Il termine “particolato atmosferico” o “materiale particellare” fa riferimento alle minuscole particelle sospese nell’aria che respiriamo quotidianamente, e che sono comunemente note come polveri sottili o pulviscolo. La sigla PM deriva da “Particulate Matter”, tradotto in italiano come “materiale particolato“, mentre il numero 10 indica il diametro delle particelle, che può raggiungere fino a 10 micron (ogni micron è pari a 1 milionesimo di metro). Vediamo perché il PM10 è pericoloso per la salute umana e quali sono le cause.
PM10, perché è pericoloso
Il PM10 è costituito da una miscela di particelle di varie nature, composizioni chimiche e dimensioni (tra 10 e 2,5 micron). Questa composizione può variare a seconda dello sviluppo urbano, della presenza industriale, dei combustibili utilizzati e delle condizioni climatiche. Viene considerato un indicatore affidabile della qualità dell’aria ed è per questo che viene monitorato costantemente e vengono presi provvedimenti nel caso in cui dovesse superare le soglie previste dalla legge. In Italia, i livelli limite di PM10 all’esterno sono stabiliti dal decreto legislativo n. 155 del 2010: 50 microgrammi per metro cubo per giornata e 40 microgrammi per metro cubo in media annuale.
Numerose sostanze chimiche, come gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA) e i metalli (come arsenico, cadmio, cromo, piombo e nichel), possono aderire alle particelle sottili e avere impatti negativi sulla salute delle persone. Queste particelle rimangono nell’aria per periodi prolungati e possono essere trasportate per lunghe distanze. Pioggia e vento possono contribuire a ridurne la concentrazione nell’aria facendole depositare al suolo. Il PM10 può causare una serie di problemi di salute, in particolare a livello respiratorio, ed è classificato come sostanza cancerogena dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), che lo inserisce nel Gruppo 1.
PM10, cause ed effetti sulla salute
Il PM10 è presente nell’aria a causa di eventi naturali come l’erosione causata dal vento, la formazione di aerosol marini, le tempeste di polvere, gli incendi e le eruzioni vulcaniche, oltre che ad attività umane che utilizzano combustibili fossili o biomasse, come l’industria, il riscaldamento domestico, il trasporto e l’uso di veicoli a motore. Generalmente, quello derivato dalle attività umane viene considerato più pericoloso rispetto a quello di origine naturale.
Il PM10 può causare diversi danni alla salute umana e all’ambiente:
- Problemi respiratori: le particelle PM10 possono penetrare profondamente nei polmoni quando vengono inalate, causando irritazione delle vie respiratorie, broncospasmi, tosse, difficoltà respiratorie e peggioramento delle condizioni preesistenti come l’asma e la bronchite.
- Effetti cardiovascolari: l’esposizione a lungo termine al PM10 è associata a un aumento del rischio di malattie cardiovascolari, tra cui ictus, infarto miocardico e ipertensione arteriosa.
- Effetti nell’infanzia: nei bambini, l’esposizione al PM10 può interferire con lo sviluppo polmonare normale, aumentare il rischio di infezioni respiratorie e contribuire allo sviluppo di malattie respiratorie croniche nella vita adulta.
- Effetti sugli anziani: le persone anziane sono particolarmente vulnerabili agli effetti del PM10, poiché possono avere una maggiore suscettibilità alle malattie respiratorie e cardiovascolari.
- Impatto sull’ambiente: il PM10 può danneggiare l’ambiente, contribuendo all’acidificazione del suolo e dell’acqua, alla formazione di smog e all’inquinamento atmosferico generale. Può anche depositarsi sul suolo e sull’acqua, danneggiando la vegetazione, riducendo la qualità dell’acqua e danneggiando gli ecosistemi naturali.
Come limitare la produzione di PM10
Limitare l’esposizione al PM10 è cruciale per prevenire i rischi, specialmente per bambini e anziani nelle città con alti livelli di particolato. Per ridurre il PM10 negli ambienti interni, si consiglia di:
- Arieggiare aprendo finestre lontane dalle strade trafficate e mantenere i filtri puliti.
- Evitare ambienti con fumo, incensi, o profumi forti, e assicurare la manutenzione dei sistemi di riscaldamento e ventilazione.
- Cucinare con la cappa con scarico esterno, mantenere l’umidità al 35-40% e non fumare in casa.
Per ridurre il PM10 esterno, si possono fare scelte salutari come camminare, usare la bicicletta o i mezzi pubblici. Gli impianti di riscaldamento domestico, specialmente quelli a biomassa, contribuiscono al problema.
Arnaldo Iodice, giornalista