Cure palliative e fine vita, cosa cambia alla luce del decreto attuativo della Legge Gelli-Bianco?

Intervista alla Prof.ssa Antonella Argo, docente Medicina Legale all’Università degli studi di Palermo e vicepresidente SIMLA

Sommario

  1. Come interviene il decreto attuativo della legge Gelli su queste tematiche
  2. Fine vita e legge Gelli, c'è qualcosa da migliorare?

Temi delicati come fine vita e curie palliative vengono affrontati dalla legge Gelli-Bianco e dal suo decreto attuativo? La professoressa Antonella Argo, docente Medicina Legale all’Università degli studi di Palermo e vicepresidente SIMLA, fornisce una panoramica di questi strumenti normativi  che trattano la responsabilità professionale e la comunicazione con la persona assistita, in particolare in contesti di fine vita. La professoressa parla delle sfide che le strutture sanitarie e i professionisti devono affrontare per garantire l'adeguatezza e l'equità nell'assistenza, nonché delle aree che richiedono un continuo aggiornamento e perfezionamento, per rispondere alle esigenze dei pazienti e delle loro famiglie.

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Come interviene il decreto attuativo della legge Gelli su queste tematiche

Professoressa, tematiche come il fine vita, l'eutanasia e argomenti affini rientrano in qualche modo nel decreto attuativo della legge Gelli, recentemente emanato? 

Il decreto attuativo si concentra sugli aspetti sanitari, ma il tema delle cure palliative e dell'etica di fine vita rientra senza dubbio nella legge 24/2017 fin dalla sua origine. L’atto sanitario comprende infatti tutti gli aspetti, dalla prevenzione alle cure palliative, che sono esplicitamente menzionate nell’articolo 1 della legge. Pertanto, sì, queste tematiche, insieme ai profili di responsabilità professionale e all'importanza della comunicazione con la persona assistita, sono chiaramente ricomprese, sia a livello del singolo professionista sia a livello delle strutture sanitarie. 

Fine vita e legge Gelli, c'è qualcosa da migliorare?

Secondo lei, questi aspetti sono stati affrontati in modo adeguato? C'è ancora margine di miglioramento? 

C’è sempre margine per migliorare, soprattutto quando si tratta di strutture sanitarie o socio-sanitarie che devono attuare modelli d’intervento in questo ambito. È fondamentale accrescere la sensibilità, la cultura e la formazione di tutti i professionisti coinvolti nelle attività legate al fine vita. Questi temi stanno diventando sempre più centrali e diffusi sul territorio, quindi è necessario che le competenze siano costantemente aggiornate e perfezionate. Pensiamo, ad esempio, al caso in cui la somministrazione di un farmaco possa essere contestata dai familiari, magari nell’ottica, anche se distorta, che questa abbia anticipato il momento della morte. Questo evidenzia l'importanza di una preparazione e di una comunicazione adeguate.

Di: Arnaldo Iodice, giornalista

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