Obesità: tra nuovi approcci e “vecchie” conseguenze

L’obesità continua ad essere uno dei principali problemi di sanità pubblica. Per contrastarlo è necessario un approccio multidisciplinare che sappia sfruttare al meglio le ultime innovazioni tecnologiche e le nuove conoscenze in ambito farmacologico.

Sommario

  1. L’obesità nel mondo
  2. Obesità: in Europa e in Italia preoccupano i più giovani
  3. Corso ECM sulla terapia dell’obesità
  4. Complicanze e carenze legate all’obesità
  5. Come cambia la gestione del diabete nei pazienti obesi
  6. L’innovazione tecnologica nella gestione dell’obesità
  7. Formazione e “responsabilizzazione” del paziente per un nuovo approccio all’obesità

“Negli ultimi tre decenni, la prevalenza del sovrappeso e dell’obesità è aumentata in modo sostanziale”, ricorda l’Istituto Superiore di Sanità a febbraio 2023 presentando la “Joint Action europea per l’implementazione della Best Practice per la promozione della salute e la prevenzione dell’obesità” (JA-Health4EUkids) di cui, attraverso il CNaPPS, si occupa per l’Italia del coordinamento del “WP4-Trasferibilità e sostenibilità”.

L’azione comunitaria di “prevenzione dell’obesità infantile e delle malattie non trasmissibili”, inserita tra le 11 iniziative del Programma europeo EU4Health per il periodo 2021-2027, conferma l’impellente necessità di riconoscere il contrasto all’eccesso ponderale come una priorità di salute (e spesa) pubblica.

L’obesità nel mondo

Basti pensare che, a livello globale, si stimano circa un miliardo di persone affette da obesità (1 su 7) e che, secondo le previsioni contenute nel rapporto “The Economic Impact of Overweight & Obesity in 2020 and 2060” realizzato dalla World Obesity Federation & RTI International (2022), raggiungeremo i 2 miliardi di casi entro il 2035 (quasi una persona su quattro), di cui 1,5 miliardi adulti e quasi 400 milioni bambini (1 su 5). L’impatto economico del sovrappeso e dell’obesità si aggira attorno al 2,4% del PIL nel 2020, che si prevede salirà al 2,9% nel 2035, per un valore di 4,32 trilioni di dollari.

Obesità: in Europa e in Italia preoccupano i più giovani

In questo preoccupante scenario, non fa meglio l’Europa dove negli ultimi 40 anni il tasso di obesità è più che raddoppiato. Secondo i dati contenuti nel Our world in data infatti, la popolazione obesa nel 1975 si attestava al 9,3% contro il 22,82% del 2016. Ad oggi, in un’Europa che vede il 59% degli adulti e il 29% dei bambini (cioè quasi 1 su 3) in sovrappeso od obeso, l’Italia si distingue per la più alta percentuale di casi nella fascia 5-9 anni affetti da eccesso ponderale, con circa il 42% dei giovanissimi contro la media europea del 29,5%; mentre si colloca al 4° posto nella classe di età 10-19 anni, con il 34,2% dei giovani (WHO European Regional Obesity Report 2022).

Poiché si tratta di una patologia cronica caratterizzata da un’eziologia multifattoriale che porta con sé una molteplicità di comorbidità spesso gravi, la gestione dell’obesità risulta ancora complessa, come ricordano anche gli esperti intervenuti nel corso di formazione Consulcesi “Togliersi un peso. La terapia medica dell’obesità”.

Corso ECM sulla terapia dell’obesità

Nel corso multimediale da 2 crediti ECM, il dottor Monti (Professore di Endocrinologia e Malattie Metaboliche presso l’Università Sapienza di Roma), insieme alle dottoresse Alfonsina Chiefari e Maria Grazia Deina, dopo aver passato in rassegna gli ultimi dati sulla mortalità correlata alla patologia e i costi per la spesa sanitaria pubblica, approfondiscono l’importanza di un approccio “integrato, multidisciplinare, che coinvolga medico di medicina generale, endocrinologo, nutrizionista, psicologo, esperto di medicina dello sport, infermiere e eventualmente il chirurgo bariatrico nei casi candidati alla chirurgia” al fine di porre al centro del team di cura il paziente per realizzare interventi personalizzati in ambito nutrizionale, comportamentale e farmacologico.

Nello specifico, il corso vuole essere un’occasione di aggiornamento e formazione circa le più valide e recenti terapie farmacologiche disponibili per la perdita di peso, analizzando in dettaglio meccanismi d’azione, controindicazioni ed effetti collaterali, anche alla luce delle altre comorbidità legate all’eccesso ponderale e alle loro possibili interazioni con i farmaci.

Complicanze e carenze legate all’obesità

Come infatti ormai ampiamente dimostrato dalla ricerca scientifica, l’obesità è spesso causa di altre gravi patologie quali diabete mellito tipo 2, dislipidemia mista, apnee notturne, complicanze cardiovascolari e, paradossalmente, gravi carenze nutrizionali, per un totale di circa 4 milioni di morti correlate a queste comorbidità ogni anno nel mondo.

Guarda in particolar modo a quello che è stata, verosimilmente in modo erroneo, definita ipovitaminosi D nelle persone obese il corso di formazione “Più peso alla vitamina D. Gestire e trattare il deficit nell’obesità”.

Attraverso studi condotti in prima persona il dottor Carlo Foresta, ordinario di endocrinologia all’Università di Padova e andrologo, nel corso di formazione a distanza da 3 crediti ECM, approfondisce infatti il legame tra obesità e vitamina D dimostrando come in realtà nel paziente obeso non vi è una minore produzione di questa vitamina ma una diversa distribuzione legata al tessuto adiposo.

“L’accumulo di vitamina D all’interno della cellula adiposa non è a costo zero per l’organismo ma è uno degli elementi che contribuiscono all’ipoestrogenemia nell’uomo e quindi all’ipogonadismo dell’uomo obeso, e alle alterazioni del ciclo mestruale fino all’infertilità e allo sviluppo dell’ovaio policistico nella donna”, aggiunge sempre nel corso di formazione l’esperto dove approfondisce quindi l’aromatasi, il testosterone e la sua relazione con l’obesità, come anche le carenze di vitamina D nelle donne in menopausa, “condizione data ‘per scontata’ ma di cui effettivamente ancora conosciamo i meccanismi alla base”, aggiunge Foresta.

Come cambia la gestione del diabete nei pazienti obesi

Tra le complicanze più diffuse e pesanti sulla qualità della vita associate all’eccesso ponderale c’è sicuramente il diabete. Come infatti ricordano anche gli esperti nel corso Consulcesi “Il peso del diabete. L’obesità moderata-severa nel diabetico”, l’obesità rende più difficile il controllo glicemico e dei parametri metabolici, aumentando il rischio cardiovascolare e l’insorgenza di patologie cronico-degenerative.

In questo contesto, attraverso l’analisi di casi clinici gli esperti propongono un aggiornamento sulle terapie ipoglicemizzanti disponibili oggi per il paziente affetto da obesità severa e moderata, non mancando di fare il punto sulla terapia medica dell’obesità, con particolare attenzione ai criteri di prescrivibilità nel soggetto diabetico, come anche sulla terapia chirurgica, dalle controindicazioni al monitoraggio a tempo indeterminato.

Di innovazione farmacologica nel trattamento del diabete mellito, ma non solo, parla anche uno dei più recenti corsi aggiunto all’ampio catalogo Consulcesi “Tutto sul metabolismo glucolipidico: diabete, obesità e dislipidemia”. Questo, infatti, fornisce ai partecipanti le conoscenze necessarie per un corretto inquadramento del paziente, quindi delle complicanze e delle terapie, sulla base delle più recenti evidenze scientifiche, non mancando di approfondire tematiche quali, ad esempio, l’aspetto nutrizionale e il rischio cardiovascolare nel paziente affetto da dislipidemia, oltre che introdurre alcuni concetti afferenti alla nutraceutica.

L’innovazione tecnologica nella gestione dell’obesità

Innovazione farmacologica ma non solo: anche quella tecnologica viene sempre più in aiuto dei pazienti e dei professionisti della salute nella gestione di patologie croniche e degenerative, permettendo una migliore efficacia e una maggiore compliance alle cure.

Lo conferma anche Consulcesi che alla telemedicina applicata alla gestione del diabete e dell’obesità dedica un intero corso ECM, volto ad approfondire la gestione integrata alle reti diabetologiche e metaboliche, quindi il modello italiano di “connected care” e, inevitabilmente, la sicurezza dei dati in sanità.

Il corso “La Telemedicina nel diabete e nell’obesità: creare valore pubblico oltre la crisi Covid-19” offre infatti una panoramica sul contesto e sulle sfide del sistema sanitario italiano in cui si inseriscono, ad esempio, il PNRR, il fascicolo sanitario elettronico e altri strumenti di sanità digitale al fine di implementare le prestazioni di telemedicina.

“L’innovazione digitale in ambito diabetologico e nell’ambito dell’obesità, prima ancora che questa possa essere mantenuta da un alterato metabolismo, è una leva strategica a supporto delle organizzazioni sanitarie, dei professionisti e dei pazienti”, ricordano infatti i docenti del corso nella scheda di presentazione.

Formazione e “responsabilizzazione” del paziente per un nuovo approccio all’obesità

“Accanto alle misure individuate dall’Oms/Europa per contrastare le proiezioni attuali e aiutare a prevenire il peggioramento di questa silenziosa epidemia”, come promuovere l’attività fisica, rafforzare la prevenzione e la regolamentazione dell’industria alimentare e delle bevande, «è altresì necessario lavorare per non far passare più l’idea di obesità come “un problema”, ma vederla e raccontarla nel suo insieme, ossia come una concreta, minacciosa premessa per una molteplicità di problemi di salute, potenzialmente gravi, ma assolutamente modificabili», ha ricordato di recente anche Piernicola Garofalo, medico endocrinologo specializzato in Malattie del ricambio, nonché a capo della Commissione endocrinologia pediatrica Ame (Associazione medici endocrinologi), commentando gli ultimi dati emersi dall’European Regional Obesity Report 2022 dell’Oms.

Come AME e Garofalo così i docenti dei corsi Consulcesi dedicati all’eccesso ponderale, considerano prioritario “ripartire dall’educazione di famiglie, degli educatori in senso lato, come anche dei professionisti sanitari”, al fine di portare a sistema un nuovo approccio all’obesità che parli di salute e benessere psicofisico piuttosto che di “magrezza”, e che sia in grado di far maturare a partire dai più giovani l’idea che sono loro i primi tutori della propria salute e che cambiare la storia delle conseguenze della loro obesità di oggi è possibile quanto di vitale importanza.

 

Di: Fabiola Zaccardelli, BA (Hons) Journalism, University of Westminster

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