicurazione obbligatori per i monopattini elettrici. Questi cambiamenti riflettono un approccio più rigido sulla sicurezza stradale, ma richiedono decreti attuativi per essere pienamente implementati.

Nuovo Codice della strada: cosa cambia al volante

Le principali novità introdotte dal Nuovo Codice della strada, che ha avuto il via libera dall'aula del Senato ed entrerà in vigore da sabato 14 dicembre 2024, prevedono innanzitutto la tolleranza zero su alcol e droga. Le norme, infatti, sono particolarmente severe per chi guida sotto l’effetto di alcol o droghe. Per la guida in stato di ebbrezza, le sanzioni includono la sospensione della patente da 3 mesi a 2 anni, e l’installazione in auto dell’alcolock, un dispositivo che rileva il tasso alcolico del guidatore, prima di accendere l’auto. Soffiando nell’apparecchio prima di partire, se non si è totalmente astemi, il motore non si avvierà.

La guida sotto l’effetto di droghe prevede la revoca della patente anche senza segni evidenti di alterazione psico-fisica. Questo ha sollevato dubbi sulla tutela di chi usa farmaci psicotropi legalmente. Nello specifico, il Codice stabilisce:

  • Regole sui neopatentati e monopattini. I neopatentati potranno guidare, per i primi tre anni, automobili più potenti rispetto a prima. Il limite è stato innalzato a 75 chilowatt per tonnellata. Ma con la Riforma, indipendentemente dall’età anagrafica, coloro che hanno conseguito la patente di guida da meno di tre anni, saranno soggetti a restrizioni più rigide. Tutti i guidatori dei monopattini dovranno indossare il casco indipendentemente dalla loro età (la multa va da 50 a 250 euro) e, quando disponibili, serviranno anche la targa e assicurazione con divieto di circolazione su strade con limite superiore ai 50 km/h.
  • Sanzioni per chi beve alcol e dispositivo alcolock. Se il guidatore è esperto e si rileva un tasso alcolemico sopra 0,5 grammi al litro di sangue ma non supera gli 0,8 g/l, la sanzione va da 543 a 2.170 euro, più la sospensione della patente da tre a sei mesi e la decurtazione di 10 punti. Se il tasso supera 0,8 ma è fino a 1,5 g/l l’ammenda è tra 800 e 3.200 euro, l’arresto fino a sei mesi, la sospensione della patente da sei mesi a un anno e la sottrazione di 10 punti. Se si è oltre 1,5 g/l, la sanzione va da 1.500 a euro a 6 mila euro, l’arresto da sei mesi a un anno, la sospensione della patente da uno a due anni, il sequestro del veicolo e la decurtazione di 10 punti. Inoltre, se l’auto non è del guidatore la durata della sospensione della patente viene raddoppiata. Chi sarà condannato definitivamente per aver guidato con un tasso sopra 0,8 grammi per litro dovrà montare obbligatoriamente l’alcolock (Ignition Interlock Device-IID) un dispositivo che rileva il tasso alcolico del guidatore prima di accendere l’auto. Si dovrà usare per almeno due anni e installare a spese proprie, in officine di autoriparazione autorizzate. Per entrare in vigore servirà prima un decreto attuativo.
  • Cellulari alla guida. Le sanzioni sono state inasprite. La multa può andare da 250 a mille euro e la sospensione della patente da 15 giorni a due mesi. Alla seconda violazione nello stesso biennio, l’importo è aumentato e la patente scenderà di 5 punti. Inoltre, per i recidivi nell’arco di un biennio è prevista una sospensione del permesso di guida da uno a tre mesi che, adesso, può arrivare fino a 120 giorni se si hanno meno di 20 punti: infatti ai 90 che può disporre la prefettura ora si possono aggiungere altri 30 giorni di «mini sospensione». Si deve, però, essere colti in flagranza in strada da una pattuglia e provocare uno scontro stradale. La mini-sospensione è uno stop temporaneo alla guida che deve essere contestato immediatamente su strada dagli organi di polizia stradale. Si applica esclusivamente ai conducenti che hanno un saldo inferiore 20 punti e si aggiunge alle sanzioni amministrative, alla decurtazione di punti, al ritiro della patente, alla sospensione prefettizia del permesso di guida oppure alle denunce penali.
  • Esami antidroga e test salivari. Le forze dell’ordine possono sottoporre il guidatore a test antidroga rapidi, anche di tipo salivare. Per gli agenti non sarà più necessario riscontrare lo stato di alterazione durante la guida, ma basterà la semplice positività ai test. Qualsiasi traccia di sostanza stupefacente, pure minima, risultante dal test salivare è sufficiente per far scattare le sanzioni: non ci sono soglie di tolleranza come per il tasso alcolemico.
  • Autovelox e Ztl. Il nuovo Codice introduce criteri uniformi per installazione e uso dei dispositivi, per ridurre il contenzioso.

Le nuove norme sulla guida e i diritti dei pazienti: le società scientifiche si mobilitano

Alcune novità della Riforma hanno suscitato perplessità tra i pazienti e le società scientifiche, soprattutto per quanto riguarda l'inclusione degli oppiacei, la cannabis e le benzodiazepine tra le sostanze psicotrope sanzionabili in caso di guida. Le modifiche introdotte all'articolo 187 del Codice hanno, fin da subito, causato preoccupazioni tra i pazienti in terapia con farmaci oppiacei, cbd medica e benzodiazepine regolarmente prescritti. Questi farmaci sono utilizzati per il trattamento del dolore cronico e altre patologie: per questo società mediche e associazioni di pazienti hanno sollevato critiche e spinto alla discussione il problema.

Gli esperti sottolineano che molti pazienti, come i circa 400.000 che seguono terapie croniche con oppiacei e i 2,5 milioni che li assumono temporaneamente sotto controllo medico, potrebbero essere penalizzati nonostante l'assunzione controllata e regolarmente prescritta. Questa misura potrebbe penalizzare, ingiustamente, i pazienti che seguono terapie croniche con oppiacei prescritti e monitorati, senza compromettere la loro capacità di guida e limitare, dunque, il loro diritto alla mobilità.

La SIAARTI (Società Italiana di Anestesia, Analgesia, Rianimazione e Terapia Intensiva) sottolinea che tali farmaci, quando usati in maniera stabile e responsabile, hanno effetti psicofisici simili a quelli di altri farmaci non inclusi nella normativa, come quelli per il dolore neuropatico. C'è il rischio che queste disposizioni dissuadano i pazienti dal seguire le terapie per timore di ripercussioni legali, aggravando le loro condizioni cliniche e riducendo la qualità della vita. Inoltre, la guida sotto l'effetto del dolore acuto potrebbe risultare più compromettente rispetto agli eventuali effetti psicotropi degli oppiacei assunti in modo corretto.

Le società scientifiche, tra cui SIAARTI, Aisd (Associazione Italiana per lo Studio del Dolore), SIPaD (Società Italiana Patologie da Dipendenza) e Simg (Società Italiana Medicina Generale e delle Cure Primarie richiedono che vengano stabiliti criteri applicativi chiari per distinguere l'uso terapeutico da quello illecito e garantire un equilibrio tra sicurezza stradale e diritto alle cure.

A questo proposito, hanno proposto una collaborazione con le istituzioni per definire regolamenti che tutelino i pazienti senza compromettere la sicurezza sulle strade, come già sancito dalla legge 38/2010 per l'accesso alle terapie del dolore.

La cannabis terapeutica

Le critiche riguardano anche l'impatto su chi utilizza cannabis terapeutica. La norma stabilisce che sarà sufficiente risultare positivi al test per sostanze stupefacenti per subire sanzioni e la sospensione della patente fino a tre anni, senza dover dimostrare uno stato di alterazione psicofisica. Questo cambiamento penalizza i pazienti che assumono cannabis medica, in quanto i test possono rilevare tracce di THC fino a diversi giorni dopo l'assunzione, rendendo di fatto impossibile guidare anche quando si è completamente sobri.

Per affrontare queste criticità, il ministro Salvini ha proposto un tavolo di lavoro e in confronto con i Ministeri della Salute e dell'Interno, con l'obiettivo di introdurre deroghe che tutelino chi utilizza cannabis o farmaci psicotropi a fini terapeutici. Tra le ipotesi, si discute la possibilità di valutare caso per caso, tenendo conto del dosaggio, della durata del trattamento e della certificazione medica dell'idoneità alla guida

Le associazioni di pazienti e alcuni esperti, inoltre, sottolineano che la norma potrebbe violare principi costituzionali, poiché non considera il nesso diretto tra assunzione e stato di alterazione alla guida. Inoltre, i test attuali, come quelli salivari, non permettono una valutazione accurata dello stato psicofisico al momento della guida, sollevando dubbi sull'equità e sull'efficacia della misura.

Di: Viviana Franzellitti, giornalista

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