Il Significant Event Audit (SEA) è una metodologia introdotta nel 1995 per analizzare eventi significativi, sia positivi che negativi, al fine di migliorare la qualità dei servizi sanitari. Attraverso un riesame sistematico, si identificano le cause principali degli eventi, si apprende dai risultati e si pianificano azioni di miglioramento.
Le fasi del processo includono la raccolta di informazioni, l’analisi dell’evento durante incontri di team, la definizione di interventi e il monitoraggio dei cambiamenti. Il SEA punta a diffondere l’apprendimento all’interno dell’organizzazione, migliorando i protocolli e promuovendo buone pratiche, con un approccio non punitivo e collaborativo.
Ne abbiamo parlato con la dottoressa Alessandra de Palma, direttrice Unità operativa Medicina legale e gestione integrata del rischio dell’IRCCS, Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna - Policlinico di Sant’Orsola.
Cos'è il SEA
Dottoressa De Palma, ci può spiegare cos'è il SEA?
“Il SEA è l'acronimo di Significant Event Audit, che in inglese significa "audit su un evento significativo". Viene utilizzato principalmente quando si verifica un evento avverso, spesso con danno grave. Ad esempio, parliamo di eventi sentinella che causano un danno grave al paziente, una lesione importante o addirittura la morte. In realtà, però, la sua origine anglosassone consente di applicarlo anche a eventi positivi. Questo si inserisce nella transizione dalla Safety I alla Safety II, ovvero un approccio più positivo che cerca di replicare e comprendere ciò che ha funzionato bene. Tuttavia, di solito il SEA si applica a eventi avversi perché permette di: analizzare le cause profonde, valutare tutti i fattori contributivi, identificarli e monitorarli, mettere in atto un piano di miglioramento che prevenga il ripetersi di eventi negativi.
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Gli scopi del SEA
Quali sono i veri scopi del SEA e dell'audit?
Per condurre un SEA o un audit in modo efficace, è fondamentale adottare un approccio non punitivo. Bisogna mantenere una mentalità non giudicante, creando un ambiente che permetta ai professionisti di sentirsi a proprio agio. Questo facilita l'emersione delle cause reali degli eventi e consente un'analisi approfondita di tutti i passaggi coinvolti. Gli obiettivi principali sono: identificare miglioramenti sia sul versante tecnico-professionale, sia su quello organizzativo; rafforzare le competenze comunicative. La comunicazione è spesso uno degli aspetti più trascurati in ambito sanitario: viene insegnata poco o per niente, nonostante sia una delle competenze più complesse. Le sue lacune generano problemi non solo nei rapporti con i pazienti e i loro familiari, ma anche all'interno dei team curanti. Idealmente, il paziente dovrebbe essere parte integrante del team di cura, ma questa mentalità non è ancora pienamente diffusa nelle nostre strutture sanitarie.