Con ordinanza dell’11 gennaio 2023, la Corte di Cassazione ha sancito il principio di diritto per cui:
“il Trattamento Sanitario Obbligatorio è un evento terapeutico straordinario, finalizzato alla tutela della salute mentale del paziente, che può essere legittimamente disposto solo dopo aver esperito ogni iniziativa concretamente possibile, sia pur compatibilmente con le condizioni cliniche, di volta in volta accertate e certificate, in cui versa il paziente - ed ove queste lo consentano - per ottenere il consenso del paziente ad un trattamento volontario”.
Questione ancora più importante riguarda il fatto che:
Si può intervenire con un trattamento sanitario obbligatorio anche a prescindere dal consenso del paziente se sono contemporaneamente presenti tre condizioni:
a) l'esistenza di alterazioni psichiche tali da richiedere urgenti interventi terapeutici;
b) la mancata accettazione da parte dell'infermo degli interventi terapeutici proposti;
c) l'esistenza di condizioni e circostanze che non consentano di adottare tempestive e idonee misure sanitarie extra-ospedaliere.
Ciò che rileva in tal senso e che urge ricordare è il diritto al consenso informato del paziente e in quanto diritto irretrattabile della persona va sempre rispettato dal sanitario, a meno che non ricorrano casi di urgenza, tali da porre in gravissimo pericolo la vita della persona. È importante che , nel caso in cui si verifichi questa eventualità, venga tutto effettato in maniera tecnicamente perfetta proprio per evitare il totale deficit di informazione che, per il paziente, comporterebbe quella lesione di quella dignità che connota l’esistenza nei momenti cruciali della sofferenza fisica e/o psichica.
Quanto vale quindi il consenso informato del paziente sottoposto a TSO?
Il presumibile stato di incapacità del paziente a prestare un valido consenso complica la pratica medica. Se, in diritto, è infatti semplice stabilire se un individuo è in grado si esprimersi in maniera lucida o meno – è capace o incapace – in medicina la questione si complica. Possono, infatti, esistere delle finestre di autonomia e lucidità, affiancati da libertà decisionale residua presente anche in pazienti sottoposti a TSO. Diventa quindi necessario cercare di ripristinare il quid della relazione medico-paziente, per verificare effettivamente che il paziente sia incapace di prestare un consenso valido.
Il TSO costituisce sempre un evento straordinario, inteso non come misura di difesa sociale, piuttosto come tutela della salute mentale del paziente. Alla luce di questa “straordinarietà” diventa assolutamente eccezione la non dovutezza del consenso informato.
I riferimenti normativi
È famosa l’aforisma di Ippocrate che citava: “Prima di guarire qualcuno, chiedigli se è disposto a rinunciare alle cose che lo hanno fatto ammalare”.
Proprio alla luce dell’insegnamento di Ippocrate e in concomitanza con quanto stabilito dal nostro ordinamento giuridico, non va mai dimenticata l’importanza dei riferimenti normativi. Non solo l’art. 32 della Costituzione, ma anche il 13 che stabilisce l’inviolabilità della libertà personale intesa anche come libertà di decidere della propria salute e del proprio corpo e con l’art. 2 posto a presidio di tutti i diritti inviolabili dell’uomo sia come singolo che nelle formazioni sociali. Il codice di Norimberga, la Dichiarazione di Helsinki, la Convenzione sui diritti dell’uomo e sulla biomedicina firmata a Oviedo, il Codice di deontologia medica, tutte le più e meno recenti pronunce giurisprudenziali continuano a ribadire l’indiscussa importanza e l’inestimabile valore del consenso informato del paziente.
Conclusioni e consigli
Alla luce di quanto abbiamo appena esposto, è consigliabile per i medici provvedere a questo tipo di intervento, solo dopo aver tentato di ottenere il consenso informato lucido del paziente. Nel caso in cui questo non sia possibile, è bene tenere sempre a mente la tutela della salute del paziente e badare ad avere tutte le carte in regola: agire secondo la normativa vigente, essere coperto da una buona polizza assicurativa professionale, eventualmente consultare subito un avvocato specializzato in materia.